domenica 24 marzo 2024

26 Marzo 1978: Genoa - Juventus

É il 26 Marzo 1978 e GenoaJuventus si sfidano nella nona giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1977-78 allo Stadio 'Luigi Ferraris' Marassi di Genova.

É una Juventus che domina il calcio italiano. Alla fine di questo campionato i bianconeri infatti conquisteranno il loro diciottesimo Scudetto

Nessuno puo starle dietro tant'è che al secondo posto si afferma la sorpresa Lanerossi Vicenza

Dall'altra parte i rossoblu genovesi sono destinati ad una dolorosa retrocessione all'ultima giornata.

Buona Visione!


 

genoa

 

Campionato di Serie A 1977-1978 - 9 ritorno

Genova - Stadio Luigi Ferraris
Domenica 6 Marzo 1978
GENOA-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Tardelli 19, Ghetti 49, Boninsegna 75, Damiani 82
Allenatore : Luigi Simoni
Allenatore : Giovanni Trapattoni
Così nasce una Leggenda

GENOA: Girardi, Ogliari, Silipo, Onofri, Berni, Castronaro, Damiani, Arcoleo, Pruzzo, Ghetti, Basilico (Mendoza 79)

JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Verza, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna (Fanna 79), Benetti, Bettega

ARBITRO: Casarin



A Marassi pareggio che vale 
Bianconeri due volte in vantaggio (Tardelli e Boninsegna), disperati recuperi del Genoa (Ghetti e Damiani) 
Prodezze e rabbia di Zoff 
Buona prova di Verza a centrocampo, al posto di Furino 
E adesso sotto con la Coppa

Genova, 27 marzo. Dapprima padrona del campo, poi contrata a tratti dagli avversari spinti più dalla disperazione che da reali capacità di gioco, la Juventus ha lasciato ieri sera Marassi con un due a due che — visto il risultato del Torino — ha tutto il sapore di un pareggio scudetto. Ora i bianconeri possono pensare al Bruges senza l'ossessione del derby. Persin perderlo non sarebbe dramma, pareggiarlo vorrebbe dire titolo ricucito sulle maglie, vincerlo dare al finale di stagione i contorni del trionfo. Due volte in vantaggio, con Tardelli al diciannovesimo di gioco e con Boninsegna al 71', gli atleti di Trapattoni sono stati raggiunti prima da Ghetti (48') quindi da Damiani (80') il quale, immediatamente, da irriducibile attaccante si è trasformato in terzino pronto a contropedalare all'indietro verso Girardi, per nulla stuzzicato dai bianconeri ai quali a quel punto non conveniva più rischiare. 
"Se il pareggio accontentava tutti — hanno commentato in tribuna — potevano arrivarci senza sprecare tante energie". 
La considerazione, giusta, aveva le sue radici nel secondo tempo non lontano di Firenze. Ma Juve e Genoa, stavolta, hanno limitato al dieci minuti finali il 'gioco delle convenienze', merito precipuo dei bianconeri che, avendo capito ai primi assaggi offensivi di avere molte possibilità di successo, hanno portato un affondo dietro l'altro, al cospetto di un Genoa di nuovo in formazione-tipo ma come paralizzato dalla paura. Simoni ha rischiato grosso recuperando Girardi (a meno di un mese dall'intervento al menisco), Basilico, e Berni: solo il pareggio finale lo salva ora da critiche severe da parte dei tifosi. La Juventus ha mostrato subito il suo carattere. Assestate le marcature principali (Morini su Pruzzo stavolta ha vinto il genoano e non importa che nessun gol abbia la sua firma, Cabrini contro Damiani, il grintosissimo Cuccureddu a bloccare Basilico), i bianconeri si sono lanciati in avanti, dove ad attendere Boninsegna c'era Silipo mentre Berni andava su Bettega e l'ottimo Ogliari fronteggiava Causio. La determinazione dei campioni li portava subito a prevalere a centrocampo, zona in cui Verza (preferito a Furino per avere il capitano fresco contro il Bruges) si muoveva con diligenza e maggiore potenza rispetto ad Arcoleo mentre Tardelli faceva ammattire Castronaro e Benetti duellava con Ghetti, soffrendone a tratti lo spunto veloce ma contrapponendo più spesso forza ed esperienza. 

Subito si faceva sentire la spinta di Cabrini sulla sinistra, tanto che Damiani (grossa prestazione la sua) si adattava a fare da terzino, aspettando più avanti le occasioni per emergere come punta. Da un fallo su Cabrini e da una punizione calciata dallo stesso, nasceva la prima palla gol per la Juve al terzo minuto: Benetti allungava la traiettoria della sfera, Bettega arrivava in spaccata ma ia deviazione finiva alta sulla traversa. Verza faceva poi partire una saetta su punizione, Girardi doveva arrangiarsi con i pugni; più difficile ancora al 16' l'intervento del portiere su una staffilata di Cuccureddu, con pallone fermato in due tempi proprio sulla linea. Ancora Girardi di pugno su staffilata di Bettega (che chiudeva qui la sua gara da attaccante, per rientrare fra i centrocampisti), faceva da prologo al gol. 

Nuova avanzata di Cabrini, punizione, Ghetti che cicca il rinvio, palla che si impenna, stupendo aggancio al volo di Tardelli e botta imprendibile. Il Genoa si scuoteva, trovava coraggio. Damiani toglieva la palla all'indeciso Scirea (un brutto momento, questo, per il libero) e grazie ad un successivo rimpallo favorevole si presentava solo davanti a Zoff: Dino era tanto bravo a chiudere la porta quanto stordito e stanco l'attaccante. Nello sparava una botta dritta addosso al portiere invece di tentare di piazzare la sfera. Rispondeva Verza andando via sui tre quarti grazie ad una ancata ad Arcoleo: i genoani si fermavano, Casarin faceva cenno di continuare, il ragazzo arrivato in area faceva partire la botta: con un sospiro di sollievo Girardi vedeva la palla rimbalzare contro il montante alla sua sinistra. La partita diventava poi più aperta, Damiani si portava più vicino a Pruzzo e la difesa bianconera cominciava a soffrire, in qualche occasione. Cabrini era molto più efficace nella veste di sostegno alle punte che come filtro su Damiani, ed allo scadere del tempo veniva ammonito per un tentativo di falciata sull'avversario partito in dribbling. Episodi, comunque, perché la Juve dava l'impressione di tenere bene in pugno la gara, malgrado il rallentamento di Tardelli e gli alti e bassi di Causio, ora irresistibile, ora come timoroso di fronte ad Ogliari. il Genoa, però coglieva insperatamente il pareggio in apertura di ripresa. 

Dalla sinistra Basilico toccava basso per Pruzzo, Morini concedeva spazio al centravanti che poteva girarsi e centrare basso: Damiani non arrivava in tempo a deviare. Ingannava però Zoff, la palla proseguiva la sua corsa ed era messa in porta dall'accorrente Ghetti. Era ammonito poco dopo anche Pruzzo (proteste), quindi Scirea perdeva un altro pallone su rimpallo ed era Zoff a dover uscire su Damiani per salvare la situazione. Causio saliva di tono, obbligava Ogliari e Castronaro a fermarlo con le brutte (cartellino giallo per entrambi) e il Genoa dava l'impressione di avere via il fiato grosso. 

Impietosa, la Juve tornava in vantaggio, al 26'. Centrava Cabrini da sinistra. Bettega correggeva la traiettoria, Boninsegna al volo di sinistro — una vera prodezza — fulminava Girardi. Pareva fatta, per i bianconeri. Trapattoni dava respiro a Bonimba mandando in campo Fanna, Simoni toglieva dai supplizi l'esausto basilico inserendo Mendoza. I rossoblu trovavano ancora qualche energia, pervenivano di nuovo al pareggio malgrado l'opposizione di Zoff, al 35'. Centrava Arcoleo, Pruzzo di testa deviava per Damiani svelto a liberarsi per il tiro: Dino respingeva la prima botta, toccava ancora la seconda ma non poteva impedire il gol. Nel gesto di stizza del portiere c'era tutta la rabbia della squadra. Damiani esultava il giusto, poi realisticamente andava in difesa. Meline all'indietro da ambo le parti per I restanti dieci minuti, poi tutti in spogliatoio con il sorriso sulle labbra. Anche se per il Genoa la strada della salvezza sarà ancora dura. Per la Juventus, subito il pensiero al Bruges (dopo un ringraziamento ovvio ad un certo Goretti del Perugia). Trapattoni ha in serbo Furino riposato. Gentile ieri tenuto a riposo un po' pensando al belgi e molto al pasticciaccio dell'andata con Di Giovanni. Squadra tipo, quindi, per le semifinali di Coppa, con tutto il riguardo che Il torneo dei campioni merita. 

Bruno Perucca


 



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