venerdì 10 novembre 2023

11 Novembre 1990: Bologna - Juventus

É l' 11 Novembre 1990 e Bologna Juventus si sfidano nell' Ottava giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1990-91 allo Stadio 'Renato Dall'Ara' di Bologna.

La Juventus tenta di riappropriarsi dello scettro di squadra 'piú forte della penisola' con una nuova dirigenza tecnica affidata ad un allenatore del famigerato 'calcio champagne' Luigi Maifredi. Dopo un inizio di campionato incoraggiante i bianconeri naufragano tra caterve di gol presi ed addirittura a fine campionato si trovano fuori dalle Coppe Europee dopo 27anni. Dall'altra parte c'é un Bologna che deve salutare la massima serie dopo un campionato assai deludente.

Buona Visione!


bologna

 

Stagione 1990-1991 - Campionato di Serie A - 8 andata
Bologna - Stadio Renato Dall'Ara
Domenica 11 novembre 1990 ore 14.30
BOLOGNA-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Baggio R. rigore 65

BOLOGNA: Cusin, Biondo, Cabrini, Bonini, Negro, Tricella, Di Già (Galvani 63), Verga, Waas (Schenardi 81), Detari, Poli
Allenatore: Luigi Radice

JUVENTUS: Tacconi, Luppi, Bonetti D., Fortunato D. (Alessio 55), Julio Cesar, De Agostini (Napoli 55), Haessler, Marocchi, Schillaci, Baggio R., Di Canio
Allenatore: Luigi Maifredi

ARBITRO: Baldas
RIGORI FALLITI: Detari 75 (Bologna)



Sbaglia gol fatti ed appare sempre più nervoso 
L'enigma è Schillaci! 
Baggio, che conferma la propria infallibilità dagli undici metri, è l'unico elemento che può aiutare Totò ad uscire dalla crisi. Ma ora deve pensare di più alla Juventus 

«Solo ai rigori, sapete vincere solo ai rigori».

Sì, è vero, la Juventus, come urla la gente del Dall'Ara di fede rossoblu, strappa il successo grazie a un penalty di Baggio. Ma lo ottiene anche perché Tacconi si oppone con maestria a un tiro dagli 11 metri di Detari che avrebbe rimesso in parità il risultato. La prodezza di Tacconi vale un punto che può significare molto nel cammino verso lo scudetto quanto se non più dell'infallibilità di Baggio, al quinto rigore segnato su 5 tirati in otto giornate. Delle 10 reti realizzate dai bianconeri, la metà portano la sua firma. Si dirà, facile, dal dischetto. Ebbene, Tacconi sta a dimostrare che non è tutto scritto, chi tira può sbagliare. Baggio no e la Juventus sta lassù, a un punto dalla Samp capolista, insieme al gruppo. 

Non è stata finora, se si eccettua la partita con l'Inter, una Juventus spettacolare. Ma proprio questo dato conforta. La squadra cresce e a Bologna sono scesi a 15' i minuti di affanno corsi in difesa, un reparto che sta consolidando gli schemi e gli automatismi voluti da Maifredi. E ha ottenuto, non bisogna dimenticarlo, ben 7 dei dodici punti in campo avverso. I pareggi interni con Lazio e Atalanta le impediscono di guardare le 17 rivali dall'alto di una classifica che avrebbe del sensazionale date le premesse. Dice bene Maifredi quando ripete che tutto è migliorabile, che non si è mai al top. Anche ieri la Juventus poteva chiudere la partita senza offrire al Bologna la grossa opportunità di riscatto (poi fallita da Detari). Ma Schillaci ha sbagliato due gol fatti, un colpo di testa su cross pennellato di Baggio, una clamorosa indecisione a tu per tu con Cusin. 

E Baggio si è confermato uno specialista dal dischetto: 5 gol su altrettanti tiri piazzati 

Schillaci, e solo lui, oggi come oggi, l'enigma di questa squadra. Il suo nervosismo è palese, basterebbe chiamare in causa le dichiarazioni di Poli per capirne umori e stato di forma. Il caso Schillaci non ha una spiegazione se non con l'incapacità del giocatore di tornare normale, ricominciare da zero dimenticando onori e feste del mondiale. Il gol con l'Inter aveva illuso chi, forse, considerava il suo soltanto un problema psicologico. Non è la mancanza del gol che gli rode dentro, è il non capire più se stesso a nuocergli. Non è più lui perché attorno a Totò-gol gli altri si propongono in maniera diversa. E lui, si voglia o no, può tornare a fare grandi cose ritrovando l'istintiva naturalezza di chi ha tutto da guadagnare. Ora si sente sempre sotto esame, sente che ha solo da perdere. L'orgoglio è il suo peggiore nemico. Toccherà a Baggio prendere per mano Schillaci. Ora però l'ex viola è costretto, dalla difficoltà che la Juve incontra in avanti dove un Casiraghi non si può inventare, a correre per la sua strada, a mantenere sul percorso-scudetto la macchina Juve con i suoi rigori, le sue invenzioni. 

Non appena i meccanismi si perfezioneranno e Baggio, già leader ormai di questa Juve, potrà pensare di più ai compagni, Schillaci riavrà l'appoggio dovuto. E la Juve la smetterà di vincere solo su rigore, ammesso che sia una colpa per una squadra che va in area (basta guardare come giocano Di Canio e lo stesso Baggio, nonché Schillaci, non dimentichiamo la sua umiltà ed abnegazione) almeno dieci volte per partita con iniziative di singoli dotati di quella fantasia che nessuna squadra italiana ha

Franco Badolato 
tratto da: La Stampa 12 Novembre 1990




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