venerdì 12 aprile 2024

13 Aprile 1969: Milan - Juventus

É il 13 Aprile 1969 Milan Juventus si sfidano nella decima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1968-69 allo Stadio 'San Siro' di Milano.

Questo campionato vede come degna protagonista la Fiorentina guidata magistralmente da Bruno Pesaola che tra lo stupore generale vince il suo secondo scudetto. Come contendente trova il Cagliari di Gigi Riva che sta allestendo lo squadrone per la stagione seguente. Sará il primo (ed unico) traguardo tricolore per i sardi.

Ritornando al campionato citato prima sia Juve che Milan lottano per le posizioni delle retrovie, anche se i rossoneri riescono in extremis a conquistare l'ultimo gradino del podio.

Per i bianconeri sará alla fine un quinto posto finale che come sempre per la nostra blasonata societá é un fallimento.

Buona Visione!



milan


Stagione 1968-1969 - Campionato di Serie A - 10 ritorno Milano - Stadio San Siro Domenica 13 aprile 1969 ore 15.30 MILAN-JUVENTUS 1-0 MARCATORI: Prati 20
MILAN: Cudicini, Anquilletti, Rosato, Maldera, Malatrasi, Trapattoni, Petrini, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati
Allenatore: Nereo Rocco
JUVENTUS: Anzolin, Salvadore, Leoncini, Bercellino G., Roveta, Del Sol, Pasetti, Benetti, Anastasi, Haller, Menichelli
Allenatore: Heriberto Herrera
ARBITRO: Lo Bello C.


Anastasi non basta
E il Milan (che aveva tanta paura) ne approfitta
Mancato a San Siro il "gran colpo, da protagonista
Juventus, il solito volto
Heriberto Herrera: ancora errori tattici Prima segna Prati, poi Cudicini salva il risultato

DAL NOSTRO INVIATO
Milano, lunedi sera.
Il Milan ha Prati ed è in lotta per il primato. La Juventus ha Annatasi (che sе condo Busby è più completo e pericoloso del goleador rossonero) ma si trova relegato in posizione di second'ordine. Alla Juventus, insomma, Anastasi da solo non basta. Per quanto il centravanti si dia da fare, scatti nelle piú imprevedibiIi volate palla al piede, i risultati rimangono scarsi, tanto più se al flanco ai tra i pochi elementi in grado di capirlo o di appoggiarlo con efficacia, o se la tattica di gioco ne mortifica le doti, riducendolo ad agire praticamente da solo in attacco.

La partita di San Siro contro il Milan è quasi esemplare al riguardo: Anastasi ha strappato parole di ammirazione al trainer dei campioni d'Europa, a quel Matt Busby vero magο del Manchester, ma si è trovato a giocare con una sola spalla. Menichelli, con Pasetti, ala destra soltanto per il numero di magila ma tornato subito all'origine di terzino, e dietro a far barriera i vari Haller, Benetti, Del Sol, Leoncini. Un ро poco, a sei giornate dal termine, per una squadra che, mancati i grandi appuntamenti con campionato, Coppa Italia, e Coppa delle Fiere, dovrebbe badare allo spettacolo, ai goal, a dar soddisfazione ai suol tifosi senza mortificare il suo estro, la sua fantasia, i schemi difensivistici ad oltranza, senza un perché.

E' vero che la Juventus mancava di Castano, Zigoni e Favalli. Ma il forfait del capitano si è avvertito soltanto in parte, grazie alla prova nel complesso soddisfacente di Roveta, e in definitiva l'assenza più sentita è stata quella di Favalli. Ma schierare al suo posto Pasetti è stata una mossa improdottiva, e lo svolgimento della partite lo ha dimostrato. La squadra bianconera si è trovata in svantaggio e non è stata più in grado di recuperare: ci sarebbe riuscita schierando u normale terzetto all'attacco. 

"Ma Bonci, si è difeso Heriberto, è un centravanti non un'ala, e non poteva perció essere impiegato in quel ruolo." 
Rimaneva sempre Sacco, che dava la doppia garanzia, di poter appoggiare la difesa ed il centrocampo, ma anche di sapersi spingere all'attacco, qualora la partita l'avesse richiesto. Ma Sacco è rimasto malinconicamente bloccato in panchina, per tutto il tempo.
A parte qualsiasi considerazione tattica, resta il fatto che la Juventus ha mancato per troppa paura, uno dei ultimi grossi colpi che restatano a sua disposizione: eliminare il Milan dalla lotta per lo scudetto, assurgere per una volta a protagonista del campionato. La squadra di Heriberto non è stata in grado di raggiungere questo obtettivo, per errori tattici e per deficienze dei singoli. II bilancio, un'altra volte, risulta negativo. E bisogna saper ricordare, per il futuro, la reazione di San Siro: Anastasi, da solo, non può mutar volto alla Juventus, sia che Heriberto rimanga, sia che (come è piú probabile) a fine stagione se ne vada.

Rocco aveva molta paura di questa Juventus, attesa in reazione della sua squadra alla sconfitta di Cagliari, pensava che questa partita fosse decisiva, ancor piú delle altre, per il futuro del rossoneri. E in questa giornata così importante, il trainer ha avuto la fortuna di trovare un grande, un bravissimo Cudicini che ha reso vani tutti i generosi tentativi di Anastasi, e dopo di lui ha visto Prati inesorabile goleador, poi il solenteroso Sormani, e poi Lodetti e Trapattoni, grandi e redditivi podisti, e l'accorta difesa, e non si deve trascurare il fatto che il Milan ha vinto pur se a Rivera ha marcato una guardia stretta e micidiale Leoncini, impedendo al rossonero di agire con la consueta eficacia.

Il Milan ha vinto, forse non riuscirà a reggere il passo della formidabile Fiorentina, ma per ora rimane in lizza per lo scudetto. E il Manchester di Matt Busby, tutto considerato, il 23 aprile a San Siro sará ben poco tranquillo, perché Rocco pensa ambiziosamente alla Coppa dei Campioni.

Paolo Patruno




pierino

milan

corriere
Corriere dello Sport 14 aprile 1969


milan

juventus

rivera
La Stampa 14 aprile 1969

milan







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