sabato 11 novembre 2023

12 Novembre 1972: Juventus - Sampdoria

Attraverso Youtube vi proponiamo un gustoso amarcord di questa data odierna. É il 12 Novembre 1972 e Juventus e Sampdoria si sfidano nella Sesta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1972-73 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

La Juve allenata in panchina da Čestmír Vycpálek si appresta a vincere il suo quindicesimo Scudetto anche se ad una giornata dal termine sembrerebbe che il Milan si possa fregiare della tanto osannata Stella del decimo tricolore. Ma una sconfitta inattesa a Verona ribalta tutto in quella che é tutt'oggi famosa come la 'Fatal Verona'. Dall'altre parte c'é una Samp che si salva dalla retrocessione in Serie B solo grazie alla classifica avulsa nei confronti dell' Atalanta

Buona Visione!

 

juventus


Stagione 1972-1973 - Campionato di Serie A - 6 andata
Torino - Stadio Comunale
Domenica 12 novembre 1972 ore 14:30
JUVENTUS-SAMPDORIA 1-1
MARCATORI: Causio rigore 62, Rossinelli 69

JUVENTUS: Zoff, Spinosi, Marchetti G., Furino, Longobucco (Bettega R. 57), Salvadore, Causio, Cuccureddu, Anastasi, Capello F., Altafini
Allenatore: Cestmir Vycpalek

SAMPDORIA: Cacciatori, Santin, Rossinelli, Boni, Prini, Negrisolo, Sabatini (Lippi 61), Lodetti, Petrini, Salvi, Badiani
Allenatore: Herrera Heriberto

ARBITRO: Panzino


Juve: solo un punto con la Sampdoria 
Il penalty concesso per un fallo su Bottega al 59' - 
Pareggio quasi immediato su colpo di testa del difensore blucerchiato su punizione -Cacciatori al 90' devia sul palo un bolide di Causio . 
Trentacinquemila spettatori allo Stàdio.

Un altro punto prezioso scialato dalla Juventus, un pareggio meritato per la Sampdoria. Ai campioni d'Italia, in casa, è vietato vincere. Neppure il giorno in cui l'arbitro si decide a concedere un rigore (erano undici mesi che non accadeva) che consente alla Juventus di sbloccare il risultato e di portarsi per prima in vantaggio senza essere costretta, come nelle precedenti quattro partite di campionato, ad affannose rimonte. Anche il vantaggio però non basta: un gol evitabile compromette tutto. Era già successo con il Milan (gol di testa di Rivera) e si è ripetuto ieri con Rossinelli (deviazione vincente, anche questa volta di testa del terzino). 
La difesa bianconera dispone dì giocatori di rispettabile statura, abili nel gioco aereo: eppure si lasciano sorprendere da avversari a loro inferiori in acrobazia. Già prima del gol di Rossinelli, un paio di volte Santin aveva mancato di un soffio facili palle-gol. Neppure questi avvertimenti sono serviti. E' tempo di autocritica o, per dirla con Anastasi, di esame di coscienza. I progressi dimostrati in Coppa Campioni sono stati in parte cancellati. Si può concedere alla Juventus due attenuanti (la dura trasferta di Magdeburgo, il super-catenaccio della Sampdoria), ma è l'ultimo alibi: prima che il campionato rischi di essere compromesso, la squadra deve risolvere certi problemi, ritrovare un gioco già organico e un'accettabile condizione atletica. 
Che la partita con la Sampdoria fosse difficile era prevedibile. Il muro eretto a centrocampo da Heriberto (che non poteva assolutamente perdere a Torino se voleva salvare la panchina) ha irretito la Juventus. Herrera ha schierato il terzino Sabatini come finta ala destra per impedire a Marchetti di spingersi in avanti; ha ordinato a Badiani (una punta) di ripiegare in fase difensiva su Capello (quando la Samp entrava in possesso del pallone, Badiani sì sganciava e Capello era preso in consegna da Boni). Anastasi era chiuso nella morsa Prini (che ricorreva a scorrettezze per bloccare il generoso centravanti juventino) e Negrisolo; Altaftni era marcatissimo da Santin, Rossinelli stava appiccicato a Causio mentre Lodetti si alternava con Salvi nella regia — in assenza di Suarez — e seguiva Cuccureddu. In avanti si muoveva il solo Petrini alle prese con Spinosi (stopper in assenza di Morini) e Salvadore. Un muro invalicabile. L'unico spiraglio veniva ad aprirsi sulla sinistra dóve Longobucco, senza avversario, poteva inserirsi. Il giovane difensore era al suo esordio stagionale in campionato, quindi in rodaggio. Una volta è scattato in profondità ma al momento del cross ha « bucato » il pallone. Forse questo episodio ha determinato un senso di sfiducia, nei suoi riguardi, da parte dei compagni che, in seguito, l'hanno pressoché ignorato preferendo manovrare sulla destra o sul centro dove non esistevano corridoi utili. 
Cuccureddu tentava gli inserimenti senza tuttavia creare la sorpresa e il «pacchetto » difensivo bìucerchiato poteva agevolmente controllare la situazione. Ad un tratto si è visto Capello rivolgersi alla panchina bianconera per manifestare la propria impotenza ad orchestrare il gioco, ma non è cambiato nulla. Anzi la Sampdoria ha sfiorato il gol con Santin. Su una punizione, di Salvi a spiovere, Santin di testa ha spedito a lato da buona posizione. I bianconeri hanno risposto sganciando Salvadore ma il gioco finiva regolarmente ad imbuto nell'affollatissima area sampdoriana. La prima azione pericolosa la Juventus l'ha creata al 22' con Furino, improvvisatosi ala: il suo traversone non ha trovato alcun bianconero pronto a sfruttarlo. Il ritmo non elevato dei juventini, la loro azione monocorde, favorivano gli avversari che potevano sfruttare il gioco di rimessa. Causio si è spostato a sinistra ed un suo bolide ha trovato pronto Cacciatori alla parata in angolo. Ma è stata la Sampdoria a costruire un'altra palla-gol (42'): cross di Salvi per Santin che ha sballato il tiro di destro. 
Nella ripresa la Juventus ha aumentato la velocità ed è partita in quarta. Altafini, che nel primo tempo aveva cercato di rendersi utile, è cresciuto di tono e, su azione Causio-Anastasi, ha impegnato Cacciatori in una parata a terra. Era la prima palla-gol della Juventus. Ancora dal piede di Altafini è nato un grosso pericolo per Cacciatori: Cuccureddu ha toccato lateralmente verso Causio che si è fatto anticipare di un soffio al momento del tiro. Vycpalek ha cambiato le marcature: Marchetti su Badiani, Longobucco su Sabatini. Anastasi ha continuato a lottare con grande determinazione malgrado i lividi che gli procuravano sugli stinchi le dure entrate di Prini. Per sbloccare la situazione, Vycpalek ha poi deciso di utilizzare Bettega. All' 57' Bóbby-gol ha preso il posto Causio dai dischetto batte Cacciatori, li suo ultimo rigore in campionato lo aveva fallito a Varese undici mesi or sono. 
Proprio Bettega ha determinato il calcio di rigore. Ecco l'azione: lancio di Marchetti per Altafini che di testa corregge sulla destra per Anastasi; il centravanti rovescia in area, sulla palla si portano Cacciatori, Bettega, Negrisolo e Lodetti. Bettega è trattenuto da Negrisolo e l'arbitro decreta la massima punizione. Protestano vivacemente i sampdoriani ma Panzino non si ricrede e, dopo Lo Bello (a Varese, il 12 dicembre scorso) accorda un penalty alla Juventus. Prima che lo si calci trascorrono due minuti. Con un tiro basso; sulla sinistra di Cacciatori, Causio trasforma. Subito il gol, anche Herrera ha utilizzato il « tredicesimo »: Lippi al posto di Sabatini. Il trainer ha piazzato Negrisolo su Causio, Rossinelli su Bettega e Salvi su Altafini con Lippi lìbero. Per nulla scoraggiata, la Sampdoria ha sfiorato il pareggio al 18': punizione di Salvi, bel colpo di testa di Santin e grossa parata di Zoff in angolo. 
La Juventus ha mancato il raddoppio con Bettega e al 23' la'Sampdoria ha riequilibrato il risultato approfittando di una distrazione della difesa juventino. Spinosi commette fallo di ostruzione su Petrini: l'arbitro potrebbe lasciar correre ma concede la punizione da fondo campo ai blucerchiati. Batte Salvi e Rossinelli di testa infila Zoff (senza colpe). La Juventus è ripartita in « forcing ». Bettega, Altafini (che ha disputato una buona prova), Capello e Anastasi hanno impegnato Cacciatori. Altafini e Salvadore. di testa, hanno sfiorato il gol, ma l'ultima grossa emozione l'ha procurata Causio. quasi allo scadere, con una fucilata che Cacciatori, con un gran balzo, ha deviato sul palo. Anche la sfortuna ci ha messo lo zampino. Ma più che con la sfortuna la Juventus deve prendersela con se stessa.

Bruno Bernardi 




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