mercoledì 18 ottobre 2023

20 ottobre 1996: Juventus - Inter

É il 20 ottobre 1996 e la Juventus gioca il derby d'Italia in casa contro l' Inter. La gara é valevole per la sesta giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 1996/97.

Siamo in un periodo favoloso. Dopo aver conquistato la Champions League ci apprestiamo a conquistare anche la Coppa Intercontinentale (cosa avvenuta qualche settimana dopo). In questa Juve si attende che si accenda una stella fino a quel momento dormiente. E non poteva che essere un Juve-Inter ad accendere la scintilla. Da quel giorno in poi Zinedine Zidane fece vedere tutto quello che sa fare.

Buona Visione!

 

juventus


Campionato di Serie A 1996-1997 - 6 andata
Torino - Stadio Delle Alpi
Domenica 20 ottobre 1996 ore 20.30
JUVENTUS-INTER 2-0
MARCATORI: Jugovic 40, Zidane 62

JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara C., Montero, Pessotto (Iuliano 84), Di Livio (Ametrano 90), Deschamps, Zidane, Jugovic, Boksic, Padovano (Vieri C. 84)
Allenatore: Marcello Lippi

INTER: Pagliuca, Angloma, Paganin M., Fresi (Festa 80), Pistone, Zanetti J., Sforza, Winter (Berti 80), Djorkaeff, Zamorano (Ganz 80), Branca
Allenatore: Roy Hodgson

ARBITRO: Braschi



IL CAVALIERE DELLA NOTTE 
ZIDANE ha vinto la sua battaglia. 

Si è impossessato della Juve nella notte più difficile. Rientrava dopo la «sosta tecnica» di Vienna. Era atteso al varco, tutti gli occhi sul francese. Lo strepitoso gol del raddoppio bianconero fa di Zizou il Personaggio della domenica. 

Non è stato facile per Zidane superare gli scogli della diffidenza. La condizione di straniero, nella Juve, del resto, è meno facile della condizione di straniero nell'Inter. Là il non italiano ha raggiunto la maggioranza, qui è ancora minoranza. Manca Ince fra i nerazzurri eppure sempre sei sono i giocatori con passaporto di altro Paese. Torna Zidane nella Juve, c'è Jugovic che sostituisce Conte, ma fra i bianconeri il governo è ancora in mano ai Lippanti della prima ora, pensiamo a Ferrara che ha ceduto la fascia di capitano a Peruzzi o a Di Livio che solca l'out al pari di Pessotto, a Torricelli infine e persino a Padovano che ha tolto il posto a Vieri e Amoruso. In questa Juve che parte sempre con il piede a tavoletta sull'acceleratore, in particolare c'è un giocatore che appare avulso dagh schemi, nel senso che viene platealmente ignorato o quasi. Se non è per Deschamps che appoggia unicamente sui suoi piedi, Zinedine Zidane farebbe ancora più fatica a entrare in partita. 

Nei primi minuti contiamo tante combinazioni in velocità dalle quali il timido francesino è sempre escluso. Non solo, i vari Torricelli e Di Livio preferiscono lanciare Padovano piuttosto che tentare la sorte con Boksic. Se su Zidane le perplessità sono dovute alla sua incapacità di adeguarsi ai ritmi della Juve, su Boksic pesa il timore che sprechi ogni pallone in maniera plateale. Non è davvero facile per questi due stranieri emergere e diventare protagonisti. Eppure, guarda cosa vuol dire la classe, entrambi timbrano la serata con momenti di grande calcio. Pensiamo alla verticalizzazione di Zidane per Deschamps e quindi Boksic fermata da Angloma. Oppure al passaggio smarcante con il quale il francese consente al croato di avvicinare con pericolosità il bersaglio. L'apertura infine che Zidane pennella per Boksic sull'out sinistro, conclusa da quest'ultimo con un cross appena troppo alto per Padovano. E' vero che il francesino si muove a sprazzi, ma vengono dai suoi piedi i lampi di luce più nitidi, quelli che accecano la difesa interista. Certo, Il croato ha sfortuna, ma è suo il colpo di testa che fa tremare il palo di Pagliuca. 

Davanti all'anonimato degli stranieri interisti, calatisi senza affanni nel grigiore hodgsoniano, è dura per Zidane e Boksic sostenere con rientri puntuali e corse mozzafiato, il tremendismo bianconero. Qui c'è una squadra, con un gioco, con una fisionomia tale per cui nessuno può sentirsi sopra gli altri. E se Boksic a un tratto si smarrisce davanti alla porta di Pagliuca ormai spalancata ecco che è Zidane a darsi il coraggio di provare la soluzione più ardita, un sinistro dal limite che brucia l'angolo alla destra di Pagliuca. La notte dei «doni» confezionati dal terribile (in tutti i sensi, nel bene come nel male) Boksic ci regala quindi una nuova dimensione decisionista di Zidane. Il suo è il gol che apre squarci di futuro radioso per la neocapolista del campionato. Umberto Agnelli dopo aver parlato di 

«un Boksic strepitoso, da Pallone d'oro» e del 

«bellissimo gol di Zidane», 

è passato a meno lieti argomenti: 

«Bella partita, ma Torino deve avere uno stadio più adeguato al calcio. E' troppo triste vedere incontri di questo livello con il pubblico tanto lontano dalla scena del gioco. Noi abbiamo fatto tre proposte al Comune. Speriamo di ricevere risposte positive». 

La parola a Lippi: 

«La vittoria è molto importante. Ma quello che mi dà grandissima soddisfazione è l'aver visto la mia squadra esprimersi con tanta bravura. Inter comunque determinata e compatta. Abbiamo dovuto soffrire per batterla. Zidane? Ho sempre creduto in lui e stasera mi ha dato ragione». 

Franco Badolato
tratto da: La Stampa 21 Ottobre 1996





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