martedì 10 ottobre 2023

11 Ottobre 1987: Juventus - Roma

Grazie al Canale Youtube Ufficiale della Juventus vi offriamo questo gustoso ricordo della data odierna. É l' 11 Ottobre 1987 e  Juventus e Roma si sfidano nella Quinta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1987-88 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

É ancora una Juventus in pieno alto mare in questa stagione. Dopo l'abbandono di Michel Platini, la squadra (affidata a Rino Marchesi) non riesce a trovare la solita quadratura. Alla fine di questo campionato i bianconeri si piazzeranno in sesta posizione e dopo un emozionante spareggio contro il Torino acciufferanno il piazzamento UEFA per i capelli. Dall'altra parte c'é una Roma che dotata di una rosa forte e collaudata ottiene un ottimo terzo posto finale in campionato.

Buona Visione! 

 

juventus



 

Campionato di Serie A 1987-1988 - 5 andata
Torino - Stadio Comunale
Domenica 11 ottobre 1987 ore 15.00
JUVENTUS-ROMA 1-0
MARCATORI: Cabrini 43

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Tricella, Mauro (Bruno 75), Magrin, Rush, De Agostini, Laudrup (Alessio 85)
Allenatore: Rino Marchesi

ROMA: Tancredi, Tempestilli, Oddi, Manfredonia, Collovati, Signorini, Conti (Agostini 71), Domini, Voeller, Giannini, Boniek
Allenatore: Nils Liedholm

ARBITRO: Agnolin Luigi
RIGORI FALLITI : Boniek 25 (Roma)



La Juve fa sapere che c'è Tacconi para un rigore di Boniek, Cabrini firma la vittoria sul finire del primo tempo - 
Ripresa condizionata dal campo infame - I bianconeri escono dal tunnel e frenano la Roma con una brillante prova.
In ombra Rush e Voeller.

TORINO — La Juventus ha capito subito tutto (avversari e acquitrino) aiutata dalla grande voglia di rivincita che aveva dentro, la Roma (che si era vista negare un gol dallo strepitoso intervento di Tacconi sul rigore di Boniek) ha dovuto subire le rete di Cabrini (gran fendente basso al 43') per svegliarsi un poco. Ma era tardi, per la squadra di Liedholm. I bianconeri erano stati padroni del campo: più vivaci, più pronti al pressing, più concentrati Insomma. E in difesa Brio costringeva Voeller a lamentarsi di alcune rudezze, ma il tedesco soffriva soprattutto la antipatica situazione di non vedere mai la palla: prima del suo piede o della sua testa arrivavano sempre piede o testa dello stopper. 

Sul fronte opposto, altro big straniero in angustie: per controllare Rush che non si schioda dalla posizione centrale (riceve pochi palloni, è vero, ma mai suggerisce il passaggio con uno smarcamento) sono bastati qualche anticipo di un modesto Collovati e gli stacchi di testa di Signorini, più due uscite alte di Tancredi. La partita è stata giocata da centrocampisti e difensori: meglio il pacchetto bianconero, e di molto. La Roma poi era come priva di Boniek, bloccato da Favero e dal complesso del Comunale, la Juventus aveva dalla sua il movimento di Laudrup che si muoveva su tutto il fronte offensivo. A centrocampo la «classe operaia» bianconera ha svolto un lavoro umile ma efficace, con Bonini sopra tutti. Nella stessa zona cruciale del terreno la Roma ha avuto solo Manfredonia appena all'altezza, ma Giannini e Domini (con l'appoggio di Conti, discreto) hanno continuato a cercare triangoli stretti, senza capire che con quel terreno si doveva sciabolare in avanti. 

Con la coppia Collovati-Signorini attorno a Rush, Tempestili attento su Laudrup, Oddi dalla parte di Mauro, Liedholm non si è accorto (troppo tardi ha chiesto a Domini un po' di attenzione) che Cabrini era libero come un passerotto. Il capitano potendo partire dalla metá campo arrivava comodamente a quel cross e a quegli Inserimenti che non saranno più il suo compito (cosi dice) ma restano molto utili quando trova lo spazio per farli. Liedholm ha creduto troppo ai giornali (compreso il nostro) che parlavano di un Cabrini in difficoltá. Dicevamo solo che soffriva la pressione avversaria (Berthold, domenica scorsa), non che fosse fuori causa. Il suo gol stupendo per autorità e potenza ha quindi delle spiegazioni, zona (avversaria) compresa. 

Fra scrosci d'acqua e pozzanghere (omaggio alla sportività del giallorossi: un controllo del terreno avrebbero potuto chiederlo ad Agnolin, nella ripresa) la Juventus ha preso subito in pugno la partita, dando ragione a Marchesi il quale — riproponendo la squadra base — aveva evidentemente voluto sollecitare tutti, ponendoli di fronte ad una prova d'appello. Già al terzo minuto Laudrup sfuggiva sulla destra all'impacciato Collovatl e metteva in mezzo un pallone d'oro che sfuggiva a Rush, sgusciandogli davanti come una saponetta sul bagnato, il gallese ci provava subito dopo con un colpo di testa (cross di Cabrini dal fondo...) di poco fuori. Cabrini invece continuava a parteciparvi in pieno, trovando corridoi liberi davanti a lui. Sua al quarto d'ora una botta forte ma dritta su Tancredi. Due minuti dopo era la difesa giallorossa a far mucchio per ribattere secchi tiri di Laudrup e Magrin. La Roma non riusciva ad impossessarsi del pallone: i rinvìi del difensori finivano fuori o addosso al centrocampisti bianconeri. Solo Conti cercava di far gioco, senza «spalle». Ai giallorossi riusciva un contropiede al 25', Domini lanciava Giannini sul quale si tuffava (forse inutilmente, quasi a fondo campo) Tacconi agganciandogli il piede. Rigore. Boniek lo batteva bene, sulla sinistra del portiere, che volava ancora meglio e deviava il pallone contro il montante facendosi perdonare. 

Si vedeva Voeller (una volta in 90 minuti) al 27' per un maldestro colpo di testa a lato su un pallone regalatogli da Conti, poi la Juve riprendeva la pressione arrivando al gol a due minuti dalla fine del primo tempo. Domini toccava morbido nel pantano un pallone che De Agostini gli strappava di forza per allungarlo a Cabrini. Il capitano apriva per Laudrup a sinistra e, sul bel rasoterra a rientrare del danese, fulminava Tancredi con una stoccata secca. Nella ripresa catch nelle pozze d'acqua. Impossibile giocare a calcio. Ancora la Juve a cavarsela meglio, comunque, e a colpire il montante alla sinistra di Tancredi con una botta violenta da fuori area (73*) di Magrin. I brividi, pochi, arrivavano solo dalle bizze del pallone fra fango e pozzanghere. Il gioco quindi solo nel primo tempo chiuso dal gol di Cabrini, giusto premio al carattere bianconero. 

Il migliore Brio: Qualche rudezza ma tanto anticipo e assoluta sicurezza nei colpi di testa, anche in attacco

Il peggiore Boniek: Ha patito la «sua» Juventus (Favero e Tacconi), non una sola giocata pulita o una idea felice. 

BRUNO PERUCCA 
tratto da: La Stampa 12 Ottobre 1987



 

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