domenica 1 settembre 2024

1 Settembre 1991: Juventus - Fiorentina

É il 1 Settembre 1991 Juventus e Fiorentina si sfidano nella Prima Giornata del Campionato di Serie A 1991-92  allo Stadio 'delle Alpi' di Torino.

Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale: un secondo posto finale piú che positivo. Dall'altra parte c'é una squadra gigliata che disputa un campionato mediocre e si posiziona poco piú sotto di metá classifica.

Buona Visione!

 

juventus


Stagione 1991-1992 - Campionato di Serie A - 1 andata
Torino - Stadio Delle Alpi
Domenica 1 settembre 1991 ore 16:00
JUVENTUS-FIORENTINA 1-0
MARCATORI: Casiraghi 42

JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., De Agostini, Reuter, Kohler, Julio Cesar, Di Canio (Galia 64), Marocchi, Schillaci, Baggio R. (Corini 90), Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

FIORENTINA: Mareggini, Fiondella, Carobbi, Dunga, Faccenda, Pioli, Mazinho, Orlando, Borgonovo (Batistuta 63), Maiellaro, Salvatori (Iachini 81)
Allenatore: Sebastiao Lazaroni

ARBITRO: Amendolia
ESPULSIONI: Orlando 44 (Fiorentina)


VINCE LA JUVENTUS 

Buon esordio con gol dell'ex monzese nella partita dei veleni contro la Fiorentina 

Casiraghi sugli altari. Ieri come goleador, stamane come sposo Casiraghi day. O meglio sarebbe dire «il giorno più lungo» di Pierluigi Casiraghi. Un giorno d'emozioni a ripetizione durato quarantott'ore. Ieri l'attaccante bianconero si è confermato sempre più goleador della squadra segnando un'altra importante rete di una beata stagione che per lui sembra non avere fine. In serata ha raggiunto Monza per mettere a punto gli ultimi particolari del matrimonio con Barbara Lietti, 19 anni, sua fidanzata da tre. E' andato a dormire tardissimo. Poche ore di meritato riposo, poi la cerimonia nel Duomo di Monza. Da stamane Pierluigi è sposo novello. 

Nulla da fare per Fiondella sullo stacco-gol di Casiraghi. Della sua unione con Barbara ha sempre parlato con entusiasmo. 

«E' il dolce epilogo della storia di due fidanzatini e l'inizio di una vita in comune, da dividere assieme», 

ha confessato il giovane a poche ore dal suo sì. Poi è scomparso, braccato da fotografi e giornalisti. Anche ieri al «Delle Alpi» Casiraghi ha dimostrato di essere un elemento determinante di questa nuova, ambiziosa Juventus. Un colpo di testa a cogliere l'angolo destro della porta difesa da Mareggiaini la partita non ha avuto più storia. 

«E' un buon momento — si era limitato a commentare uscendo dagli spogliatoi —. Nella vita l'importante è sapere attendere. L'anno scorso vissi il dramma degli infortuni in silenzio, pensando soltanto al momento in cui sarei tornato ad essere pimpante e utile alla squadra. Oggi so di esserlo e voglio continuare su questa strada. La Juve? Può arrivare molto lontano. Ma bisognerà lottare. Le avversarie non staranno certamente alla finestra». 

Casiraghi parla sempre sottovoce, come chi evita di sprecarsi in inutili predizioni. 

«La favorita? — si interroga —. La squadra che saprà approfittare meglio delle occasioni, tutte le occasioni. Per vincere un campionato bisogna avere anche un po' di vento in poppa. Quest'anno abbiamo cominciato bene, speriamo di concludere meglio». 

Sono molti coloro che vorrebbero conoscere da lui il segreto di questi suoi gol che sembrano uscire come d'incanto da vecchi filmati degli Anni Sessanta e Settanta. La sua immagine possente e svettante pare saltar fuori da un ingiallito album Panini. E i «draghi» di ieri (Riva, Bettega, Boninsegna) hanno considerato tutt'altro che blasfemo il paragone con il giocatore lombardo. Perché in lui c'è la forza di riuscire a risvegliare anche un po' del loro calcio, fatto di classe vera e senza tempo. Dopo gli acciacchi della passata stagione (operazione alle spalle e lunga convalescenza che ne hanno condizionato l'attività), Pierluigi è esploso nelle settimane scorse come un temporale d'agosto. Tuoni e fulmini, ma soprattutto una grandinata di reti. Quasi si fosse tenuta dentro tutta l'energia del mondo, accumulata in mesi di ansia, di sofferenza e di rabbia. 

Conclude: 

«Non sono un tipo superstizioso, ma scusate se mi viene spontaneo di toccare ferro quando mi si chiede di raccontare la disavventura vissuta l'anno scorso. Diciamo che non la auguro a messuno. Neppure al più scorretto degli avversari». 

Compreso Mareggini?

«S'intende!» 

tratto da: La Stampa 2 Settembre 1991




Jurgen

stadio

juventus

fiorentina

giovanni

reuter

juventus

fiorentina

juventus


juventus








Nessun commento:

Posta un commento