mercoledì 13 marzo 2024

14 Marzo 1995: Juventus - Eintracht Francoforte

É il 14 Marzo 1995 e Juventus ed Eintracht Francoforte si sfidano nella gara di ritorno dei Quarti di Finale di Coppa UEFA 1994-95 allo Stadio 'delle Alpi' di Torino.

La Juventus dopo anni di magra si appresta a vincere il suo ventitreesimo scudetto con il nuovo allenatore Marcello Lippi. In Europa é un mezzo trionfo : dopo aver elminato i gialloneri del Borussia i ragazzi in bianconero dovranno cedere al Parma di Nevio Scala l'alloro continentale.

Buona Visione!  


juve


Stagione 1994-1995 - Coppa UEFA - Quarti, ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
martedì 14 marzo 1995 ore 18:00
JUVENTUS-EINTRACHT FRANCOFORTE 3-0
MARCATORI: Conte A. 77, Ravanelli 86, Del Piero 89
 
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Porrini, Fusi (Torricelli 46), Kohler, Deschamps, Marocchi (Jarni 84), Conte A., Del Piero, Baggio R., Ravanelli.
A disposizione: Rampulla, Di Livio, Vialli
Allenatore: Marcello Lippi
 
EINTRACHT FRANCOFORTE (GERMANIA): Koepke, Bindewald, Legat, Roth, Binz, Falkenmayer, Flick (Becker 70), Dickaut, Furtok, Weber, Okocha (Sobotzik 82)
A disposizione: Nikolov, Wolf, Tskhadadze
Allenatore: Jupp Heynckes
 
ARBITRO: Diaz Vega (Spagna)
AMMONIZIONI: Conte A. 77 (Juventus); Bindewald 61, Falkenmayer 70 (Eintracht Francoforte) 



Coppa Uefa: bianconeri in semifinale (come il Parma) dopo aver faticato con l'Eintracht 
Juve puntuale come un orologio 
I cecchini colpiscono nel quarto d'ora finale 

TORINO. Abbiamo pensato a lungo che l'avventura della Juventus in Coppa Uefa potesse concludersi nella maniera più sorprendente, con una sconfitta in casa dopo l'1-1 dell'andata a Francoforte. Invece il tempo che è galantuomo, ma soprattutto tira dalla parte dei Lippanti, ha permesso loro di risolvere una partita assai più scorbutica di quanto farebbe pensare il punteggio (3-0), confezionato negli ultimi 13 minuti. 
Tanto per restare nelle tradizioni dell'annata. Chi pensava che l'Eintracht si fosse fermato al pareggio dell'andata è rimasto deluso. Un'avvisaglia del nuovo vigore che infervora la squadra di Heynckes era venuta dalla prestazione di sabato scorso contro il Borussia Dortmund che è in testa al campionato tedesco. La capolista italiana ha patito allo stesso modo per tutto il primo tempo la vitalità e la forza fisica degli avversari, modesti nella tecnica però più tosti di un trattore. Se non stai bene ti triturano e la Juve era nella predisposizione per farsi calpestare. Anzi per un'ora si è visto il peggio degli ultimi mesi, con un centrocampo poco creativo e superato in velocità e in potenza. Il resto dei Lippanti era allineato alla serata di presunto relax. 
«Noi giochiamo in un modo solo» 
aveva detto Lippi. Ma si fa presto a dire che si lotta allo stesso modo per tutti i traguardi, il problema è che ci credano i giocatori e non cedano alla tentazione (comprensibile, in fondo) di risparmiarsi un po' quando l'impegno sembra agevole. Tutto faceva pensare a una partita minore rispetto alle grandi battaglie per lo scudetto: l'affluenza modesta del pubblico, che ha fatto arrabbiare i dirigenti bianconeri (ma non era prevedibile alle 6 della sera?) e la stessa decisione di rinunciare a Sousa e a Vialli, quest'ultimo in panchina. I due sono malconci, serviva che riposassero. Ma se ci fosse stato campionato scommettiamo che li avremmo visti in campo. In un serata così, la Juve ha rischiato di compromettere nei primi 45 minuti il proprio obiettivo internazionale. 
L'Eintracht, ancora senza l'ex laziale Doll e con qualche cambiamento rispetto all'andata (non male il giovane terzino sinistro Legat, ad esempio), ha giocato meglio e si è reso più pericoloso. Heynckes ha impostato una difesa a quattro con Binz libero e Roth su Ravanelli; i tre centrocampisti, con l'aggiunta dell'ala destra Flick garantivano una buona copertura. Squadra molto corta, capace di anticipare le intenzioni della Juve e di rilanciarsi verso Peruzzi, che in una sola serata ha patito più che negli ultimi match di campionato. Almeno tre volte i tedeschi l'hanno impegnato a fondo; tra il 37' e il 39' il Cinghialone bianconero ha dovuto stoppare le deviazioni di testa di Dickhaut e Weber, due centrocampisti. Il nigeriano Okocha, lesto come un gatto, però meno grafitante diventava un problema da marcare, finché nella ripresa non si spegneva da solo. E, di contro, la Juve confermava che quando non c'è Sousa è un problema costruire gioco, perché Deschamps è un buon interditore poco creativo. Baggio, che in questi casi dovrebbe inventare le trame, era molliccio di gambe e di idee. Ravanelli presuntuoso nelle giocate. Insomma i Lippanti non ne combinavano una giusta: soltanto Baggio, alla mezz'ora impegnava Koepke con un tiro centrale. Era un sollievo per i cuori juventini andare al riposo senza danni, confidando nella ripresa che di solito premia i bianconeri. Così è stato.  
Nonostante una pressione più decisa e una correzione tattica (con Torricelli al posto di Fusi e Ferrara spostato a centrale in linea con Kohler per rendere più aggressiva la difesa) la Juve ha penato ancora. Tuttavia ha recuperato il controllo del match, dominandolo negli ultimi 20 minuti. Del Piero con un tiro furbo, alla Baggio, e poi Conte, la cui conclusione era respinta sulla linea da Roth anticipavano la rete di Conte, liberato da un tocco in area di Del Piero. Una fuga prepotente di Ravanelli, alla ricerca del nono gol in Coppa, e una invenzione ancora di Del Piero servito da Baggio toglievano le ultime paure. 

Marco Ansaldo




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