giovedì 22 febbraio 2024

23 Febbraio 1992: Bari - Juventus

É il 23 Febbraio 1992 e BariJuventus si sfidano nella Quinta Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1991-92  allo Stadio 'San Nicola' di Bari.

Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale! Dall'altra parte c'é un Bari che guidato in panchina dal ex bianconero Zibì Boniek disputa un campionato deludente e deve abbondare mestamente la Serie A.

Buona Visione!

 

bari


Campionato di Serie A 1991-1992 - 5 ritorno
Bari - Stadio San Nicola
Domenica 23 febbraio 1992
BARI-JUVENTUS 0-0

BARI: Alberga, Calcaterra, Bellucci, Terracenere, Jarni, Progna, Cucchi, Boban, Soda (Brogi 72), Fortunato D., Carbone A. (Brambati 77)
Allenatore: Zbigniew Boniek

JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., Marocchi, Conte A. (Corini 56), Kohler, Julio Cesar, Galia, Reuter, Schillaci, Baggio R., Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: D'Elia



Buoni per un'ora, poi troppe gambe molli 
Trap: Baggio era stanco ma non m'arrendo, la caccia continua 
BARI DAL NOSTRO INVIATO 

Sono arrivati da tutta la Puglia, dalla Calabria, dalla Sicilia per tifare Juve. Se ne sono andati convinti che l'estenuante sfida con il Milan non sia affatto perduta. Trapattoni raggiunge la sala stampa del San Nicola fendendo un muro di folla. 

«Non mollare Giovanni», 

gli urla uno quasi implorante. Invito superfluo: Trapattoni non si arrende e pretende dalla squadra un atteggiamento identico. Per tutta la settimana aveva battuto sullo stesso tasto, chiedendo alla Juve di dare anche in trasferta una dimostrazione di forza. E' stato accontentato soltanto in parte, ma a conti fatti non è scontento, anche perché nessuno meglio di lui conosce i limiti tecnici e caratteriali di questa Juve. 

Spiega: 

«E' un punto che accettiamo di buon grado, anche se nei programmi della vigilia c'era una vittoria che potesse migliorare la nostra classifica. Un'ambizione giusta la nostra, ma poi sul campo abbiamo dovuto fare i conti con il Bari, anche lui deciso a strappare un successo».

Trapattoni prosegue così la propria disamina: 

«Nel primo tempo la squadra di Boniek ha sofferto la nostra manovra, poi nella ripresa ha trovato nuovi stimoli spostandosi qualche metro più avanti e per noi non sono mancati i problemi. Il pari mi pare giusto, anche se loro possono recriminare per il palo colpito da Boban con una stupenda punizione». 

Il Trap entra nei dettagli: 

«Per un'ora ho visto una squadra su buoni livelli, ma era diffìcile trovare spazio, il Bari ci prendeva alla gola già a centrocampo. Poi qualcuno dei miei è calato, si è trovato con le gambe molli. Faccio il nome di Baggio, che in quindici giorni ha giocato cinque partite. Non è una scusa, ma un dato di fatto. Sia chiaro che non voglio togliere nulla ai meriti del Bari».

Gambe molli o no, la Juve non ha mai tirato in porta. Trapattoni gioca in difesa: 

«C'è stata soltanto la conclusione di Casiraghi ma, ripeto, il Bari ha chiuso tutti gli spazi, anche con Jarni e Carbone. In certi casi non è facile liberare un uomo al tiro, anche se devo ammettere che questo è stato il nostro limite più vistoso». 

Giustificato Baggio, Trapattoni assolve anche Schillaci: 

«Ottimo il suo primo tempo, poi meno bene. Del resto la vita è sempre durissima per gli attaccanti. Totò era alle prese con Calcatemi, uno che conosco bene perché era con me all'Inter e non va tanto per il sottile». 

Il testa a testa con il Milan continua. Trap categorico: 

«Le speranze restano immutate. Ho una squadra giovane, che sto allenando a non mollare mai. Il nostro dovere è crederci angora, sperando che davanti succeda qualcosa. Dobbiamo essere pronti a sfruttare ogni occasione. Gli unici avversari del Milan restiamo noi». 

Casiraghi, l'unico ad aver avuto una palla-gol degna di questo nome, quasi si scusa: 

«Abbiamo provato a vincere, ma era più facile dirlo. Non ci arrendiamo, continueremo la nostra rincorsa, sperando in qualche altro passo falso del Milan. Purtroppo non ho avuto fortuna: ho tirato forte e bene, ma la palla è andata di poco alta». 

Reuter riflessivo: 

«E' una giornata prò Milan: le distanze non diminuiscono, le partite invece sì. Una vittoria avrebbe dato più forza alla speranza. Abbiamo attaccato a lungo, il predominio è stato nostro. Ma non è servito». 

Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 24 febbraio 1992



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