Noi di JLSSN - Juventus La Storia Siamo Noi vi regaliamo questo filmato sulla leggenda bianconera Antonio Conte.
Giocatore combattivo e molto versatile tatticamente, è cresciuto nel settore giovanile del Lecce, con cui ha esordito in Serie A e in cui ha militato per nove annate, per poi assurgere ad alti livelli nella Juventus, club di cui ha vestito la maglia per tredici stagioni, a cavallo degli anni 1990 e 2000, diventandone capitano e simbolo in virtù della propria dedizione, tenacia e grinta. In bianconero ha vinto cinque campionati italiani di Serie A, oltre a trofei internazionali quali la Coppa UEFA 1992-1993, la UEFA Champions League 1995-1996, la Supercoppa UEFA 1996, la Coppa Intercontinentale 1996 e la Coppa Intertoto UEFA 1999.
Appese le scarpe e dopo un dovuto apprendistato prese in mano la panchina della Juventus nella stagione 2011-12.
Fu l inizio della riscossa bianconera. Con lui i bianconeri vinseró 3 scudetti consecuttivi, dominando in Italia.
Il suo carattere, duro e sempre alla ricerca della perfezione lo ha fatto 'abbondonare' bruscamente la Vecchia Signora il 15 Luglio 2014 durante il ritiro precampionato. Dopo anni si permise perfino di stupire tutti andando a guidare gli 'odiati' avversari dell' Inter.
Per molti tifosi juventini, la sua stella (come fu fatto con Zibì Boniek) andrebbe tolta e consegnata a Claudio Marchisio.
Buona Visione!
Antonio Conte, mediano destro, ha 22 anni. Prima di lui a Torino sono arrivati e si sono affermati altri pugliesi: Causio, Brio e Bruno Il centrocampista è stato lanciato in A, diciassettenne, da Fascetti Conte si ispira a Tardelli «E' sempre stato il mio idolo» Il leccese si sente bianconero.
LECCE. Tra un mese indosserà la maglia bianconera che è sempre stata nei suoi sogni. Antonio Conte, nato a Lecce 22 anni fa, sta vivendo un momento indimenticabile: ormai il trasferimento alla Juventus si dà per certo. Il mediano spera di poter intraprendere al più presto il viaggio verso Torino come in passato hanno fatto altri tre leccesi: Causio, Brio e Bruno. «Anche se non c'è l'annuncio ufficiale - dice il calciatore credo che la cessione andrà a buon fine. E per me sarà una grossa soddisfazione: mi vedrò ripagato dei sacrifici che ho fatto per arrivare a certi livelli». Conte è un mediano che ha conquistato da tre anni il posto di titolare nel Lecce. Ma da cinque giocava nella squadra di 3a categoria presieduta ed allenata da suo padre, Cosimino.
«In famiglia siamo tutti tifosi della Juventus - afferma - non a caso mio padre volle fondare 25 anni fa questa piccola società e la prima maglia che ho indossato, TERZO CAMBIO IN A Il Cagliari, dopo cinque sconfìtte consecutive, ha deciso di cambiare allenatore Via Giacomini, in arrivo Mazzone Manca solo l'annuncio ufficiale del club Il tecnico friulano abbonato ai licenziamentiEntrato tredicenne nel vivaio del Lecce, fece tutta la trafila nelle giovanili prima di essere adocchiato da Fascetti che lo fece esordire in prima squadra, anche se per soli dieci minuti, in serie A, contro il Pisa: era il 6 aprile 1986. E la domenica successiva una partita intera, a Como.
«Avevo meno di 17 anni aggiunge Conte - e mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Ma nel settembre successivo, durante una partita di Coppa Italia Primavera contro l'Ascoli mi fratturai la tibia destra. Passai momenti molto brutti, ma non ho mai avuto la paura di non farcela. Fu un brutto risveglio, un riportarmi con i piedi per terra dopo la gioia dell'esordio in A. Rimasi fermo a lungo e ripresi dopo- quasi nove mesi. Quel lungo periodo di inattività, però, servì a farmi riflettere, a maturarmi. Ma non mi scoraggiai. Così come superai abbastanza bene un altro infortunio, una infrazione al perone, che un paio di anni fa mi fermò nel momento in cui si stava interessando a me il Milan». Il calcio è al primo posto nella scala degli interessi, al secondo posto c'è lo studio. «Sono ragioniere - spiega -. Attualmente frequento l'Isef di Foggia dove ho superato undici esami».
Biondo, con gli occhi azzurri, è da tempo l'idolo delle tifose più giovani. «Ho scelto una attività che non consente troppe distrazioni - dice - e se ' per un giovane della mia età è : abbastanza naturale fare le ore piccole in discoteca, io devo ritirarmi presto e rinunciare alle feste. Durante il tempo libero ascolto musica, Baglioni». Qual è il suo ruolo preferito? «Mediano, ma in passato ho giocato più avanti. L'anno scorso con Boniek sono stato utilizzato anche da terzino».
Il rapporto con gli allenatori è stato sempre buono. «A Fascetti devo la gioia dell'esordio - ricorda - ma sono riconoscente a Mazzone, spesso burbero nei miei confronti. Mi rendo conto che l'ha fatto a fin di bene e lo ringrazio per questo. Boniek è stato un fratello maggiore, sempre pronto a darmi buoni consigli, così come sta facendo Bigon». E come si immagina Trapattoni? «Un grande allenatore, uno al quale piacciono i giocatori che lottano per conquistare un posto in squadra. Per questo non mi spaventa dovermi impegnare ogni giorno per ottenere la sua fiducia».
Magari cercando di ispirarsi a Tardelli, il suo idolo.
tratto da: La Stampa 9 Ottobre 1991
"Non si può mangiare con 10 euro in un ristorante da 100 euro” - Antonio Conte quando era allenatore della Juventus
“Chi vince scrive, chi arriva secondo ha fatto un buon campionato ma non ha fatto la storia” - Antonio Conte
“Chi affronta la Juve fa sempre la partita della vita. Per noi è normale amministrazione” - Antonio Conte
“Il perdono fa parte del compito dell'allenatore, altrimenti su 25 calciatori ne salveresti 10” - Antonio Conte
“Più vai in vetta e più sono forti le folate di vento” - Antonio Conte
“La Juve l'ho lasciata antipatica e l'ho trovata simpatica. Voglio che torni antipatica presto. Io se perdo muoio” - Antonio Conte
Antonio Conte makes his Juventus debut in a 1-0 victory over Torino, 1991. pic.twitter.com/FEwmlePvot
— 90s Football (@90sfootball) November 29, 2018
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