martedì 19 marzo 2024

21 Marzo 1973: Újpesti Dózsa - Juventus

Attraverso Youtube vi proponiamo un gustoso amarcord di questa data odierna. É il 21 Marzo 1973 Újpesti DózsaJuventus si sfidano nella gara di ritorno dei Quarti di Finale della Coppa dei Campioni 1972-73 allo Stadio 'Megyeri útidi Budapest (Ungheria).

La Juve allenata in panchina da Cestmir Vycpalek si appresta a vincere il suo quindicesimo Scudetto anche se ad una giornata dal termine sembrerebbe che il Milan si possa fregiare della tanto osannata Stella del decimo tricolore. Ma una sconfitta inattesa a Verona ribalta tutto in quella che e' tutt'oggi famosa come la 'Fatal Verona'.

Per quanto riguarda il fronte europeo, i bianconeri si vedono sfilare da sotto le mani il massimo alloro continentale dalla squadra del momento. La sfidante in finale é l' Ajax - l'emblema principale del gioco totale olandese. Sará solo la prima di tante delusioni europee per la Vecchia Signora.

Buona Visione! 


ujpesti



Stagione 1972-1973 - Coppa dei Campioni - Quarti, ritorno
Budapest - Stadio Megyeri úti
mercoledì 21 marzo 1973 ore 17:30
UJPEST DOZSA-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Bene 1, Toth 12, Altafini 30, Anastasi 57

UJPEST DOZSA Szentmihalyi, Kolar, Harsanyi, Toth, Dunai E., Horvath, Fazekas, Juhasz, Bene, Nagy, Zambo (Kellner 75)
Allenatore: Ferenc Kovacs

JUVENTUS: Zoff, Spinosi, Longobucco, Furino, Morini, Salvadore, Causio, Cuccureddu, Anastasi, Capello F., Altafini (Bettega R. 76)
Allenatore: Cestmir Vycpalek

ARBITRO: Delcourt (Belgio)
AMMONIZIONI: Anastasi 20 (Juventus); Harsanyi 63 (Ujpest Dozsa)



Con una esaltante rimonta i campioni in semifinale 
Una Juventus a livello europeo 
(Da 0-2 a 2-2: l'Ujpest eliminato a Budapest) 
In svantaggio di due gol dopo 13 minuti (reti di Bene e Toth) i bianconeri hanno reagito con carattere e determinazione
Un meraviglioso Altafini accorcia di testa le distanze al 30' e al 57' Anastasi pareggia
Strenua difesa con Zoff e Salvadore insuperabili
Nel finale Bettega sostituisce José 

(Dal nostro inviato speciale) Budapest, 21 marzo. Con terribile vigoria, quella indispensabile in Coppa, la Juventus ha superato un turno che sarebbe stato giudicato proibitivo dopo soli 13 minuti di gioco. In questi 13 minuti, infatti, l'Ujpest, con velocissime e fortunate aggressioni, aveva già ottenuto due gol di vantaggio e per i bianconeri tutto pareva compromesso. Ma la Juventus di Budapest ha imposto alla gara un carattere e una determinazione agonistica terribili, disponendosi sia a «contrare» sia a recuperare lo svantaggio. Un principe, e cioè José, ha propiziato il recupero. Due enormi difensori, Salvadore e Zoff, hanno difeso il pareggio lottando come acrobati e pantere. In 20 secondi i viola di Bene sono già in gol: su un cross di Toth (tra i migliori in campo) il centravanti magiaro si trova solo, con Morini a distanza e batte un diagonale destro secchissimo che infila Zoff. E' il classico gol a freddo che stecchirebbe qualsiasi squadra. La Juve cerca di reagire, ma la maggior birra degli ungheresi la costringe a difendersi ancora: un gran tiro di Horwath sfiora il palo all'ir, e due minuti dopo l'Ujpest raddoppia: corner battuto da Bene, il pallone spiove in uno spazio dove Toth è solo: stangata veemente nel «sette» e Zoff deve inchinarsi con tutta la Juventus. 

Sul 2 a 0 sembra fatta per la squadra campione d'Ungheria, ma qui la Juventus tira fuori unghie lunghe come quelle, di una leonessa. Ricomincia a far gioco, anche se Causio appare talora confuso, anche se Anastasi sembra nervoso (al 19' calcia un ungherese ad azione già conclusa). E' un forcing che sembra perduto, quello dei bianconeri, ma deve produrre, e come produrrà! Al 22' si annota una bella azione Altafini - Causio - Anastasi che indica come le possibilità dei torinesi siano ancora validissime. E infatti si arriva al 30': su una manovra impostata da Furino, Capello serve Anastasi nella zona dell'ala sinistra e Pietro crossa prontissimo per José: l'elevazione del magnifico carioca è eccezionale, la palla infila la rete ungherese con una traiettoria imparabile. 

2 a 1 e si riprende, tra le furie di un tifo che canta, piange, si dispera e ancora confida. Con un altro stacco di testa, al 37', per poco Altafini non raggiunge subito il pareggio, su punizione servitagli da Capello. Ed ecco ancora e sempre José: al 39' appoggia su Anastasi un pallone d'oro che Pietro smarrisce in velocità tra un nugolo di difensori magiari. Ripresa e qui gli ungheresi tentano il loro forcing, un tiro di Toth da 30 metri sorvola la traversa, poi è la Juventus che riprende le fila del gioco. Arriviamo al 12" minuto: parte Cuccureddu sul filo dell'out destro, crossa per Altafini. che subito tocca su Anastasi, lesto a tuffarsi sul rimpallo casuale di un difensore: 2 a 2, la Juve ce l'ha fatta, si ha la sensazione concreta che «questa» squadra bianconera possa «tenere» fino al termine. 

«Tenere»? Macché, potrebbe addirittura raddoppiare al 14', su azione di Causio che si beve tre difensori ma non vede José libero e si perde poi tra gli stinchi di tre magiari in recupero. Potrebbe ancora segnare con lo stesso José, meravigliosamente liberatosi ai limiti dell'area, al 18', ma il numero 11 bianconero è abbattuto proprio a due centimetri dalla linea e la susseguente punizione di Capello sfiora il palo. Di qui in avanti l'Ujpest, con patetico assedio, cerca di riagguantare il gol della sua possibile qualificazione, ma allora sorgono Salvadore e Zoff, il primo in veste di eroico spazzatutto pronto a deviare al 37' un proiettile oltre la traversa, con autentico volo d'angelo. La Juve accede alle semifinali con una partita autoritaria, talora stoica proprio perché alcuni dei suoi uomini (lo stesso Anastasi, pur avendo segnato il gol del 2 a 2, Causio, Morini talora incerto anche se lottatore all'estremo) hanno contribuito al risultato un filo di meno rispetto ai compagni. Ma il complesso bianconero, richiamatosi con rabbia alle necessità della battaglia, ha spremuto da se stesso tutto il calcio possibile, ha lottato con una volontà agonistica furibonda. L'Ujpest, non avendo saputo amministrare due gol di vantaggio, si starà rodendo unghie e stivali (dopo tutto è la squadra dei poliziotti). 

La Juventus ha accresciuto a Budapest sia l'esperienza sia le doti di carattere che contraddistinguono una squadra vera. Bene e Toth hanno scompaginato per mezz'ora il dispositivo bianconero, poi sono stati imprigionati con le manette della retrovia torinese. Grazie a José, dunque, grazie a Billy e Zoff, ma soprattutto grazie a tutti. Compreso Bettega, che ha sostituito al 76' José, colpito da crampi, mentre l'Ujpest sostituiva Zambo con Kellner, compreso il generoso Longobucco e Spinosi, svettato più volte a liberare nelle risse d'area sul finire della partita. Il cammino bianconero in Coppa continua: come volevasi dimostrare proprio valutando le possibilità dei torinesi che l'ultimo appello ha risvegliato in pieno. Ora toccherà alle semifinali: il «ginger» bianconero è validissimo. Può addirittura essere migliorato. A Budapest si doveva giocare contro gente che è abilissima ad amministrare la palla. José vince su Bene, Salvadore vince su Toth, tutti i bianconeri spuntano un risultato che è di lusso nell'esame dei «quarti». Il motore del jet bianconero ha ritrovato il ritmo necessario. Ora basta revisionare qualche bullone, qualche rotella, poi sarà lecito sperare nella continuazione di questa «escalation» europea. I «quarti» valevano bene il freddo di Budapest, che ha radunato allo stadio un pubblico sportivissimo: ma era un vento di chiara marca bianconera. Da una partita che poteva costituire un rendiconto amaro per il football di casa nostra, è stata tolta la migliore castagna. Cori la freddezza e l'animo necessari. Complimenti, «bogianen» bianconeri: qualcosa della vecchia caparbietà subalpina si è trasferita in ciascuno di voi, siate pugliesi o brasiliani. Budapest era una tappa necessaria. E adesso sia benvenuto il signor Cruyff. 

Giovanni Arpino




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