É il 25 Giugno 1989 e Juventus e Verona si sfidano nella Diciassettesima (ed ultima) giornata del Girone di ritorno del Campionato di Serie A 1988-89 allo Stadio 'Comunale' di Torino.
É una Juventus che cerca di costruire una squadra ancora scossa dal addio di 'Le Roi' Michel Platini e dai fallimenti di Ian Rush e dal tecnico Rino Marchesi. Guidati in panchina dalla leggenda Dino Zoff, i bianconeri raggiungono un quarto posto in campionato che dovrebbe rappresentare un buon viatico per il futuro. Dall'altra parte c'è un Verona che termina il campionato al limite della zona retrocessione. Un campionato amaro per gli scaligeri che fino a poche stagioni prima lottavano (e vincevano) per lo Scudetto.
Buona Visione!
Stagione 1988-1989 - Campionato di Serie A - 17 ritorno
Torino - Stadio Comunale
Domenica 25 giugno 1989 ore 17.00
JUVENTUS-VERONA 3-0
MARCATORI: Laudrup 9, Rui Barros 73, Rui Barros 79
JUVENTUS: Tacconi (Bodini 75), Galia, Cabrini, De Agostini, Brio, Tricella, Marocchi (Magrin 66), Rui Barros, Altobelli, Mauro, Laudrup
Allenatore: Dino Zoff
VERONA: Cervone, Berthold, Volpecina, Bonetti D., Pioli, Soldà, Troglio (Bruni 61), Iachini, Galderisi, Bortolazzi, Caniggia (Gasparini 68)
Allenatore: Osvaldo Bagnoli
ARBITRO: Lanese
Zoff soddisfatto «Stagione eccellente sul piano del gioco»
TORINO — I bilanci spettano a Zoff. Mentre nello spogliatoio qualcuno stappa lo champagne e come per incanto compare un vassoio di pasticcini (gentile omaggio di un magazziniere meno smemorato di altri), il tecnico apre il librone del campionato. Intanto una considerazione, l'unica di tutto il clan bianconero sulla vittoria contro il Verona:
«Meglio non si poteva chiudere. Una vittoria chiara, netta, che sintetizza un po' tutta la nostra stagione, condotta su livelli più che buoni».
A Zoff il quarto posto piace.
«La nostra posizione — aggiunge —rispecchia il valore della squadra. Ho sempre sostenuto di avere un organico buono e quindi il bilancio non può che essere positivo. Alla squadra non è mai mancata la continuità, ha fatto buone cose sempre non solo nel finale. C'è stato un mese balordo, ma le colpe non sono state soltanto nostre».
Non ha rimpianti. Era alla prima esperienza in una squadra di club ed ora la sua disamina non contempla la parola rammarico. Ammette:
«Ci siamo sempre battuti bene. La cosa migliore è stato il gran ritmo con cui abbiamo disputato tutto il campionato. Rispetto alle mie attese della vigilia, mi pare che non sia mancato nulla».
Ora c'è grande attesa attorno ai movimenti di mercato. Zoff è possibilista:
"Vedremo cosa riusciremo a fare. Non mi sento di dire adesso se metteremo in piedi una Juve più forte di quella attuale".
Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 26 giugno 1989
I tifosi «intervistano» l'Avvocato sul futuro della squadra fra sogni, arrivi e partenze
Agnelli: «Solo Vialli farebbe grande la Juve»
Ma resta un frutto proibito, così come Dunga
Oltre a Laudrup in partenza anche Altobelli e Cabrini, ormai ex uomo simbolo
Il terzino ha scelto Bologna: «Finisce un amore, spero che la gente non mi dimentichi»TORINO — I tre gol al Verona diventano un fatto marginale, il quarto posto in classifica, un particolare del tutto trascurabile (non per Zoff). Il rito degli addii fa passare tutto in secondo piano. Fuori i fazzoletti: lo spogliatoio della Juventus si svuota e qualcuno per prudenza ha svuotato anche l'armadietto con gli indumenti da gioco. Qualche certezza, molte incertezze. Tra oggi e domani tutto forse sarà più chiaro. L'agenda di Boniperti è fitta di appuntamenti: il presidente, che ieri ha lasciato il Comunale alla fine del primo tempo senza neppure passare dagli spogliatoi, dovrà fare gli straordinari per incontrare i giocatori più chiacchierati.
E, intanto, la gente sogna. Ieri i tifosi hanno assediato l'avvocato Agnelli nella speranza di avere da lui lumi sul futuro della Juve. Agnelli ha risposto cortese, ma restando nel vago:
"Tutti vogliamo una grande Juve, ma non è facile come sembra. Comunque ci proveremo".Per ora ci sono certezze soprattutto su chi parte. Cabrini e Laudrup per esempio. Agnelli ha parlato con il terzino la scorsa settimana, l'ha invitato a comportarsi con la stessa serietà di sempre. Ieri ha aggiunto:
«Per ora è uno dei pochi sicuri di cambiare squadra. Quanto a Laudrup è da tempo che il Barcellona lo corteggia. A questo punto tocca a lui decidere».In realtà, i giochi sono fatti. Agnelli ha parlato anche di Altobelli, che una volta aveva definito
"il nostro Santillana".Molti dubbi anche sul centravanti:
«Non so come finirà. Mi pare che stia giocando bene, ma anche lui sa di non essere più un bambino".Nella fiera dei sogni c'è posto anche per Dunga e Vialli. L'Avvocato scuote la testa:
"Dunga non lo venderanno e Vialli è l'unico che camberebbe tutta la squadra".Già, ma non si muoverà da Genova. Infine un pensiero anche per il Torino:
«Mi spiace, ma ottenere tre vittorie consecutive non era facile. Neppure una nostra vittoria a Pescara l'avrebbe aiutato".Ed eccoli gli uomini con la valigia. Precedenza a Cabrini, il simbolo di una Juve forte e vincente che si è persa per strada. Antonio ha scelto Bologna e per i saluti ricorre a frasi ad effetto:
«Finisce un sogno d'amore e spero che la gente conservi di me l'immagine di uno che ha dato tanto, tutto. Difficile trovare le parole giuste in certi casi, ma non c'è emozione in questo momento e non mi volto indietro perché sennò sarebbe troppo amaro. Soffrire non mi piace".A fine partita ha festeggiato sotto la curva Filadelfia di fronte ai tifosi in delirio, poi ha trascorso la serata con Laudrup ed Altobelli, due compagni che divideranno con lui il momento dei saluti. Ma dei due solo il danese per ora è sicuro di partire. Altobelli infatti deve ancora discutere la sua posizione con Boniperti. Laudrup invece lascia dopo quattro anni pieni di contraddizioni. Ha chiuso con un gran gol da dedicare ai tifosi. Stamane vola a Copenaghen, la prossima settimana sarà a Barcellona per la firma del contratto. Poi ancora a Torino per il trasloco. Taglia corto:
«E' sicuro, me ne vado, anche se Boniperti ha fatto un tentativo in extremis per trattenermi. Ma la decisione è presa e non torno indietro. L affetto dei tifosi mi ha riempito di gioia e sono contento di averli salutali nel modo migliore,..cioè con un. gol".Una prodezza di quelle che ha regalato alla Juve con il contagocce. Le prossime ore saranno decisive anche per Tricella. Dopo le certezze dei mesi scorsi, ora il libero sente vicino il momento della partenza. Stasera incontrerà Boniperti, ma non è detto che alla fine del colloquio avrà idee più chiare. Il problema è abbastanza semplice: se la Juventus avrà la garanzia di poter ingaggiare un forte centrocampista, dirotterà Fortunato in difesa e quindi potrà fare a meno di Tricella. Diversamente, Fortunato resterà nel suo ruolo più naturale ed il difensore verrà confermato. E' probabile quindi che neppure oggi la posizione di Tricella sia più definita. Ma il giocatore non sembra disposto ad attendere oltre. Con un grande sacco sulle spalle pieno zeppo di indumenti di gioco ammette:
"Porto via tutto, non si sa mai. Oggi parlo con Boniperti e spero di avere poi delle certezze. Però se la società non decide in un senso o nell'altro, mi riterrò libero di cercarmi un'altra sistemazione. Non faccio previsioni".Ma sembra tranquillo, come se i giochi fossero fatti.
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 26 giugno 1989
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