martedì 10 ottobre 2023

11 Ottobre 1981: Juventus - Cagliari

É l'11 Ottobre 1981 Juventus e Cagliari si sfidano nella quinta giornata del girone di andata  del Campionato di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa con la Fiorentina allenata da Giancarlo DeSisti, la spunta all'ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady. Dall'altra parte c'é il Cagliari allenati da Paolo Carosi che ottiene una difficile salvezza all'ultima giornata.

Buona Visione!


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Stagione 1981-1982 - Campionato di Serie A - 5 andata
Torino - Stadio Comunale
Domenica 11 ottobre 1981 ore 15.00
JUVENTUS-CAGLIARI 1-0
MARCATORI: Bettega R. 87

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini (Bonini 73), Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli, Bettega R., Brady, Virdis
Allenatore: Giovanni Trapattoni

CAGLIARI: Corti, Lamagni, Azzali, Restelli, Baldizzone, Brugnera, Bellini, Quagliozzi, Selvaggi, Osellame (Gattelli 59), Piras
Allenatore: Paolo Carosi

ARBITRO: Pieri C.



I bianconeri hanno avuto bisogno della complicità del portiere ospite per battere il Cagliari
Bettega « salva » la Juve e ringrazia Corti 
Gigi Riva «E' stata una beffa» 


TORINO — Ancora una vittima, la quinta, ma ieri la «Signora Omicidi» ha avuto bisogno di un complice, il portiere avversario, per dare il colpo di grazia ài Cagliari. Quando mancavano meno di quattro minuti alla fine e i 40 mila spettatori (con una folta rappresentanza sarda in curva Maratona) erano ormai rassegnati ad un pareggio in bianco, la Juventus piazzava il micidiale colpo del «k,o.» Brady recuperava un pallone nella tre quarti di campo rossoblu, Piras toccava invo lontariàmente a Scirea che serviva Virdis; «assist» di testa per Bettega che in palleggio di destro scavalcava Baldizzone, entrava in area e, in controbalzo di sinistro, sparava in porta: Corti, che s'aspettava la botta violenta, era già librato in volo e, anziché respingere di pugno, tentava la presa lasciandosi sfuggire la sfera che carambolava in rete, Un mezzo regalo, un'autentica beffa per il Cagliari anche se Bettega aveva compiuto un capolavoro di destrezza. 

E cosi le speranze di mezza Italia calcistica, quella che non tifa in bianconero,- andavano deluse dopo 86 minuti in cui i campioni d'Italia, disturbati dal forte vento, ma privi della solita feroce determinazione, non erano riusciti a sbloccare il risultato pur sfiorando il gol con Tardelli (due volte), con Bettega, Brady e ancora con Bettega, Virdis e Scirea in una furibonda mischia. Sembrava che la squadra di Trapattoni più che deconcentrata fosse in riserva di quel supercarburante che le aveva consentito di mantenere un ritmo eccezionale sia nelle precedenti partite di campionato che nella doppia sfida con il Celtlc. Alcuni uomini giravano a basso regime. E, soprattutto, non effettuavano quel lavoro ai fianchi che, con un Cagliari arroccato, era indispensabile. Il febbricitante Cabrini, in giornata-no, non solo non garantiva l'abituale spinta sulla fascia laterale sinistra ma, con due errori, propiziava altrettanti contropiede pericolósissimi per il Cagliari cui Zoff, uscendo, tempestivamente su Quagliozzi (37'), e Tardelli, liberando.in «extremis» su Piras (62'), ponevano rimedio. Cabrini veniva poi sostituito da Bonini ad un quarto d'ora dalla fine. Sull'altro versante mancava Gentile (peraltro ottima la sua prestazione come marcatore) che era impegnato su Selvaggi al quale non faceva la benché minima concessione ma, a scanso di sorprese, preferiva restare nella sua zona. 

Sul fronte opposto l'unico a portare palloni à fondo campo era Marocchino che si batteva gagliardamente malgrado fosse convalescente da uno stiramento muscolare (poi riacutizzatosi al punto da impedirgli di rispondere alla convocazione nella «Under 21» per Belgrado) e saltava spesso Azzali: l'azione era però prevedibile e, quando partiva il traversone, la difesa del Cagliari e Corti erano ormai piazzati. 

Lo sciròcco, pur cambiando spesso direzione, danneggiava più la Juventus, costretta ad attaccare, che il Cagliari. Ne risentiva Brady che non riusciva a dosare i lanci. L'asso irlandese era l'unico, per la sua capacità di dribblare In spàzi ristretti, a poter sorprendere centralmente il «pacchetto» di retroguardia cagliaritano, tuttavia non affondava quasi mai i colpi, in una sola occasione Brady, che aveva sofferto il marcamento asfissiante di Osellame (che rientrava al posto dello squalificato Marchetti e nell'ultima mezz'ora era sostituito dal vivacissimo Gattelli), aveva sferrato un fendente di sinistro (57'), respinto da Corti e ribattuto sul fondo da Scirea. 

Il Cagliari, ordinato, umile e concentratissimo, aveva nel centrocampo il suo, punto di forza. Bellini dava fil da torcere a Furino che, reduce da una contrattura, appariva un po' frenato. Restelli arginava e impostava con bravura sebbene fosse opposto a Tardelli che aveva sprazzi di qualità e sbavature. Tardelli aveva chiamato Corti (5') ad una difficile deviazione in angolo, su passaggio di Virdis, poi si era «mangiato» un'incredibile occasione, ad un passo dalla linea bianca (17') su cross di Scirea e uscita a vuoto del portiere: il pallone, colpito dall'alto in basso e sfiorato da Azzali, s'impennava oltre la traversa. Ma Tardelli aveva anche il merito, come s'è scritto, di impedire due volte a Piras di andare a bersaglio. 

Insomma, una Juventus con una marcia in meno e con Virdis emozionato al cospetto della sua vecchia squadra e francobollato con attenzione da Lamagni che ne conosce alla perfezione il repertorio. Ciononostante Virdis metteva lo zampino nell'azione del gol di Bettega. Il capocannoniere del campionato, che continua ad accusare disturbi di origine pubalgica, teneva comunque in costante allarme il Cagliari. Al 16', su combinazione Marocchino-Brio, incornava, a lato di poco: un altro suo colpo di testa su centro di Gentile; finiva abbondantemente fuori (65'), poi non riusciva ad agganciare un pallone sotto porta, tra una selva di gambe, ma la sua classe gli consentiva il lampo dal quale scaturiva la prodezza decisiva. 

Bettega deve ringraziare l'errore di Corti ma il modo con cui ha superato Baldizzone e la sua perentoria conclusione restano il «numero» migliore di una partita molto corretta (ammoniti. Bellini, Marocchino e Brugnera non per falli) ma piuttosto modesta sul piano dello spettacolo, che poteva chiudersi tranquillamente in parità. Ieri la capolista ha avuto la conferma che i rilassamenti sono vietati e che nessun avversario va sottovalutato, anche se il suo passo, alla luce dei 10 punti in classifica, sembra per il momento inarrestabile. 

Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 12 Ottobre 1981

 



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