mercoledì 20 settembre 2023

21 Settembre 1997: Juventus - Brescia

É il 21 Settembre 1997 e Juventus e Brescia si sfidano nella Terza Giornata del Campionato di Calcio di Serie A 1997-98  allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

La Juventus ottimamente guidata in panchina dal maestro Marcello Lippi si appresta a vincere il suo 25esimo Scudetto. Sará l'annata di Alessandro Del Piero (autore di 21 gol in campionato) e Zinedine Zidane (che a Luglio vincerá il Mondiale a casa sua). Dall'altra parte c'é un Brescia non riesce ad evitare una dolorosa retrocessione in Serie B.

Buona Visione!

 

juve

 

Stagione 1997-1998 - Campionato di Serie A - 3 andata
Torino - Stadio Delle Alpi
domenica 21 settembre 1997 ore 16.00
JUVENTUS-BRESCIA 4-0
MARCATORI: Filippini A. autorete 6, Conte A. 35, Inzaghi 37, Del Piero 55

JUVENTUS: Peruzzi, Birindelli, Ferrara C., Montero, Dimas, Di Livio, Deschamps, Zidane, Conte A. (Tacchinardi 60), Inzaghi, Del Piero
Allenatore : Marcello Lippi

BRESCIA: Cervone, Filippini E. (Binz 55), Adani, Diana, Savino, Kozminski, Filippini A. (Barollo 55), Bacci (Pirlo 63), Banin, Sabau, Hubner
Allenatore: Giuseppe Materazzi

ARBITRO: De Santis
RIGORI FALLITI: Del Piero 68 (Juventus)
ESPULSIONI: Cervone 90+1 (Brescia)



Inzaghi & Pel Piero, che sorrisi 
Superpippo: è bello che si segni un po' tutti 

TORINO. Ronaldo ha segnato. Anche Batistuta. Idem Inzaghi. E Hubner, il quarto cavaliere del gol di questa domenica di duelli tra bomber? Niente, Darione il Bresciano non ha mai, nemmeno lontanamente, attentato alla verginità di Peruzzi (unico custode di serie A ancora imbattuto) e la sola porta che ha visto bene è stata quella della propria squadra quando ha dovuto sostituire tra i pali il pazzesco, in tutti i sensi, Cervone, espulso. 

Però, nella giornata presentata, appunto, come la «Sfida dei quattro bomber», insieme e accanto a Pippo è fiorito anche Del Piero. E la juventina Coppia s'è rivelata fraterna davvero: un gol a testa fatto, uno ciascuno divorato. Due volte Alex ha passato palla al compagno, entrambe nella ripresa, e due volte, una per tempo, il compare d'attacco l'ha cercato, senza riuscire a trovarlo. Insomma, i numeri dicono che trattasi di Coppia affiatata se è capace di fare le stesse, identiche cose e dunque i criticoni insistenti sull'Inzaghi che ignora Del Piero che ignora Inzaghi dovrebbero essere serviti. E, se a qualcuno ancora frulla in testa che i due poco dialogano sul prato, provvedono i diretti interessati a chiarir le idee spiegando che 

«siamo stati larghi apposta, per scelta tattica e per sfruttare appieno il lancio su di me». 

Alex, per ribadire il concetto ricorre a un neologismo: 

«Dovevamo agire larghi, ai margini, perché in tal modo era più facile cercare la verticalità: sì, cioè, in parole povere, stando decentrati sia io che Inzaghi era più semplice aprire la difesa avversaria grazie all'aiuto di Zidane, ai suoi lanci». 

Inzaghino porta in conferenza stampa la carica che l'anima in partita e appena un cronista accenna ai meccanismi della Coppia sussulta e, siccome s'era appena dichiarato soddisfatto, aggiunge acido: 

«No, non sono soddisfatto quando sento certe domande». 

Vabbé, vogliamo rovinare la domenica a uno dei Cavalieri del gol che s'è confermato tale? Eh no, la voglia non c'è e dunque il cronista abbozza e il Pippo, rasserenato, versa zucchero sui taccuini e nei microfoni. 

«Sono in media... è bello che in questa squadra si segni un po' tutti». 

Ancora Inzaghi, dallo statistico 

«Il Delle Alpi mi porta fortuna, ogni volta che vi metto piede segno, ho fatto 4 gol in 5 volte (doppietta con il Vicenza in Supercoppa, centri con Lecce, Feyenoord e Brescia, ndr)», 

dallo statistico, dicevamo, all'eccesso di autocritica, eccesso a cui sempre si accondiscende quando le cose sono andate bene: 

«Ho preso il palo e forse non è sfortuna, ma proprio colpa mia». 

Più placido, Del Piero: 

«Sto crescendo io, come tutta la squadra, nel secondo tempo siamo davvero migliorati parecchio. Peccato per il rigore sbagliato, è la prima volta che mi accade di fallire dal dischetto. La realtà è che ho voluto cambiare la direzione del tiro dato che tutti, ma proprio tutti, ormai, sanno come e dove tiro i penalty». 

C'è sempre una prima volta. In tutto e per tutto: si pensi all'altro Cavaliere del gol, Hubner. Da dieci anni in C2, CI, B e adesso, da tre domeniche anche in A, gioca per fare gol. Contro la Juve, negli ultimi minuti, invece, ha giocato per non subirne: 

«Così, ho esordito in porta, nessuno dei compagni se la sentiva di prendere il posto di Cervone. Avrei fatto a meno di quest'esperienza». 

Da come lo dice si capisce che avrebbe anche fatto a meno di questa partita infelicissima. 

Claudio Giacchino
tratto da: La Stampa 22 Settembre 1997




 

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