martedì 18 giugno 2024

22 Giugno 1983: Juventus - Verona

Attraverso il Canale Youtube Ufficiale della Juventus vi proponiamo un gustoso amarcord di questa data odierna. É il 22 Giugno 1983. Juventus e Verona si sfidano nella gara di ritorno della Finale di Coppa Italia 1982-83. Tutto si svolge allo Stadio 'Comunale' di Torino.

I bianconeri piemontesi sono oramai considerati 'la squadra piu' forte del mondo' avendo in rosa motli elementi della nazionale Italiana Campione del Mondo a Spagna 82. C'é pure l'aggiunta di due fuoriclasse assoluti come Michel Platini e Zibì Boniek. A fine campionato la Juventus finirá in seconda posizione dietro alla Roma di Nils Liedholm. Per quanto riguarda la Coppa dei Campioni ci si aspetta una festa in gran stille in finale ad Atene. Ma un gol da fuori area di Felix Magath e la caparbietá dell' Amburgo dirá ancora di no alla Vecchia Signora.

Arriva peró la Coppa Italia, conquistata non senza penare, dopo aver perso allo Stadio 'Marcantonio Bentegodi' per 0-2 contro gli scaligeri. I bianconeri riusciranno a ribaltere la situazione con una grande partita a Torino: 3-0 e settima coppa nazionale in bacheca.

Buona Visione!



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Stagione 1982-1983 - Coppa Italia - Finale, ritorno
Torino - Stadio Comunale
mercoledì 22 giugno 1983 ore 20.30
JUVENTUS-VERONA 3-0 - Dopo i tempi supplementari
MARCATORI: Rossi P. 7, Platini 81, Platini 119

JUVENTUS: Bodini, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio (Storgato 75), Scirea, Marocchino (Furino 60), Tardelli, Rossi P., Platini, Boniek
Allenatore: Giovanni Trapattoni

VERONA: Garella, Oddi, Marangon, Volpati, Guidetti, Tricella, Fanna, Sacchetti, Di Gennaro, Dirceu, Penzo
Allenatore: Osvaldo Bagnoli

ARBITRO: Longhi




Rimonta della Juve, la Coppa è sua 
Bianconeri e veneti (che all'andata si erano imposti per 2-0) protagonisti di una accesa sfida 

TORINO La Juventus ha vinto la Coppa Italia. Ha rimontato con Rossi e Platini lo 0-2 di Verona e si è poi imposta nel tempi supplementari ancora con Platini. Non c'era il pienone, per quella che era anche l'ultima esibizione torinese stagionale della Juventus, ma i 35 mila facevano un gran tifo. Anche il Verona era accompagnato da una tifoseria compatta: circa 6 mila sostenitori, assiepati in curva Maratona, in cui spiccava lo striscione del «gruppo anti-Juve» che diceva: 

«Verona come Amburgo» 

In tribuna stampa, anche Gigi Radice, ancora in attesa di trovare un'occupazione. Rispetto a Verona, rientravano nella Juventus Cabrini e Marocchino (alla partita d'addio), mentre gli ospiti presentavano la stessa formazione, con Spinosi in panchina. Giocare in salita, con l'handicap di due gol da rimontare, obbligava la Juventus ad un'aggressività ragionata, ma la squadra bianconera si scopriva già al 2' e il Verona creava il primo perìcolo: da Guidetti a Dirceu, poi a Sacchetti che apriva verso Di Gennaro che evitava Bodini, ma si allargava troppo e il suo cross era intercettato da Gentile. Il Verona si muoveva in souplesse, con schemi semplici e collaudati, con improvvise folate di rimessa elaborate da Fanna che ora agiva a destra, controllato da Cabrini, ora a sinistra, fronteggiato,da un, Gentile che non faceva complimenti. La Juventus adottava un marcamento misto zona-uomo a metá campo, dove gli accoppiamenti principali erano i seguenti: Bonini-Dirceu, Tardelli-Di Gennaro, Platini-Volpati, Boniek-Sacchetti. In avanti Rossi era «stoppato» da Oddi, con Tricella alle spalle, mentre Marocchino se la vedeva con Marangon. Al 4' una bella discesa di Fanna, autentica spina nel fianco per la retroguardia juventina, era stroncata da Scirea. Poi, dopo alcune fasi di studio, la Juventus sbloccava il risultato al 7'. 

Una lunga azione si sviluppava sulla sinistra per merito del bravo Marocchino che scambiava con Rossi, ma era anticipato dall'uscita di Garella, recuperava Boniek il cui tiro, intercettato da un difensore, rimpallava su Rossi che controllava e insaccava da pochi passi. Un classico gol «alla Rossi» che interrompeva un digiuno di oltre due mesi: era infatti dal 20 aprile scorso, a Lodz, che Pablito non segnava più in una gara ufficiale. Piú con volontà e rabbia ed esperienza, che con lucidità, la Juventus insisteva alla ricerca del gol che avrebbe pareggiato il conto, ma il Verona si difendeva con ordine e con calma, senza perdere mai la testa, grazie all'enorme mole di lavoro sviluppato da Dirceu, da Sacchetti, Guidetti, Volpati che costituivano la cerniera di centrocampo cui si aggiungeva anche Fanna. Al quarto d'ora Tardelli si faceva ammonire per proteste e al 18' Rossi riceveva un ottimo pallone da Boniek ma era in fuori gioco, puntualmente rilevato dall'arbitro Longhi. Altra occasione per Rossi al 21' su un contropiede propiziato da Marocchino che «Pabllto» non sfruttava per un indugio fatale. Un minuto dopo Garella, con una spettacolare deviazione in corner, evitava il raddoppio su folgore di Cabrini da una ventina di metri. Al 23' altro brivido per il Ve rona per una punizione a due in area (veniva anche ammonito Guidetti per comportamento non regolamentare) ma il tiro ravvicinato di Tardelli si infrangeva sul «muro». Al 26', imbeccato da Platini, Marocchino effettuava uno splendido affondo servendo poi a rientrare Rossi che però al momento di concludere si afflosciava. 

Ma la palla gol più clamorosa la falliva Bonlek al 40'. Platini catturava un pallone nella tre quarti di campo juventino, galoppava per una cinquantina di metri e poi scodellava un perfetto passaggio per Boniek che sprecava tirando sul portiere: Garella di piede, sventava. 

La ripresa si apriva con una doppia opportunità per la Juventus. La prima al 47': scatto e cross di Rossi per Scirea che preferiva passare a Cabrini anziché tirare e l'azione sfumava sul colpo di testa abbondantemente a lato di Boniek. La seconda un minuto dopo su ottimo spunto di Marocchino che, chiamava all'azione Rossi il cui passaggio finale era per Boniek in ottima posizione ma il polacco mandava tutto in fumo. Al 54' un errore di Brio per poco non creava guai irreparabili: il sinistro di Dirceu era deviato in corner. Due minuti dopo l'ottimo Marocchino serviva Rossi che sparava in porta (finalmente con determinazione e sicurezza) e Garella era bravo a deviare in corner. Allo scoccare dell'ora di gioco Marocchino, che già da qualche minuto chiedeva il cambio per aver esaurito... il carburante, veniva sostituito da Furino. Marocchino poteva cosi raccogliere un'ovazione, l'ultima, tutta per lui, dalla curva Filadelfia. Una Juventus lodevole per combattività, ma velleitaria quanto a mira, improvvisava azioni senza riuscire a concluderle nella giusta misura. 

Solo Platini armava il destro con una gran botta al 66' sfiorando il palo. Con la Juventus sbilanciata in avanti Gentile perdeva un tackle con Fanna che s'involava in profondità servendo poi Penzo che non agganciava di un soffio, e il pallone si perdeva sul fondo. Su capovolgimento di fronte era Garella a dirottare in corner una pericolosa botta ravvicinata di Boniek su passaggio di Platini. Al 75' Storgato dava il cambio a Brio che da qualche tempo avvertiva il riacutizzarsi del vecchio malanno inguinale ed era apparso in difficoltà nei recuperi su Penzo. Al 77' Longhi ammoniva Boniek per proteste.

Nonostante le energie scarseggiassero, i bianconeri lottavano con ferocia e avrebbero meritato il raddoppio ma Garella si superava (78') su un'invenzione di Platini. Poi la sfortuna ci metteva lo zampino, anzi il fianco di Volpati che intercettava un gran destro di Boniek con Garella ormai battuto. E la Juventus vedeva premiati i suoi sforzi all'61'. Un lungo cross di Gentile spioveva sotto porta, accanto al secondo paio dove l'accorrente Platini, allungando il destro, di punta insaccava. Una autentica prodezza che poteva realizzare solo il francese. Sotto la spinta del pubblico la Juventus sputava anche l'anima e un tiro di Gentile trovava il bravo Garella pronto alla respinta. Il finale era tutto di marca bianconera anche se una punizione di Dirceu veniva bloccata da Bodini. Boniek, in fuorigioco, segnava in rovesciata ma dopo il fischio dell'arbitro e si andava al supplementari. 

Il primo tempo supplementare, concluso senza gol, era caratterizzato da una splendida, occasione fallita di un soffio da Platini, con un tocco da giocatore di bigliardo-, deviato impercettibilmente in angolo da Garella. Si notava, come anche in precedenza, la puntuale regia di Furino, «vecchio» gladiatore mentre si inaspriva la partita soprattutto per la stanchezza: l'arbitro doveva ammonire prima Gentile e poi Oddi. Oltre a quella di Platini la Juventus costruiva altre due occasioni non sfruttate di testa da Bonini e Storgato. Quasi allo scadere del secondo tempo supplementare, dopo 119 minuti di gioco, Platini per la seconda volta con una prodezza personale inventava il gol decisivo, assegnando la Coppa Italia alla Juventus, dopo aver sfruttato abilmente un cross di Cabrini. E' il trionfo finale che proietta la Juventus in Coppa delle Coppe. 

Bruno Bernardi 
tratto da: La Stampa 23 giugno 1983




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