martedì 21 novembre 2023

22 Novembre 1989: Juventus - Karl Marx Stadt

É il 22 Novembre 1989 Juventus e Karl Marx Stadt (Germania Est) si sfidano nella gara di andata degli Ottavi di Finale della Coppa UEFA 1989-90  allo Stadio 'Comunale' di Torino.

Questa Juve costruita e modellata dalla figura storica di Dino Zoff (stavolta nelle vesti di allenatore) sta per vincere una bellissima doppietta di coppa. Infatti assieme alla Coppa UEFA, vince anche la Coppa Italia contro un grande Milan, all'apice della sua storia 'Sacchiana'. Purtroppo questi successi non valgono al 'Dino nazionale' la conferma sulla panchina bianconera. La dirigenza juventina é affascinata dal nuovo che avanza ed investe il proprio futuro in un giovane di 'belle speranza' Luigi Maifredi!

Buona Visione!


karl marx stadt


Stagione 1989-1990 - Coppa UEFA - Ottavi, andata
Torino - Stadio Comunale
mercoledì 22 novembre 1989 ore 20:15
JUVENTUS-KARL MARX STADT 2-1
MARCATORI: Weinhold 70, Schillaci 82, Casiraghi 88

JUVENTUS: Tacconi, Napoli N., De Agostini, Galia, Bonetti D., Fortunato D., Alejnikov (Casiraghi 60), Rui Barros, Zavarov, Marocchi, Schillaci
A disposizione: Bonaiuti, Bruno P., Tricella, Alessio
Allenatore: Dino Zoff

KARL MARX STADT: Schmidt, Ziffert, Bittermann, Kohler, Illing, Muller, Barsikow, Steinmann, Weinhold (Mitzscherling 78), Heidrich, Keller
A disposizione: Hiemann, Laudeley, Mehlhorn, Oehmig. 
Allenatore: Sebastian Meyer

ARBITRO: Goethals (Belgio)
AMMONIZIONI: De Agostini 85 (Juventus)



Zoff: «C' era molto nervosismo» 
E Tacconi: «Abbiamo rischiato davvero grosso» 

TORINO. Dal possibile 0-2, che Tacconi evita uscendo sui piedi di Wienhold, al 2-1 che testimonia come, l'ultimo quarto d'ora, sia ancora una volta decisivo per i bianconeri: dopo le infelici esperienze di San Siro con il Milan e di Udine, questa volta però in chiave positiva. Così i fans bianconeri possono tirare un sospiro di sollievo e probabilmente anche Boniperti, che nell'intervallo — ancora sullo 0-0 — era apparso abbastanza contrariato dall'andamento del match. 
«Questi tedeschi sono fatti. così, decisi e quasi rabbiosi nel loro modo di affrontare la partita» 
aveva sottolineato, per poi aggiungere: 
«Noi abbiamo sfiorato ripetutamente il gol, ma non basta ancora. Occorre qualcosa di più. Per ora in campo ci sono i tedeschi ben più degli italiani». 
E chissà cosa avrà pensato, dopo aver lasciato lo stadio, quando ha saputo dello svantaggio: probabilmente a un giorno stregato visto com'erano andate le gare di Napoli e Perugia. 
«Macché — sostiene invece Zoff — io non penso mai a giornate stregate, anche se la paura di perdere l'ho avuta. Loro sono riusciti nella tattica che si erano prefìssi, tenere la squadra corta e aggressiva: è stata questa la chiave del match. Poi, nel finale, siamo riusciti a buttare qualche palla lunga, da conquistare: e dopo aver sofferto, il risultato mi sembra buono». 
Il tecnico è rimasto impressionato soprattutto da tre giocatori avversari: il temuto Steinmann, Wienhold e Heidrich. Ma a tormentarlo non sono stati solo gli avversari: 
«Qualcuno dei miei — dice infatti — ha sentito troppo il momento, ha affrontato la gara troppo nervoso. E questo ha contribuito a favorire il Karl Marx Stadt. Nell'intervallo ho chiesto ai ragazzi maggiore ordine e determinazione. Ma non era facile. Adesso vediamo come andrà il ritorno». 
Tacconi ricorda come avesse detto qualche giorno fa che 
«questa Juventus è una squadra pazza, che può vincere anche il campionato. Intanto ha raddrizzato una partita importante anche se io i gol di Schillaci e Casiraghi neppure li ho visti. Certo che abbiamo corso anche dei rischi...». 
La parola ai due goleador. Schillaci, al terzo gol di Coppa (ma Vicini se ne era già andato...), racconta come l'arbitro comunque avesse fischiato il rigore, sull'intervento del portiere: 
«A calciare, il piede mi faceva male e allora ho fintato il tiro colpendo piano. La palla è passata, io no perchè il portiere mi ha agganciato. Giustamente l'arbitro ha dato il vantaggio». 
Casiraghi invece pensa al ritorno: 
«Sono convinto che sarà più facile per noi a casa loro, anche se han dimostrato di sapersi disporre bene in campo». 
L'ultima battuta è per Meyer, allenatore dei tedeschi: 
«Siamo una squadra giovane e abbiamo pagato la nostra inesperienza. In vantaggio, anziché restare coperti, ci siamo sbilanciati. Peccato, ma questa Juve è davvero forte». 

Giorgio Barberis




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