martedì 2 aprile 2024

4 Aprile 1976: Inter - Juventus

É il 4 Aprile 1976 ed Inter Juventus si sfidano in questa gara valevole per la nona giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1975-76 allo Stadio 'Giuseppe MeazzaSan Siro di Milano.

Siamo negl'anni del 'dominio torinese'! Sia il Torino che il club bianconero si stanno dando battaglia in questo lasso di tempo per la supremazia in Italia

Infatti in questa stagione da cui questo 'amarcord' é tratto gli 'eredi del Grande Torino' riusciranno nel intento di riconquistare lo Scudetto. Con la coppia Francesco Graziani - Paolo Pulici in attacco che trasformano in gol il gran lavoro della squadra diretta in panchina da Gigi Radice puo vedersela ad armi pari con la corazzata bianconera. I vari Dino ZoffFranco Causio, Roberto Bettega e compagnia bella hanno (finalmente) un osso duro da sgranocchiare!

Ritornando a questa partita l'Inter concluderá le proprie fatiche in campionato con un onesto quarto posto - in tempo per acchiappare un posto nella prossima Coppa UEFA.

Buona Visone!


inter



Stagione 1975-1976 - Campionato di Serie A - 9 ritorno Milano - Stadio San Siro Domenica 4 aprile 1976 ore 15.30 INTER-JUVENTUS 1-0 MARCATORI: Bertini 80
INTER: Vieri L., Bini, Fedele, Bertini, Gasparini, Galbiati, Pavone, Marini, Boninsegna, Mazzola A., Cesati (Libera 80)
Allenatore: Giuseppe Chiappella
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Tardelli, Furino, Morini, Spinosi, Cuccureddu, Causio, Bettega R., Scirea, Damiani (Altafini 60) Allenatore: Carlo Parola
ARBITRO: Michelotti



Una Juventus sbagliata alla deriva 
Sei difensori non sono bastati a salvare il pareggio: tutto rivoluzionato Io schieramento (con Scirea vice-Capello) per assicurare un minimo di organizzazione alla squadra 
Ha deciso il brutto match di S. Siro una "punizione" di Bertini 
Sul terreno di tanti trionfi, la Juventus ha toccato il fondo 

La terza sconfitta consecutiva, fatto già clamoroso per una squadra che si era meritata la fama di rullo compressore, é stata accompagnata da un crollo globale dell'impalcatura. Zoff ha incassato il gol a dieci minuti dalla fine, nel simbolico polverone di un edificio che si stava sgretolando. Diciamo subito che la rete di Bertini, su punizione e non su azione manovrata, poteva essere evitata (anche da Zoff, è la nostra opinione): aggiungiamo che Mazzola, sul contrasto al limite dell area portatogli, crediamo, da Spinosi, è stato bravissimo a guadagnarsi il fallo forzando con astuzia la decisione di Michelotti (il quale ha diretto, peraltro, con mano sicura la gara non facile per l'agonismo, confuso ma sostenuto, di entrambe le squadre). 
Fatte queste premesse, si arriva alla conclusione che la Juventus, al massimo poteva salvare un punto, ma non la faccia. Non è detto che la sconfitta di oggi contro l'Inter, dopo quelle di Cesena e del derby, non possa venire ricordata più avanti come una scossa benefica. Non é un paradosso, perché in Romagna e contro il Torino le brutte impressioni giustificati dal gioco hanno provocato illusioni, mentre ora c'è soltanto da ricostruire, e in fretta, perché il Torino viaggia sulle ali dell'entusiasmo. Può riprendersi, la Juve, dalla botta di tre sconfitte consecutive? Crediamo che interessi una risposta a questo interrogativo, prima ancora di sapere come è andata la partita odierna. Ebbene, i bianconeri, ora che si sono tolto di dosso l'assillo del primo posto, del vantaggio che si sbriciolava sotto i loro piedi come un piedestallo di gesso, dovranno pur ritrovare se stessi. Li pensiamo cotti e sventati più per motivi psicologici che fisici e poi — ultima ma importantissima considerazione — è difficile che la direzione tecnica (sinceramente, non ce la sentiamo di addossare tutte le responsabilità a Parola senza chiamare in causa il presidente Boniperti che è solito partecipare a tutti i problemi della squadra) mandi ancora in campo una formazione tanto bislacca come quella vista oggi. 
Dunque mancava Capello. Grossa assenza. In teoria, non tanto grossa in pratica considerato l'incerto rendimento di Fabio (tutti ne sanno le cause lontane. Capello non ha colpe ma ha soltanto sofferto della situazione) nell'arco della stagione (particolarmente nelle ultime gare) Ma improvvisare Scirea vice-regista é stata una trovata di tipo masochistico. Non perché l'ex libero abbia demeritato in quanto ad impegno, ma perché egli non possiede la necessaria confidenza nel ruolo. Scirea ha fatto le cose migliori puntando in avanti, come di solito, e partendo con qualche metro di campo di vantaggio è arrivato più vicino al portiere avversario, ma tutto é finito li. II centrocampo non ne ha tratto grossi giovamenti. In compenso la coppia centrale Spinosi-Morini (questi al rientro, ha scelto una brutta giornata per tornare a realizzarsi) ha latto venire i brividi, malgrado la pochezza di Boninsegna mentre Tardelli é stato sprecato a correre dietro a Berlini o a chi sfuggiva ai compagni invece di vedersi affidata una posizione di maggiore responsabilità nel vivo del gioco. 
Scesa in campo con sei difensori puri (Gentile, Morini, Tardelli, Spinosi, Cuccureddu e Scirea) con una sola punta di ruolo (Damiani, in quanto Bottega come uomo gol e ormai a mezzo servizio) e con cinque elementi (Spinosi, Cuccureddu, Scirea, Bettega e Damiani) dai numeri di maglia diversi da quelli abituali, la Juventus ha pagato fino in fondo il prezzo di un caos inevitabile. Eppure, persino In Nazionale assente Capello ha giocato Cuccureddu e la partita in Polonia e stata esaltata da molti (non da noi) e certo come una tappa luminosa del nostro calcio. A Varsavia si giocò schiattamente per difenderci, e la Juve oggi voleva difendersi. Allora, sembrava logico schierare Tardelli e Gentile terzini, Scirea libero, Cuccureddu a centrocampo, Gori a sacrificarsi in copertura con Bettega. Così, senza rivoluzionare tutto senza inventare centrocampisti nuovi. Nei momenti difficili occorre ritoccare le squadre il meno possibile. E pensare che sarebbero bastate un po' di calma e un po' di coerenza. L'Inter, pur trattando i bianconeri allo stesso modo dei granata (ovvero vincendo per 1-0) ha giocato peggio che non contro il Torino, tanto è vero che allora ebbe in apertura di gara tre palle-gol, sia pure non sfruttate. Stavolta nulla. Un ansimare di onesti ma grevi e monotoni cavalli da tiro attorno ai due soli purosangue del gruppo (Mazzola e Bini più Vieri ma meno Boninsegna, ormai a livello zero), un assaltare abbastanza insistito, ma senza squarci di gioco vero. 
Cosi mal combinata, I'Inter ha giocato a folate, cercando fin troppo Mazzola e limitando, di conseguenza, il respiro delle sue manovre. Chiappella, anche lui reduce da una settimana di caos sulla formazione (quella della Juventus é stata addirittura diversa rispetto all'annuncio dello speaker, già diversa, a sua volta, da quella dei giornali del mattino), ha messo in campo Galbiati ma non ha commesso la pazzia di inserirlo come libero, anche se fa questa parte, a volte nella Nazionale giovanile. La partita è andata avanti a sussulti rabbiosi senza mai nutrire spunti di spettacolo se non per qualche serpentina di Causio e Mazzola, per qualche perentorio intervento di Cuccureddu, Tardelli e Bini. Subito la gara si è posta sui binari dello scontro agonistico. Evidente il desiderio di vincere, e quindi di assaltare, anche se in modo caotico, da parte dell Inter. Chiara l'intenzione della Juventus di puntare al pareggio, in modo da rompere la serie negativa e restare comunque in testa alla classifica anche in caso di vittoria del Torino sul Milan. 
Subito i nerazzurri hanno ottenuto tre calci d'angolo, poi una scia di cross respinti alla meglio e di duelli senza sugo a centrocampo. Il primo pericolo la Juventus l'ha creato a Vieri al 19' Mazzola é stato contrato da Tardelli al limite dell'area bianconera, e sul rilancio é partito Causio, il quale ha saltato in dribbling Bini, ma sul rimpallo seguente é stato anticipato da Vieri in uscita. É cominciato un discreto momento per i campioni d'Italia. Damiani con la difesa avversaria stranamente impacciata ha però messo fuori di testa un bel centro di Causio. L'Inter si e posta la presto di nuovo in avanti, prima con una bordata di Berlini finita sul fondo, quindi con una bella deviazione di testa di Boninsegna, alla quale Zoff ha risposto con uno splendido volo. Ancora Vieri in evidenza al 29' per una seconda uscita sui piedi di Scirea ben lanciato nel corridoio centrale da Causio, poi al 35' su un tackle perso ancora da Mazzola partiva Damiani, che voleva concludere personalmente e tirava addosso a Vieri senza accorgersi della presenza di Causio solo alla sinistra. 
La ripresa offriva lo stesso programma: attacchi nerazzurri e risposte juventine. Su una di queste al 12' Tardelli calciava addosso a Bettega ma peraltro erano ben appostati Bini e Vieri. Un minuto dopo. Damiani dopo una punizione di Causio deviata in gol da Bettega e respinta dal portiere da pochi passi toccava sul fondo maldestramente. Prendeva tono l'Inter, Berlini segnava, aiutandosi con la mano, e Michelotti. naturalmente, non ci cascava. Entrava Altafini al posto di Damiani, ma al 35' arrivava anche il gol decisivo Mazzola caricava I'effetto di un intervento di Spinosi con un bel tuffo, la punizione fu eseguita con un po' di ritardo per il cambio tra Cesati e Libera nelle file nerazzurre, quindi Mazzola toccava alla sua destra per Bertini nel tentativo di aggirare la barriera. Tentativo riuscito, la palla era persino forte, ma Berlini si avventava e faceva portire una botta radente di destro che si infilava nell'angolino basso alla sinistra di Zoff. 
La Juventus aveva ancora dieci minuti per rispondere, la disperazione dava lucidità insperata o qualcuno, Vieri — bravo anche se malconcio dall'inizio della gara — correva dei rischi, mentre sulle gradinate si accendevano mischie furibonde, volavano petardi pericolosissimi e bottiglie, ed arrivano info, via radio, la notizia del secondo gol del Torino. Segnava Boninsegna in netto fuorigioco, poi Altafini non riusciva a controllare una palla servitagli di testa da Bettega.  Lo stesso Bettega resisteva ad un aggancio di Gasparini (regola del vantaggio), ma al momento del tiro ravvicinato trovava l'opposizione di Vieri in uscita e Bini ribatteva la susseguente staffilata di Tardelli. Finiva con uno sfortunato colpo di testa di Bettega mezzo metro a lato, ma troppo tardi la Juventus si era deciso ad attaccare. Una sconfitta, la sua che ha il sapore dello paura. 

Bruno Perucca






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La Stampa 5 aprile 1976

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La Stampa 5 aprile 1976

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La Stampa 5 aprile 1976

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