martedì 5 dicembre 2023

8 Dicembre 1991: Juventus - Inter

É il 8 Dicembre 1991 e Juventus ed Inter si sfidano nella tredicesima giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1991-92  allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale! Dall'altra parte c'é la sqaudra neroazzurra che disputa una stagione tutta da dimenticare - fuori dalle posizioni che contano e con un futuro tutto da chiarire.

Buona Visione!

 

juve


Stagione 1991-1992 - Campionato di Serie A - 13 andata
Torino - Stadio Delle Alpi
Domenica 8 dicembre 1991 ore 14.30
JUVENTUS-INTER 2-1
MARCATORI: Baggio R. rigore 37, Galia 83, Matthaeus rigore 89

JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., De Agostini, Galia, Kohler, Julio Cesar, Alessio (Di Canio 85), Reuter, Schillaci (Marocchi 70), Baggio R., Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

INTER: Zenga, Bergomi, Brehme, Ferri R., Baggio D., Montanari, Desideri, Berti, Klinsmann, Matthaeus, Ciocci
Allenatore: Corrado Orrico

ARBITRO: Baldas


Casiraghi: rigore? Sì, due 
Schillaci stirato salterà la Sampdoria 
Matthaeus: che generosi, ma è Natale «Abbiamo regalato una rete, dormito sull'altra Klinsmann maltrattato e su di me c'era un rigore» 
 
TORINO. L'approccio con i giocatori nel ventre del Delle Alpi è avventuroso e perfino divertente, come la pesca all'anatra in un Luna Park: se hai fortuna, al taccuino abbocca quello che serve, altrimenti resti con la mani vuote. I giocatori sfilano in mezzo a due transenne lontane una dall'altra ed è necessario gettare l'amo (il taccuino) oppure urlare con quanto fiato si ha in corpo. E visto che non si tratta di un gioco, forse sarebbe opportuno cercare un sistema più agile per facilitare chi lavora sulle interviste. Ci si consola pensando a quanto succede in altri stadi italiani. Gli interisti sono comunque disponibili e gentili. Basta un grido e Matthaeus si volta, poi si mette a disposizione. E' nervoso 
«e per questo chiedo scusa. Lo scudetto è a sette punti, dunque irraggiungibile. Alla Juve abbiamo regalato il primo gol. siamo vicini al Natale; l'Inter è generosa. Non è vero che si vince e si perde insieme... E abbiamo dormito anche sul secondo gol. Ma sono arrabbiato soprattutto per il trattamento riservato a Klinsmann: è impossibile subire tanti falli come è successo a lui da parte di Kohler. Qualcuno avrebbe dovuto tutelarlo, serviva subito un cartellino giallo in faccia al bianconero. Non ce l'ho con Kohler, ci mancherebbe, ma con chi gli ha permesso di picchiare in quel modo. Infine c'era un penalty su di me, invece ci è stato regalato quello alla fine per un intervento su Berti. Ed ora dovremo cercare di agganciare almeno la zona Uefa». 
Ma che cosa dice Klinsmann della difesa d'ufficio presa dal collega tedesco? 
«Nulla, non mi va di parlare di cose personali. Il risultato è negativo, poiché il match era importante. Ma abbiamo perso una partita non lo scudetto». 
Uno dei più infastiditi dal risultato è Berti, si esprime come chi ha fatto da poco una scorpacciata di amarezze che gli sono restate sullo stomaco: 
«La nostra situazione si è fatta particolarmente dura, sette punti sono davvero tanti. Ma sono nervoso poiché con una Juventus così brutta potevamo fare molto di più. I bianconeri mi hanno stupito, ma in chiave negativa. Il Milan gioca certamente meglio, il paragone tra le due squadre non regge. L'anno in cui ho vinto lo scudetto con l'Inter giocavamo splendidamente; a Milano, insomma, la gente si è sempre divertita. Se non avesse segnato prima la Juventus, avremmo potuto fare il miracolo proprio al Delle Alpi». 
La chiusura è di Montanari. Ed è un telegramma: 
«Ho sbagliato, Casiraghi si è però buttato».
TORINO. E' ancora una volta Casiraghi l'uomo che fa discutere. Era accaduto nel derby, s'è ripetuto ieri, anche se non ha segnato. Ecco come il centravanti ricorda gli episodi dei rigori, partendo da quello assegnato: 
«Ho conquistato un pallone di testa e me lo sono allungato un po', forse non l'avrei più preso ma Zenga mi ha toccato sul piede. Mi è venuto vicino chiedendomi se per me era davvero rigore, gli ho detto sì, ci siamo beccati e poi abbracciati; cose che capitano tra amici. Sull'altro, non concesso, qualcuno mi ha agganciato la gamba, quindi sono volato per l'intervento di un avversario. E adesso continua questa telenovela a due con il Milan: se loro non mollano ormai avranno capito che anche noi non siamo da meno». 
Schillaci lascia il Delle Alpi contrariato: uno stiramento alla coscia sinistra gli ha fatto chiudere in anticipo il 1991. Rientrerà solo alla ripresa del campionato dopo la sosta invernale, saltando l'ultimo impegno di domenica prossima a Marassi contro la Samp (anche Galia sarà assente per squalifica). 
«Però - dice Totò - questa vittoria ci permette di continuare l'inseguimento al Milan, è la quarta consecutiva, un risultato importante». 
Il gemello Baggio, applaudito da Agnelli, ringrazia e lancia uno strale contro la critica: 
«Sapete che del gol mi importa relativamente, sono invece felice di aver vinto una partita diffìcile, a tratti anche dura. Abbiamo superato con due successi i primi impegni del trittico decisivo. L'Inter ci ha messi in difficoltà solo nella ripresa, come era successo con la Roma. Ci manca però l'appuntamento più difficile, anche perché si deve ancora giocare, quello di domenica a Marassi: ci vorrà un'altra impresa per battere la Samp sul suo terreno. Io vorrei sapere, però, che cosa significa avere carattere, visto che ho passato momenti peggiori di questo e ne sono uscito sempre nel migliore dei modi».
Chi sta vivendo una stagione difficile è certamente Marocchi. Il centrocampista è stato ancora escluso da Trapattoni e quando è stato utilizzato ha contribuito alla stesura del secondo gol, così come era avvenuto con la Roma: 
«Sapevo già da sabato - ammette il centrocampista - che sarei rimasto in panchina. La squadra, del resto, sta andando bene così com'è, ci sono i momenti per rientrare e quelli no. Essere impiegato negli attimi finali è già importante, significa che posso dare una mano ai compagni». 
Dichiarazioni che contrastano con la felicità di Alessio; 
«Il gol di Galia è cominciato da una triangolazione tra lui e me, senza dimenticare quel cross salvato dagli interisti sulla linea». 
E' un Alessio su di giri, come tutta la Juve: 
«Abbiamo giocato bene, soffrendo solo nella parte centrale della ripresa. Con Brehme non ho avuto problemi particolari, non è più un difensore che spinge per tutti i 90'. Sta nella sua zona e patisce un po' il pressing dell' avversario». 
Sorridente, infine, il siparietto con i tedeschi, vincitori del duello con il terzetto interista. Kohler ha evitato di rispondere a Matthaeus che ha riportato le lamentele di Klinsmann nei confronti dello stopper bianconero: 
«Io non ho usato i gomiti con Jurgen (l'attaccante interista, ndr). Abbiamo vinto perché abbiamo giocato meglio e anche nella ripresa abbiamo pensato al secondo gol. Ho buttato la mia maglia in curva perché i tifosi mi sostengono sempre, durante la partita ho risposto con un cenno ai loro cori». 
E Reuter: 
«Il rigore a nostro favore ci è stato regalato, vero?». 
Ma come? 
«Sì, Julio Cesar negli spogliatoi continuava a ridere, a ridere...». 

Franco Battolato 





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