giovedì 11 aprile 2024

12 Aprile 1987: Juventus - Roma

É il 12 Aprile 1987 Juventus e Roma si sfidano nell' undicesima giornata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1986-87 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

I bianconeri adesso sono guidati in panchina da Rino Marchesi che ha preso il posto dopo un decennio ricco di successi e trofei, di Giovanni Trapattoni (adesso passato all'Inter). Anche Michel Platini é sul piede d'addio e dopo questa stagione annuncierá il suo addio al calcio giocato. Nel frattempo i giallorossi disputano un campionato mediocre e escono anche dalle posizioni per le coppe europee. I bianconeri si dovranno accontentare della piazza d'onore e lasciare lo scettro di Campione d'Italia al Napoli di Diego Armando Maradona, alla prima conquista tricolore.

Buona Visione!


juve


Stagione 1986-1987 - Campionato di Serie A - 11 ritorno
Torino - Stadio Comunale
Domenica 12 aprile 1987 ore 15:30
JUVENTUS-ROMA 2-0
MARCATORI: Serena A. 6, Briaschi 58

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Caricola, Bonini, Brio, Soldà, Mauro, Manfredonia (Pioli 63), Serena A. (Briaschi 46), Platini, Buso
Allenatore: Rino Marchesi

ROMA: Tancredi, Baroni, Gerolin, Boniek, Nela, Righetti, Conti, Giannini, Baldieri (Desideri 73), Ancelotti, Di Carlo
Allenatore: Sven Goran Eriksson

ARBITRO: Casarin


A distanza di così tanti anni si discute ancora sul gol fantasma di Turone, annullato il 10 maggio 1981 dall’arbitro Bergamo su indicazione del fido assistente, il guardalinee Sancini, per un fuorigioco inesistente. Una rete che avrebbe permesso alla Roma di lanciarsi verso lo scudetto, poi vinto dalla Juve. Decisione arbitrale che scatenò un putiferio, al punto che perfino i massimi dirigenti delle due società entrarono nella bagarre. Dino Viola parlò di questione di centimetri. Boniperti spedì un righello al presidente giallorosso che glielo rimandò indietro, dicendo che un ingegnere non usa il righello adatto ai geometri (Viola era ingegnere e Boniperti geometra). Il duello tra i due fu piccato ma sempre da galantuomini quali erano. Viola fu famoso per la sua fine dialettica: diplomazia e cortesia mischiata all’ironia. Per dirla in breve “il violese”. Però siccome i cretini stanno sempre in giro, capitò che il presidente romanista fu aggredito e scalciato all’interno dello stadio di Torino.

tratto da Juve-Roma, la sfida infinita 




Giovanni Agnelli, entusiasta di Platini, applaude il giovane attaccante
"E' Buso il nostro terzo straniero"
Il francese ironico: «II problema è stabilire se la Juve è più bella con me o senza di me»
Mauro: "Ho scommesso che Michel resterà con noi" 
Marchesi: "Al Napoli dovevamo pensarci prima"


TORINO- Vestito grigio e camicia azzurra, abbronzato e sorridente, Giovanni Agnelli è tornato a vedere la Juventus. Erano due mesi (8 febbraio, successo bianconero sull'Empoli) che l'avvocato disertava le partite della sua squadra. E' stata quindi la classica sfida con la Roma, rivale degli Anni 80, a riportare allo stadio il primo tifoso della Juventus.

Ecco che cosa ha detto durante l'intervallo e prima di andare via (poco dopo la mezz'ora della ripresa): 

"É una bella partita, mi sto divertendo. Qualcuno credeva che non ce la potessi fare a restare due mesi senza calcio; eccomi qui, ce l'ho fatta. Non credo che Platini stia giocando così bene oggi solo perché ci sono io. Lui vuole dimostrare di essere più bravo di Boniek. Ha segnato a gioco fermo il gol più difficile, ci ha provato in tutti i modi ad andare in rete, in compenso è stato grandissimo nel far segnare i compagni. Il Napoli perde 3-0? É meglio perdere una volta con tre gol di scarto che tre volte per 1-0."

Ma torniamo a noi ha proseguito l'Avvocato 

"Platini e Serena hanno confezionato una grande rete, Briaschi è stato abile con quel pallonetto. Vorrei péro sottolineare la prova di Buso: ha grinta, coraggio, tiro, visione di gioco, è fantastico, soprattutto ha 17 anni. E' l'avvenire della Juventus, il nostro terzo straniero. A proposito, non parliamo di questa cosa. Speriamo che prima o poi venga concesso, ma è la domenica delle Palme, non facciamo polemiche. Fra due settimane c'è il derby, non so se sarò di nuovo allo stadio. Il derby è la partita che mi place di meno vincere e mi spiace di più perdere."

In tribuna d'onore, oltre all'Avvocato e a Boniperti, anche Bettega e Sivori hanno fatto i complimenti a Buso. Si è unito al coro, negli spogliatoi, Rino Marchesi. Il tecnico però ha centrato la sua attenzione su altri temi: 

"La classifica dice che I'Inter può sperare ancora di acciuffare il Napoli, io non credo che gli azzurri molleranno. A volte uno 0-3 può essere utile a scuotere l'ambiente. Noi non dobbiamo pensare al Napoli. Dovevamo farlo prima, adesso dobbiamo finire alla grande questo torneo che ci lascia dei rimpianti solo per tutti gli infortuni avuti, non certo per altro."

" Platini - come ha rivelato Marchesi - ha deciso di scendere in campo soltanto dopo la fase di riscaldamento." 

Non era molto entusiasta Il francese. É rimasto colpito da certe affermamoni nate dopo il match con la Lazio, vinto dalla Juventus senza di lui in campo. 

«Mi sembra di capire che il grande problema del momento - dice Michel - è vedere se più bella la Juventus senza a con Platini".

Giriamo la patata bollente nelle mani di Mauro: 

«Michel è stato incredibile. Sembrava un pittore con un pennello magico. Non credo che si possa parlare di congiura anti-Platini da parte dei tifosi o della critica. Tanto meno da parte dei suoi compagni. La gente lo vuole ancora, si è visto oggi. Io ho scommesso con lui che alla fine resterà. Continua a dire di volere smettere. Ma l'ultimo a decidere sarà lui. Noi non possiamo intervenire, stiamo alla finestra. Ma se rimanesse sarebbe imbarazzante o divertente al tempo stesso. La Juve più bella senza Platini ci è sembrata una barzelletta. I nostri mali non dipendono da lui. Quest'anno non ha giocato al massimo, ma nelle ultime settimane ha dimostrato che puo dare ancora molto."

Franco Badolato
tratto da: La Stampa 13 aprile 1987




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La Stampa 13 aprile 1987

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