giovedì 10 agosto 2023

Stelle Bianconere: Luis Del Sol

Noi di JLSSN - Juventus La Storia Siamo Noi vi regaliamo questo filmato sulla leggenda bianconera Luis Del Sol.

Considerato tra i più importanti calciatori spagnoli degli anni 1960, con le Furie Rosse fu campione d'Europa nel 1964. Più volte candidato al Pallone d'oro di France Football, ha legato il suo nome al Betis, club della sua città in cui ha iniziato e chiuso la carriera, e di cui è assurto a icona sportiva; ha inoltre conquistato trofei con le maglie di Real Madrid e Juventus

Era un centrocampista di sostanza e personalità che, grazie a un dinamismo e a una resistenza atletica fuori dal comune, soleva svariare il suo gioco in ogni zona del campo, sempre col pallone tra i piedi; motivo per cui si guadagnò l'appellativo di "Postino", nato negli anni a Madrid grazie al compagno di squadra Alfredo Di Stéfano e poi mantenuto per il resto della carriera.

Primo spagnolo nella storia del club bianconero, debuttò in Serie A il 16 settembre 1962 contro il Genoa, sollevando a fine anno una Coppa delle Alpi. Rimase a Torino per otto stagioni, conquistando lo scudetto del 1966-1967 — rimasto nella memoria per il sorpasso all'ultima giornata su una Grande Inter ormai al tramonto — e, in precedenza, la Coppa Italia del 1964-1965, sempre contro i meneghini.

Divenuto bandiera nonché l'emblema della Juve Operaia degli anni 1960 di Heriberto Herrera.

Buona Visione!


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Luis Del Sol stupito per la sua buona prova 

SPOGLIATOI BIANCONERI 

Il 139° « derby » torinese è da poco terminato. Scomparse la tensione della gara e la «paura» di perdere, i protagonisti, negli spogliatoi, ne parlano volentieri. Nello stanzone della Juventus il risultato di parità viene considerato equo.

Affiora qua e là qualche recriminazione, specialmente da parte del «trainer» Heriberto Herrera, ma, in linea generale, tutti sono concordi sull'1 a 1. Il tecnico paraguaiano, questa volta, pare davvero aver perso un poco della sua proverbiale imperturbabilità. Interrogato dai cronisti della televisione, Herrera ha espresso il suo rammarico per il mancato successo. La Juventus poteva chiaramente risolvere la gara a suo favore nel primo tempo — ha sostenuto con calore. — I bianconeri, invece, non sono riusciti ad approfittare delle occasioni favorevoli ed hanno concluso la prima frazione di gioco con un vantaggio troppo esile. Il goal realizzato da Ferrini (dapprima in «off side», poi rimesso in gioco da Da Costa) all'inizio della ripresa è stato molto importante. Si è trattato di una rete illogica, evitabile, ma che purtroppo è servita ad innervosire i miei atleti, a far perdere la calma e la sicurezza con cui essi avevano giocato fino a quel momento. In un « derby » una rete che significa il pareggio ha un'importanza decisiva. 

Herrera si è poi soffermato sulla prova dei singoli juventini. « Sono soddisfatto del rendimento della squadra — ha aggiunto — ma un po' meno del risultato. Del Sol malgrado si trovasse in condizioni fisiche menomate, ha reso oltre le previsioni; Sivori ha offerto ottimi spunti specialmente nel primo tempo; Bercellino ha brillato meno del solito dato che doveva fronteggiare Hitchens, un atleta che si aiuta molto con i gomiti nei contatti diretti, ma il rendimento del mediano è stato ineccepibile ». Leoncini, complimentato per il tiro con cui ha ottenuto il goal bianconero, ha raccontato di aver capito le intenzioni di Gori, incaricato di battere la punizione. Sivori è apparso stanco ma non per questo poco loquace. «Potevamo vincere e invece... — ha mormorato il «capitano». — La cosa più importante per le due compagini, restava quella di far divertire il pubblico. Può darsi che gli spettatori siano rimasti soddisfatti del risultato, ma credo lo siano stati in minor misura per il gioco. SI è trattato di una partita nervosa, ma non per questo scorretta, in cui entrambe le squadre temevano troppo la sconfitta. 

Sivori, prima di salire sul torpedone che lo avrebbe ricondotto nel ritiro, si era intrattenuto brevemente con il presidente granata comm. Pianelli. I due si erano salutati con una cordiale stretta di mano. Del Sol si è detto stupito per aver potuto correre senza troppe difficoltà malgrado le imperfette condizioni fisiche e filosoficamente ha spiegato che in fondo, il pareggio aveva accontentato tutti. Combin che aveva seguito l'incontro dalla tribuna non si è lamentato per essere rimasto a riposo. «In fondo è meglio cosi — ha commentato — la partita era troppo impegnativa. Preferisco giocare mercoledì prossimo a Lecco in Coppa Italia. 

La Juventus, nel primo tempo, aveva in pugno le sorti del "match". Il Torino si era dimostrato nettamente inferiore. Poi i bianconeri sono calati e nella ripresa si sono fatti raggiungere. Un "derby" in tono minore, inferiore a quello dell'andata». L'unico infortunato tra i bianconeri è stato Gori che ha riportato una lieve distrazione muscolare alla coscia sinistra.

tratto da: La Stampa - 5 Aprile 1965

 

 


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„Da ragazzo il mio idolo era Omar Sivori, giocavo coi calzettoni abbassati e anche più tardi non ho mai messo i parastinchi. Quand'ero nelle giovanili della Juve a Sivori ho fatto un tunnel e ci è rimasto male: ragazzino, come ti permetti? Non l'ho fatto apposta, gli ho detto. Invece sì, era da mezzora che provava lui a farmi un tunnel, se l'era cercata. Da ragazzo, tra giovanili Juve, Savona e Palermo credo di aver indossato tutte le maglie, tranne l'1 e la 9. Sì, ho avuto la 10, tiravo rigori e punizioni. Ma un giorno ho visto Luis Del Sol e ho deciso che il mio vero ruolo era quello di mediano. E al mediano si chiedeva di marcare, essenzialmente. E il mediano che portava via la palla al 10, che molto raramente lo rincorreva, creava la famosa superiorità numerica.“ —  Giuseppe Furino su Luis del Sol



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«Giocherò fino a che mi sento fresco, scattante, nel pieno della forma fisica e morale. Smetterò, tuttavia, non appena mi accorgerò di non essere più questo Del Sol, il vero. Sarò io il primo a capire quando arriva l’uomo del martello, quello che mi costringerà ad attaccare gli scarpini al chiodo». - Luis Del Sol


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Juventus 1963-64



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Juventus 1968-69

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«Del Sol è il più grande professionista che abbia conosciuto, fisicamente era un fenomeno. Eppure nel mangiare non si tratteneva per niente, mangiava pesce fritto, salame, paella. Fumava. Ma in campo dal martedì alla domenica correva più di tutti noi." - Ernesto Castano su Luis Del Sol

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Per chi volesse saperne di piú:


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