É il 18 Settembre 1985 e Jeunesse d'Esch e Juventus si sfidano nella gara di andata dei Sedicesimi di Finale di Coppa dei Campioni 1985-86 allo Stadio 'Josy Barthel'' di Lussemburgo.
I 'nostri eroi' si concentrano principalmente sulla massima competizione europea, anche se alla fine riescono a vincere 'solo' in Italia. Infatti conquistano il 22esimo Scudetto dopo un testa a testa emozionante con la Roma di Sven Goran Eriksson.
Per quanto riguarda la Coppa dei Campioni i bianconeri devono abbondare i sogni di gloria dopo l'eliminazione ai danni del Barcellona nei Quarti di Finale.
Buona Visione!
Lussemburgo - Stadio Josy Barthel
mercoledì 18 settembre 1985 ore 19:30
JEUNESSE-JUVENTUS 0-5
MARCATORI: Laudrup 21, Cabrini 34, Ontano autorete 41, Serena A. 80, Serena A. 82
JEUNESSE (LUSSEMBURGO): Van Rijswijck, Teitgen (Simon 69), Muller, Ontano, Di Pentima (Stroz 78), Ferrassini, Scuto, Zwally, Mogenot, Barboni, Guillot
A disposizione: Hoffmann, Blasi, Koster.
Allenatore: Pecqueur
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea (Pioli 46), Mauro, Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup (Pacione 63)
A disposizione: Bodini, Pin, Bonetti I
Allenatore: Trapattoni
ARBITRO: Mercier (Svizzera)
Juventus, una facile goleadaCOPPA CAMPIONI Avversari troppo deboli ed ingenui per i bianconeri Juventus, una facile goleada Laudrup, Cabrini ed un autogol nel primo tempo - Doppietta di Serena nella ripresa - In campo anche Pioli e Pacione.
DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — L'avvio di Coppa Campioni non poteva creare problemi alla Juventus. La partita vinta senza forzare per 5-0 sull'Esch è stata in definitiva un serio match di allenamento (anche con qualche spazio a Tacconi nella ripresa, per un logico allargamento delle maglie difensive bianconere). Persino difficile dare i voti in pagella.Dopo quello che doveva essere il minuto di silenzio, ridotto frettolosamente a 30 secondi dall'arbitro svizzero Mercler, la gara non ha mai avuto storia. Adesso il match di ritorno, nel Comunale deserto, poi il sorteggio ,del secondo turno. La Juve comincerà solo allora la vera difesa del suo blasone. In uno stadio dal fondo stupendo, dalle gradinate anguste ma personalmente troppo grandi (appena diecimila gli spettatori) i bianconeri di casa hanno giocato tutte le loro modeste carte, ma gettate sul terreno con coraggio e sacrificio fisico, nel primi dieci minuti sorprendendo un poco Platini e colleghi. Era anche giusto: partite come quella di ieri sera dove la differenza tecnica, atletica e tattica è un abisso, è sempre difficile per il più forte iniziare con il piede giusto.Persino Manfredonia, uno che a farsi maltrattare di regola non ci sta, ha accettato una botta del baffuto Barbode. La Juve ha scelto l'ultima strada, e dopo cinque minuti senza battere ciglio, i lussemburghesi mettevano subito alla frusta le loro punte ed i loro centrocampisti, ci mostravano una inedita marcatura a tre con i tre «lunghi» della squadra: il giovane e ricciuto Ontano (bel colpitore di testa e buono nell'anticipo sino a quando l'autogol non lo ha demora lizzato) addosso al centravanti, Ferrassin! Ubero e Di Pentina davanti.Una sorta di sandwich a tre. E affaticato gli altri lussemburghesi: in più di undici non si può giocare per tredici non si può correre. Ad ogni modo i lussemburghesi avevano almeno la sodisfazione di effettuare il primo tiro serio in porta: all'8' su punizione toccatagli da Barboni, Zwally faceva partire una botta maligna che Tacconi con fatica deviava in angolo. Per nulla impressionata la Juve iniziava a fare i suol esperimenti, da verificare comunque contro avversari più concreti, e di migliore tenuta alla distanza. Il problema del cross dalla destra, viste le renitenze di un Mauro sempre propenso ad accentrarsi e comunque impreciso nella battuta alta, era risolto bene da ripetuti inserimenti di Bonini, mentre dall'altra parte con Laudrup più che mal mezzapunta al fianchi di Serena, i riferimenti arrivavano da un Cabrini più offensivo o da alcuni spostamenti dello stesso Serena. Se son rose, fioriranno, ovvero se non si tratta solo di impressioni legate ad una partita tra forze impari, fioriranno in campionato.Si portava spesso sotto anche Brio a cercare di bucare il bunker lussemburghese, che capitolava la prima volta al 21' quando Mauro stringendo come al solito al centro lanciava bene in verticale Platini il quale anticipava li portiere e dal fondo pennellava per la testa di Laudrup: botta secca che invano Ontano cercava di fermare con le mani sulla linea. Una volta che la Juve ave va rotto il ghiaccio, la partita prendeva la piega che si prevedeva. Al 26' su un cross dal fondo destra di Bonini, Platini alzava di piatto una palla che in un momento di maggiore concentrazione avrebbe utilizzato altrimenti, quindi al 34' era Cabrini a raddoppiare con un fendente trasversale dalla sinistra.Il finale era un tirassegno juventino con Van Rijswljck a volare tra i pali: respingeva botte di Serena, Platini ,e Mauro; vèniva graziato dallo stesso Mauro ma tradito da Ontano il quale al 42' deviava alle spalle del compagno un tiro cross basso di Cabrini.I bianconeri iniziavano la ripresa con Pioli al posto di Scirea, e concedendo qualche offensiva agli avversari tanto per dar modo a Tacconi di cogliere la sua parte di applausi. Davanti a Van Rijswljck, comunque, Platini e Laudrup si prendevano qualche confidenza di troppo e soprattutto era l'eccessiva ricerca di andare in porta con «uno-due» stretti-di aleatori risultati. Al 62' Platini a grande richiesta del pubblico provava la punizione: calciava basso e sfiorava il montante. Trapattoni mandava In campo Pacione al posto di Laudrup, e Serena visto che di cross non ne arrivavano più andava spesso a cercare palloni allargando. Platini come a Ferragosto a Villar Perosa contro la squadra ragazzi dirigeva con voce e gesti gli spostamenti del compagni. Serena comunque arrivava al gol. il quarto, al 79' con un secco colpo di testa su lancio di Mauro. A 3' dalla fine lanciato da Cabrini ancora Serena provava il destro e Van Rijswljch era battuto da un tiro basso ed angolato alla sua sinistra.
Bruno Peruccatratto da: La Stampa 19 Settembre 1985
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