martedì 12 marzo 2024

13 marzo 1999: Juventus - Udinese

É il 13 Marzo 1999 Juventus e Udinese si sfidano nell'ottava Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1998-99 allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

In casa bianconera é avvenuta una clamorosa 'rivoluzione'. Il grande Marcello Lippi ha rassegnato le dimissioni da allenatore ed al suo posto é arrivato il giovane e rivoluzionario Carlo Ancelotti. Dopo l'iniziale scettiscimo dei tifosi la squadra sembra aver intrapreso la giusta via. Peró alla fine sará solo un deludentissimo settimo posto che varrá solo l'accesso per l'europa verso la Coppa Intertoto. Dall'altra parte c'é l' Udinese che allenata da Francesco Guidolin disputa un grande campionato e termina la stagione davanti alla 'Vecchia Signora' e le 'ruba' un posto in Coppa UEFA.

Buona Visione!

 

juve


Stagione 1998-1999 - Campionato di Serie A - 8 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
Sabato 13 marzo 1999 ore 15:00
JUVENTUS-UDINESE 2-1
MARCATORI: Fonseca 29, Sosa 47, Inzaghi 76

JUVENTUS: Rampulla, Birindelli (De Sanctis 65), Tudor, Iuliano, Di Livio, Conte A., Deschamps, Davids, Zidane (Tacchinardi 71), Inzaghi, Fonseca (Henry 59)
Allenatore: Carlo Ancelotti

UDINESE: Turci (Wapenaar 26), Gargo (Appiah 84), Calori, Pierini, Genaux, Giannichedda, Walem, Jorgensen, Locatelli, Sosa, Poggi
Allenatore: Francesco Guidolin

ARBITRO: Pellegrino
ESPULSIONI: Rampulla 64 (Juventus)



Con le sue reti ha regalato tre vittorie consecutive alla Juventus e la fa sperare per Atene
Inzaghi, Re Mida dell'area di rigore 
«E' un periodo in cui la fortuna mi dà una mano» 

TORINO. Il segreto del grande ribaltone ha un nome: Inzaghi. E' inutile parlare di Juve trasformata dopo l'arrivo di Ancelotti senza ricordare che come al solito sono stati i gol di SuperPippo a essere decisivi. Se Lippi avesse avuto il suo «animale da gol» nel mese più delicato della stagione non avrebbe dato le dimissioni e la Juve non si sarebbe trovata ai margini della lottascudetto. Era destino che fosse Ancelotti a trarre beneficio dalle prodezze di un centravanti che è l'autentico re Mida dell'area di rigore. E ora Pippo, dopo aver sbriciolato prima la Samp, poi l'Udinese si concentra sull'Olympiakos, cui ha già segnato una rete-capolavoro all'andata. Inzaghi, ancora un gol che vale tre punti pesanti. Ancelotti le deve molto. 

«E' un periodo in cui le cose mi vanno bene e la fortuna mi aiuta. Altrimenti non saprei come spiegare due gol di fila segnati nel momento più delicato per la squadra». 

Dopo due mesi di stop per curare la pubalgia ha ripreso come se nulla fosse. La sorprende questa facilità nel ritrovare la condizione migliore? 

«Un po' sì. Durante le vacanze di Natale ho lavorato con Pagni per recuperare il tono muscolare, poi ho completato la guarigione a Torino. Avevo tanta voglia di giocare, ma non avrei pensato di poter essere subito al meglio della condizione»

Ormai ha abituato bene i tifosi che si aspettano sempre la prodezza. 

«E io so che non sarà facile conclamare e soprattutto segnare reti decisive come le ultime. Anche se dalla mia parte c'è una continuità di rendimento come goleador che mi fa essere ottimista». 

Intanto Ancelotti spera che lei si concentri sull'Olympiakos. 

«L'attesa è grande, possiamo farcela. Per noi attaccanti il compito non sarà facile, non credo che avremo tante palle-gol, quindi dovremo essere bravi a capitalizzare le poche occasioni a disposizione». 

L'anno scorso a Kiev serviva una vittoria e lei con due reti spinse la Juve in semifinale. 

«Ricordo tutto benissimo, quindi dico che mercoledì sarà diverso, perché in Ucraina dovevamo fare noi la partita ed entrammo in campo per imporre subito il nostro gioco. Ad Atene saremo aggrediti, dovremo essere bravi nelle ripartenze e nel sopportare la pressione dei greci nei primi minuti». 

Qual è il segreto di queste cinque vittorie su sei partite ottenute con Ancelotti in panchina? 

«Abbiamo ritrovato la consapevolezza di essere un gruppo forte, unito. Ancelotti ci ha dato la tranquillità che avevamo perso con Lippi a causa dei troppi errori che commettevamo. E poi il fatto che il nuovo allenatore abbia accettato di rischiare con noi prendendo la squadra a questo punto della stagione ci ha responsabilizzati. Sono contento per lui che le cose vadano bene». 

La Juve che ha battuto l'Udinese ma ha scontentato Ancelotti può bastare per mercoledì? 

«No, ci vorrà una miglior organizzazione di gioco e più attenzione per uscire indenni dalla bolgia di Atene. Loro hanno un collettivo forte, qualsiasi squadra rischia su quel campo. Ci aiuterà, come sempre, il nostro carattere. Anche sabato volevamo ad ogni costo la vittoria e l'abbiamo ottenuta quando magari altri si sarebbero rassegnati al pareggio». 

Il futuro di Inzaghi è più che mai juventino o adesso tre gol cambiano le carte in tavola? 

«Fa piacere sapere che in tanti mi vorrebbero, ma il fatto di essere un uomo-mercato non significa che a fine stagione me ne vada». 

Ancelotti l'ha confermata. 

«Nonostante tutte le voci, con l'allenatore ho un bel rapporto e alla Juve si resta sempre volentieri». 

Anche i dirigenti le hanno manifestato la loro stima? 

«Anche sotto questo aspetto sono tranquillo. Quando sono arrivato ho firmato un contratto di cinque anni, ma già al termine della scorsa stagione, la prima alla Juve, mi è stato ritoccato. Un gesto che ho apprezzato e mi convince di aver fatto la scelta giusta». 

Ora aspetta la chiamata di Zoff. 

«Non so, ma spero che arrivi ancora una volta. Giocare con la maglia azzurra ò sempre stato il mio obiettivo, in Nazionale ho già segnato gol importanti». 

Neppure il recupero di Vieri può diventare un ostacolo per lei? 

«Credo di no. lo e Bobo siamo grandi amici e potremmo giocare insieme. Anzi, è proprio quello che mi auguro perché è da tempo che aspetto la grande occasione». 

Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 14 marzo 1999




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La Stampa 14 marzo 1999

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