Per questa gara storica i bianconeri si presentano in campo con un inedita casacca nera. Dopo essere stati sconfitti per 0-1 nella gara di andata, la Juventus cerca di ribaltare il risultato sul difficilissimo campo dei madrileni. Sará un impresa da segnare sui libri di storia, perché nessuna squadra italiana riuscì ad espugnare 'il fortino iberico' prima di questa gara.
Purtroppo servirá a poco! I bianconeri dovranno salutare la Coppa dei Campioni dopo aver perso la 'bella' a Parigi contro gli stessi 'blancos'.
Buona Visione!
Madrid - Stadio Santiago Bernabeu
mercoledì 21 febbraio 1962 ore 20:30
REAL MADRID-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Sivori 38
REAL MADRID: Araquistain, Casado, Miera, Del Sol, Santamaria, Ruiz A., Tejada, Ruiz F., Di Stefano, Puskas, Gento
Allenatore: Miguel Muñoz
JUVENTUS: Anzolin, Sarti B., Garzena, Charles, Bercellino G., Leoncini, Mora, Mazzia B., Nicolè, Sivori, Stacchini
Allenatore: Carlo Parola
ARBITRO: Guigue (Francia)
La Juventus ha ottenuto a Madrid la vittoria dell'orgoglio
Ed adesso la “bella,, a Parigi
L'indovinata utilizzazione di Charles nell'inedito ruolo di mediano destro
Bercellino: una gara calma e sicura
Due splendide parate di Anzolin.
Solo elogi per la compagine torinese che ha voluto e saputo cancellare il ricordo della sconfitta subita allo Stadio Comunale
Madrid, giovedi sera.
Malgrado la lunga distanza erano convenuti nella capitale spagnola circa un migliaio di Italiani. La solita comitiva del ferrovieri che già aveva fatto qualche tempo fa un viaggio a Londra in occasione di un'altra partita, una numerosa schiera di valdostani e parecchia variata gente arrivata par via aerea. Tutti questi tifosi che avevano l'animo piuttosto predisposto ad assistere ad una seconda sconfitta dei bianconeri, sono ora pienamente soddisfatti. Per il risultato, certamente, ma essenzialmente per aver visto la squadra bianconera comportarsi in modo diametralmente opposto a quello che tante critiche aveva sollevato sette giorni prima nella capitale piemontese.
La squadra della Juventus aveva subito qualche modifica rispetto a quella che aveva giocato a Torino. La principale variante consisteva nel fatto che l'inglese Charles passava a giocare in una posizione che fino a quel momento non aveva mai ricoperto, quella di mediano laterale destro. Davanti a lui giocava viceversa come mezz'ala destra Mazzia. Era evidente che due giocatori si sarebbero scambiato il posto nel corso dell'incontro ed effettivamente Mazzia si dedico in modo prevalente alla marcature di Di Stefano, riuscendo a non lasciargli la libertà di azione che ha di solito
Per conto suo Charles, riusci più volte a trasformarsi da difensore puro in attaccante; a lui é dovuto il colpo di testa che mise Sivori nella situazione di non avere altro da fare che di spedire la palla oltre la linea della rete madrilena.
Un uomo va nominato nel commenti di questa partita: Bercellino, il quale ha giocato con una calma ed una sicurezza di cui non lo si credeva capace.
L'intera squadra del resto si comportata bene, principalmente in fatto di coraggio e di slancio. Ad un dato punto, quando qualcuno degli spagnoll credette di sfoderare qualche numero poco corretto del suo repertorio, egli trovò pane per focaccia.
Non pareva proprio più la Juventus confusa che avevamo visto all'opera nel secondo tempo della partita di campionato di domenica scorsa. Era invece una compagine galiarda, con giocatori che si erano messi nella testa di cancellare il ricordo della brutta partita giocata una settimana prima e che, bisogna riconoscerlo, vi riuscirono in pieno.
Sivori, senza essere l'uomo dei suoi momenti piú belli, migliora notevolmente la sua prestazione ma, ripetiamo, tutti e undici gli uomini, ivi compreso Anzolin che specialmente nel secondo tempo si produse in un paio di parate fra le più difficili, tutti quanti al comportano in modo ottimo.
Le conseguenze di questo spirito volitivo del juventini, dell'ottima prova data nalla capitale spagnola stanno nel fatto che l'avventura della Coppa del Camploni è tutt'altro che finita per i bianconeri: le due squadro campioni di Spagna e d'Italia infatti, dovranno incontrarsi ora una terza volta par decidere quale delle due abbia il diritto di salire alle semifinall del torneo. Il fatto era prudenzialmente già stato preso in considerazione qualche ora prima della partita e si era deciso di far giocare la gara mercoledi prossimo, 28 a Parigi, forse al Parc des Princes e non al Colombes, data la giornata feriale.
Bisogna aggiungere a queste considerazioni il fatto che II Real Club Madrid non ha dato questa volta l'impressione di sicurezza e di impegno che aveva lasciato, invece, la settimana prima: in ragione prima ed essensiale di questo decadimento di forma a di rendimento sta nal fatto che la Juventus ha opposto, invece, la seconda volta una resistenza che non aveva affatto opposto nella prima occasions. Gli spagnoli hanno certamente risentito dell'assenza dei loro due mediani laterall Felo e Pachin: viva sorpresa ha destato negli italiani il fatto che dei tre giocatori usciti feriti dalle ultime prove il solo a ricomparire in campo é stato proprio quello che era stato dichiarato il più grave dei tre la sorpresa é stata tanto più viva che alcuni dirigenti del Real Madrid non avevano esitato a giurare che assolutamente il Del Sol sarebbe stato assente dalla gara.
Del Sol, invece, ha corso e ha lavorato di buzzo buono per l'intera partita, pur senza arrivare ad essere l'uomo eminente che era stato nolla partita di Torino, ma nemmeno Di Stefano è riuscito a ripetere l'impressione lasciata allo Stadio della nostra città. L'unico giocatore che forse si comportò meglio nell'incontro di ritorno che non in quello d'andata è stato l'ala sinistra Gento.
La disillusione tra il numeroso pubblico presente é stata notevollasima: sul campo vi erano circa centomila spettatori e tutti quanti hanno commentato in modo sfavorevole, la prestazione della squadra del loro cuore. Al madrileni rimane ora la speranza che tra una settimana, quando si giocherà a Parigi, possano essere presenti tutti quanti gli uomini allineati a Torino.
La squadra della Juventus ed i giornaliati complono il viaggio aereo di ritorno in due apparecchi separate mentre i giornalisti dovranno atterrare a Linate, i gio catori, che seguiranno in via di Parigi, non arriveranno che alla sera, ma col vantaggio di atterrare direttamente a Caselle.
Vittorio Pozzo
Tratto da: La Stampa 22 febbraio 1962
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