lunedì 18 marzo 2024

19 Marzo 1986: Juventus - Barcellona

Avete presente quando una prestazione da 'guiness dei primati' eccheggia lungo tutto l'arco di una carriera (ed anche oltre) di un qualunque atleta sportivo? Ebbene tutto ció riguarda anche quando l'impresa é in negativo; come accadde infatti in questa data (il 19 Marzo 1986) che segnerá per sempre la vita in campo di Marco Pacione, attaccante juventino.

Juventus e Barcellona si sfidano nella gara di ritorno dei Quarti di Finale della Coppa dei Campioni 1985-86 allo Stadio 'Comunale' di Torino. La gara di andata finì 1-0 per i catalani.

La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl'ultimi spiccoli di splendore di 'LeRoi' Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all'Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo 'in volata' lo Scudetto.

Per quanto riguarda l'europa, i nostri 'eroi' si dovranno arrendere ai blaugrana che affossano ogni velleitá di difendere la coppa dopo due gare tiratissime.

Buona Visione!

 

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Stagione 1985-1986 - Coppa dei Campioni - Quarti, ritorno
Torino - Stadio Comunale
Mercoledì 19 marzo 1986 ore 20:30
JUVENTUS-BARCELLONA 1-1
MARCATORI: Archibald 30, Platini 44

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (Pin 61), Brio, Scirea, Mauro (Bonetti I. 76), Manfredonia, Pacione, Platini, Laudrup
Allenatore: Giovanni Trapattoni

BARCELLONA: Urruticoechea, Gerardo, Migueli, Julio Alberto, Victor Munoz (Fradera 81), Alexanco, Carrasco, Moratalla, Esteban, Archibald (Marcos 51), Calderè
Allenatore: Terry Venables

ARBITRO: Keizer (Olanda)



COPPA CAMPIONI I bianconeri, sconfitti all'andata, pareggiano al Comunale con il Barcellona 
Non bastano Platini e Laudrup 
Lampi dei due attaccanti nella dura battaglia 
Sull'eliminazione ha pesato in modo decisivo l'incerta partita del Camp Nou 

TORINO — Amara uscita della Juventus dalla Coppacampioni. Un rocambolesco gol di Archibald, che chiama in causa sia Brio che Tacconi dopo mezz'ora di gioco, ha deciso la qualificazione per le semifinali. La Juventus ha due rimpianti: il non aver saputo approfittare della superiorità dimostrata a lungo al Camp Nou e le imprecise conclusioni di Pacione nell'avvio del match di ieri sera. 

Ma il centravanti almeno si è battuto, la Juve di Barcellona non ha osato. Il giudizio è chiaro: la squadra di Trapattonl ha pagato l'occasione non colta a Barcellona. Platini, autore del gol dell'inutile pareggio e di una ripresa più caparbia che lucida, ha finito la gara zoppicante e con un gesto di stizza ha accompagnato l'ultimo «anticipo» di Alesanco nel suol confronti. Come un segno di resa. 

É stata una battaglia terribile, una partita giocata con il cuore, sul filo del nervi, che il Barcellona ha affrontato con un centrocampo-ragnatela, formato da Victor a destra, Moratalla al centro addosso a Platini, Esteban nella zona di Manfredonia, Caldere ala sinistra solo di maglia secondo previsioni. In realtà uomo di copertura e di rottura, pronto a flottare su tutti i bianconeri che gli capitavano in zona. Un Barcellona tatticamente accorto, ma subito traballante in difesa sotto la veemente e sfortunata spinta bianconera. Sono stati novanta minuti ad altissimo ritmo, in un clima da corrida per fortuna calmato dall'attento arbitro Keizer, pronto ad intervenire ad ogni accenno di bagarre. Fin dall'avvio si è vista una Juve completamente trasformata rispetto alle ultime partite. C'era da attendersi la reazione del bianconeri in Coppa, e c'è stata In pieno fin dall'avvio, anche se Platini pur entrando subito in partita, finiva spesso nell'imbuto del blocco difesa-centrocampo degli spagnoli. Ancora una volta, malgrado il grosso impegno, i bianconeri hanno attaccato In modo troppo centrale. 

Comunque, trascinata da un Laudrup in vena eccezionale, scattante e stupendo nel palleggio, la Juventus è stata purtroppo penalizzata nella prima mezz'ora dagli errori (due, più una grande parata di Urruti) di Pacione, tanto bravo nel trovarsi pronto all'appuntamento con la palla, quanto impreciso ed indeciso nel tocco conclusivo. Il gol di Archibald, alla mezz'ora, è stata una mazzata terribile, un premio immeritato per il Barcellona, un castigo per Brio e Tacconi, impaperatisi sul cross lungo di Victor. Poteva essere il kappaò. La Juve invece è riuscita ammirevolmente a superare lo smarrimento, affrontando una gara più in salita di quanto non fosse già dopo lo 0-1 del Camp Nou. 

La situazione tattica per tutto il primo tempo non mutava, il Barcellona in chiaro affanno difensivo richiamava indietro i centrocampisti. Un Platini più avanzato è stata la chiave con la quale la Juventus ha cercato nella ripresa di forzare la situazione. Anche Scirea ha accettato, e fatto accettare dai compagni, i rischi delle sue proiezioni offensive. Era soprattutto Platini a condurre il gioco, cercare spazi, malgrado la marcatura feroce degli avversari. Il Barcellona dopo il cambio dell'esausto Archibald con Marcos riusciva peraltro ancora a farsi pericoloso in contropiede. I minuti passavano, sembravano volare per una Juventus che vedeva ormai l' 1-1 come una condanna. Il Barcellona, a tratti stretto d'assedio, teneva palla non appena era possibile mentre purtroppo, per i bianconeri, calava comprensibilmente Laudrup dopo lo strepitoso primo tempo. Gli spagnoli per contro mostravano una notevole tenuta atletica alla distanza. 

Il finale vedeva una Juve in preda allo scoramento. Aumentava il nervosismo di Platini nei confronti sia dei compagni che degli avversari impegnati a perdere tempo più che a giocare. Ma negli ultimi 10', una volta in possesso di palla, il Barcellona mostrava lucidità e tenuta, conducendo soprattutto le azioni di alleggerimento sulla fascia sinistra con scambi stretti e precisi tra Marcos e Julio Alberto. Finiva sull'1-1, alla Juve resta la caccia allo scudetto. 

Bruno Perucca 
tratto da: La Stampa 20 marzo 1986



 

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La Stampa 20 marzo 1986

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La Stampa 20 marzo 1986

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