domenica 13 agosto 2023

14 Agosto 1992: Giappone - Juventus

É il 14 Agosto 1992. La Nazionale giapponese e la Juventus si sfidano in questa gara amichevole estiva in preparazione della stagione 1992-93. Tutto si svolge al 'Kobe Universiade Memorial Stadium' di Kobe (Giappone).

La Juventus cerca di fermare l'egemonia del Milan che da un paio d'anni o piú ammazza il campionatao senza scampo.Sará un impresa quasi impossibile in campionato, ma tant'é che con questo Roberto Baggio (capitano e uomo simbolo della squadra in Italia e nel mondo) tutto é possibile!

Buona Visione!


giappone


Stagione 1992-1993 - Amichevole
Midoridai (Kobe) - Kobe Universiade Memorial Stadium
Venerdì 14 agosto 1992 ore 19:00
NAZIONALE GIAPPONE-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Yoshida 33, Miura 61, Baggio R. rigore 79, Moeller 90

NAZIONALE GIAPPONE: Matsunaga, Tsunami, Horiike, Katsuya, Ihara, Yoshida (Takeda 83), Moriyasu, Asano, Miura, Takagi, Fukuda
Allenatore: Hans Ooft

JUVENTUS: Peruzzi, Carrera M., Marocchi (Casiraghi 65), Conte A., Kohler, Julio Cesar, Di Canio (Giacobbo 79), Baggio D., Vialli, Baggio R., Moeller
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Moritsu (Giappone)

 



Juve, non è stata una lezione di calcio 

I bianconeri evitano in extremis la sconfìtta nella prima delle due sfide col Giappone 

KOBE DAL NOSTRO INVIATO 

L'orgoglio, la spintarella dell'arbitro giapponese Moritsu, che le ha generosamente concesso un rigore trasformato da Roberto Baggio (79'), compensandone due negati in precedenza, ed un'incornata di Andy Moeller a tempo scaduto (93'), hanno consentito alla Juventus di evitare la sconfitta nella prima delle due sfide con il Giappone. La seconda è in programma a Tokyo lunedì e si vedrà un'altra Juve, più concentrata e consapevole che i figli del Sol Levante sono tutt'altro che sprovveduti ed hanno lo spirito dei kamikaze. 

Era venuta in Estremo Oriente per dare lezione di calcio ma, all'Universiade Stadium, di fronte a 60 mila spettatori entusiasti, sportivissuni e plaudenti anche in occasione del pareggio, la Juve, ha imparato che l'accademia non paga e che, in campo internazionale, bisogna affrontare ogni partita, amichevoli comprese, con la giusta determinazione, altrimenti si corre il rischio di brutte figure. Forse i bianconeri hanno sottovalutato il Giappone, che ha una buona tecnica, elementi veloci ed un gioco moderno, a zona. E si sono lasciati cullare dal concetto di dover offrire spettacolo. La realtà è stata diversa ed hanno sofferto, trovandosi sotto di due reti di pregevole fattura realizzate da Yoschida, con un destro imparabile all'incrocio dei pali scagliato dal limite (33'), e da Miura (61') su un fulmineo contropiede di Fukuda, propiziato da un retropassaggio sbagliato di Carrara che ha tagliato fuori Julio Cesar. 

In precedenza (7') Miura aveva centrato la traversa con un corner alla Orsi. Questo Kaziuyoshi Miura, il migliore in campo, milita nel Yomiuri di Tokyo, campione del Giappone, e non sfigurerebbe affatto nella nostra serie A. Giocava nel Santos, l'ex società di Pelè. Poi è tornato in patria, attirato da maggiori guadagni e da un football in evoluzione, pronto per il primo campionato professionistico. Anche il centrocampista Yoschida e il difensore Asano sono di buon livello. E gli altri hanno fatto dannare la Juventus con geometrie semplici, efficaci e una marcia in più. E mancava la stella Ramos, il brasiliano naturalizzato. La stanchezza del lungo viaggio, il fuso orario e la forma approssimativa di alcuni giocatori in ritardo di preparazione, Vialli in particolare, hanno tolto lucidita, precisione ed incisività alla manovra della Juventus: manteneva il possesso del pallone, ma ruminava un calcio sterile. 

Trapattoni, lasciando Platt in tribuna e Casiraghi per più di un'ora in panchina, aveva schierato Moeller di punta accanto a Vialli, con Di Canio ora a sinistra ora a destra, Roberto Baggio rifinitore, Dino Baggio e Conte a centrocampo, Marocchi terzino sinistro, Kohler su Takagi, Carrera su Miura e Julio Cesar libero davanti a Peruzzi. Roberto Baggio mandava in sollucchero la folla con giocate di classe. Di Canio lottava con grande impegno, anche se tradito a volte dalla voglia di strafare; Dino Baggio aumentava le offensive, ma i loro sforzi trovavano poca collaborazione in Vialli e Moeller che non affondavano i colpi. Sorniona, la Juventus cercava di controllare la gara e il Giappone accelerava il ritmo costringendola ad allungarsi. Conte doveva ballare tra due avversari esponendosi anche a qualche magra, e Marocchi rincorreva gente più rapida di lui. E Peruzzi capitolava, senza colpe. 

Il gol dava la sveglia alla bella addormentata e Moeller e Vialli sciupavano due buone occasioni. Vialli, sul finire del tempo, reclamava invano un penalty. Lo stesso faceva Di Canio, ed a pieno titolo, in avvio di ripresa. C'era ancora un grande spunto di Moeller, anticipato di un soffio, e poi un gol a gioco fermo del tedesco. Fuochi di paglia. E il Giappone raddoppiava. Al 65' Trapattoni toglieva Marocchi ed inseriva Casiraghi aumentando il peso dell'attacco ma sbilanciando la squadra, che si esponeva al gioco di rimessa lasciando nei guai Kohler e Julio Cesar. La Juventus non ci stava a perdere e reagiva rabbiosamente. Un veniale intervento del portiere Matsunaga, che toccava con il guantone il piede di Casiraghi (con il pallone ormai irraggiungibile), era punito con il rigore: Robi Baggio non falliva. 

E con l'ingresso di Giacobbo per Di Canio, il finale era tutto bianconero con il 2-2 firmato da Moeller tra l'esultanza, incredibile ma vero, del pubblico cui premeva non tanto il risultato quanto lo spettacolo. Cose dell'altro mondo. 

tratto da: La Stampa 15 Agosto 1992



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