É il 15 Settembre 1991 e Juventus e Milan si sfidano nella Terza Giornata del Campionato di Calcio di Serie A 1991-92 allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.
Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale!
Buona Visione!
Stagione 1991-1992 - Campionato di Serie A - 3 andata
Torino - Stadio Delle Alpi
Domenica 15 settembre 1991 ore 16.00
JUVENTUS-MILAN 1-1
MARCATORI: Casiraghi 13, Carrera M. autorete 90+2
JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., De Agostini, Reuter (Luppi 72), Kohler, Julio Cesar, Marocchi, Galia, Schillaci (Alessio 77), Baggio R., Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni
MILAN: Rossi S., Tassotti, Maldini P., Albertini, Costacurta, Baresi F., Donadoni (Cornacchini 46), Rijkaard, Serena A., Gullit, Evani (Fuser 77)
Allenatore: Fabio Capello
ARBITRO: D'Elia
Trapattoni deve ancora lavorare sul centrocampo e l'attacco che sono usciti troppo presto di scena.
Dalla prima posizione in classifica il tecnico bianconero può pensare con tranquillità a correggere gli errori.
Piedistallo senza statua.
Ottima difesa, qualche problema in avanti.Un'ora di forcing milanista, in risposta alla rete di Casiraghi inventata da un geniale Baggio, ma solo una deviazione maligna e sfortunata di Carrera (abbracciato da Gullit...) ha battuto Tacconi e una difesa bianconera che sa reggere a tutti gli assalti. Si può dire, e sinceramente lo pensiamo, che per una volta Giovanni Trapattoni ha esagerato nella concretezza. Voleva far salire la Juve da sola in vetta alla classifica con la regola degli 1 a 0, stabilire una specie di record tutto suo. Ma di certo è uscito dal Delle Alpi ancora più convinto di quanto già aveva in mente: la base del piedistallo è di tutta sicurezza, adesso ha ancora da lavorare su centrocampo e attacco. Il contropiede di alleggerimento e di offesa è scomparso troppo presto dalla scena della partita. Le linee di difesa e di centrocampo del Milan hanno fatto cerniera serratissima e nessuna maglia bianconera ha trovato spazi. Questo è il lato negativo della prestazione juventina del secondo tempo, nel quale Casiraghi e Schillaci hanno dovuto via via arretrare a caccia di palloni che non venivano loro più offerti.
Soprattutto non trovava più l'ispirazione Baggio, splendido suggeritore nella prima mezz'ora di spettacolo made in Juve, ma un po' assente quando era ora di far paura — o quantomeno di preoccupare — un Milan che andava prendendo nettamente il comando delle operazioni. Trapattoni ha le chiavi giuste per sapere che cosa è accaduto nel motore della squadra.
Ci aveva detto la scorsa settimana:
«Lasciatemi lavorare su una squadra tipo, non è con cambi continui che si può arrivare all'assetto ottimale. Dopo, gradualmente, potrò operare gli aggiustamenti che crederò opportuni».
Di certo poter ragionare, lavorare, eventualmente ritoccare, stando in testa alla classifica alla pari con i due squadroni milanesi, è un bel vivere. Di questo si deve dare atto a Trapattoni, anche se ieri la sua Juve 2 (quella del finale di gara) non ci è piaciuta per niente. Chiusa, senza capacità di reazione. La grinta e la determinazione di Kohler non sono da tutti, è ovvio, e non è neppure una semplice questione tedesca, perché neppure Reuter è fatto con la pasta del difensore centrale. Come Kohler, solitamente, è Casiraghi. Ma ieri anche l'attaccante del coraggio è stato spesso costretto a perdersi in un lavoro di contenimento che francamente lo limita nelle iniziative. Qualche dribbling di troppo, qualche passaggio di meno, da parte di Schillaci poi sostituito da Alessio? Tutto vero, ma chiedete notizie al Milan.
Calato Baggio, è stato solo Totò a mettere paura alla difesa di Fabio Capello. Ma tutto sommato è addirittura bello poter «criticare» il pareggio bianconero contro un ottimo Milan, in un campionato nel quale il fattore campo ha sempre meno valore. Trap lo sa bene, e continua a lavorare sereno.
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