lunedì 4 dicembre 2023

6 Dicembre 1995: Steaua Bucharest - Juventus

É il 6 Dicembre 1995 Steaua Bucharest Juventus si sfidano nella Sesta (ed ultima) Giornata dei Gironi della UEFA Champions League 1995-96  allo ''Stadionul Steaua - Ghencea" di Bucharest (Romania).

La Juventus guidata in panchina dal 'maestroMarcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno 'rubare' il titolo dal Milan. Alla fine sará solo secondo posto. Dall'altre parte c'é una Steaua che é lontana parente della squadra che dieci anni prima conquistó la sua prima (ed unica) Coppa dei Campioni.

Buona Visione!


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Stagione 1995-1996 - Champions League - 6ª giornata
Bucarest - Stadionul Steaua - Ghencea
mercoledì 6 dicembre 1995 ore 21:30 
STEAUA BUCAREST-JUVENTUS 0-0

STEAUA BUCAREST: Stelea, Panait, Dobos, Nagy, Prodan, Csik, Pirvu (Rosu 46), Militaru (Ilie S. 83), Gilca, Vladoiu, Filipescu (Raducan 63)
A disposizione: Gherasim, Bucur
Allenatore: Dumitru Dumitriu

JUVENTUS (5-4-1): Rampulla, Ferrara C., Pessotto G., Torricelli, Porrini, Carrera M., Deschamps, Conte A., Marocchi (Lombardo 66), Jugovic, Ravanelli (Del Piero 46)
A disposizione: Peruzzi, Fusi, Trotta
Allenatore: Marcello Lippi

ARBITRO: Grabher (Austria)
AMMONIZIONI: Marocchi 62 (Juventus); Dobos 53 (Steaua Bucarest)
ESPULSIONI: Vladoiu 59 (Steaua Bucarest)


Lombardo «Meglio giocare a palle di neve» 


BUCAREST. La partita più inutile della Champions League si chiude come Lippi voleva: senza infortuni. Il tecnico bianconero è soddisfatto: 

«La cosa più importante era salvare le gambe su un campo ridotto ad una lastra di ghiaccio. Tutte e due le squadre sono state brave, riuscendo perfino a giocare una partita dignitosa. Il primo problema era l'equilibrio, il secondo controllare la palla simile ad una saponetta». 
Lippi è polemico verso chi ha voluto far disputare ad ogni costo questa partita. 

Aggiunge: 

«E' folle che si debba giocare in queste condizioni, è assurdo dover raggiungere per forza una città, scendere in campo alle nove e mezza di sera con undici gradi sottozero. Sono cose che non capisco. Pensate se avessimo dovuto giocarci la qualificazione. E meno male che non ci sono stati cartellini gialli che avrebbero potuto pesare sulla partita con il Real».  

Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 7 Dicembre 1995




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