domenica 21 aprile 2024

22 Aprile 1993: Paris St.Germain - Juventus

É il 22 Aprile 1993 e Paris Saint GermainJuventus si sfidano nella gara di ritorno della Semifinale della Coppa UEFA 1992-93 allo Stadio 'Parc des Princes' di Parigi.

La Juventus cerca di fermare l'egemonia del Milan che da un paio d'anni o piú ammazza il campionato in Italia senza scampo. Sará un impresa quasi impossibile in campionato, ma tant'è che con questo Roberto Baggio (capitano e uomo simbolo della squadra in Italia e nel mondo) tutto é possibile! Intanto in europa la squadra gira a mille e conquista la terza Coppa UEFA della storia bianconera.

Buona Visione! 


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Coppa UEFA 1992-1993 - Semifinali, ritorno
Parigi - Stadio Parc des Princes
Giovedì 22 aprile 1993 ore 20.15
PARIS SAINT-GERMAIN-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Baggio R. 77

PARIS SAINT-GERMAIN : Lama, Fournier (Simba 61), Colleter (Germain 80), Ricardo Gomes, Roche, Le Guen, Kombouarè, Guerin, Weah, Valdo, Ginola
Allenatore : Artur Jorge

JUVENTUS: Rampulla, Torricelli, De Marchi, Galia, Carrera M., Julio Cesar, Marocchi, Platt, Vialli, Baggio R. (Di Canio 85), Moeller (Casiraghi 65)
Allenatore : Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Uillenburg (Olanda)




I bianconeri, che vincono al Parco dei Principi, e il Parma si uniscono al Milan nel tris italiano in finale 
Signora Juve 
Un 'altra firma di Baggio 

PARIGI DAL NOSTRO INVIATO - Ancora e sempre Roberto Baggio. Due reti cruciali all'andata, e una, fondamentale, al Parco dei Principi. La Juventus resiste alle sterili cariche del Paris Saint-Germain e conquista la doppia finale della Coppa Uefa. A contenderle il trofeo, già suo nel 1977 e nel 1990, sarà il Borussia Dortmund dell'ex Reuter, anch'esso vincitore su una squadra francese, l'Auxerre. 

Partita di grande sofferenza, a Parigi. E un timbro tutto trapattoniano: difesa cocciuta, a tratti perfino eroica, e gol al primo tiro. Le assenze di capisaldi quali Dino Baggio, Conte e Kohler vengono puntellate da un cuore grande così. Schiacciato dalla pressione ambientale, il Psg conferma i vistosi limiti, soprattutto sotto porta, già emersi a Torino. Là avrebbe potuto chiudere il discorso, qui non riesce a riaprirlo. Rampulla, Carrera e Julio Cesar sono i pilastri di una titanica maginot. Il guizzo di Baggio appartiene al repertorio dei campioni: in grado, anche nelle serate dispari, di lasciare traccia del proprio talento. All'ultimo momento, Trap cambia idea: avanza Vialli, riesuma Galia e spedisce Casiraghi in panchina. Una mossa discutibile. La Juve ci guadagna in filtro, ma ci perde in aggressività all'attacco. Il bello delle Coppe è che, con il risultato in bilico, anche spettacoli modesti come questo sembrano sfide ciclopiche. La pressione del Paris è costante. Ginola fa impazzire Torricelli, le digressioni di Valdo seminano il panico. Madama cerca di stare raccolta, Julio Cesar affianca spesso Carrera, l'ombra di Weah: ogni tanto, briciole di fuorigioco. A sinistra, fisso, c'è De Marchi: ora su Valdo, ora su Fournier. A metà campo, ingorghi bestiali: Marocchi, Platt e Galia si scornano con Le Guen, Guerin e Valdo. Come a San Siro, sabato scorso, Baggio giostra in mezzo a Vialli e Moeller, punte esterne, controllate da Kombouarè (a destra) e Colleter (a sinistra). 

Artur Jorge, che fesso non è, alterna Roche e Le Guen a ridosso del Codino, e tiene Ricardo più indietro del solito: non si sa mai. Fatica, la Juve, ogni volta che entra in possesso di palla. Non trova sbocchi, soffre il pressing, non imbastisce azioni profonde, anche se in un paio di occasioni, Vialli, Moeller e Baggio sfilano, minacciosi, sotto il naso di Lama. Il Psg avanza in forze e colleziona calci d'angolo. L'ammucchiata juventina crea problemi di viabilità. Le mischie superano di gran lunga le palle-gol nitide, tre in tutto, almeno nel primo tempo, e sempre rintuzzate in bellezza dallo stoico Rampulla: al 11' su Ginola (da un'idea di Colleter; ma c'era offside); al 18' su Weah (da una girandola Valdo-Colleter); al 24' su Roche, scaltro nell'incornare una punizione di Guerin. E la Juve? Un bel lancio di Baggio per Vialli (15'), una ciabattata di Julio Cesar a capo di un corner; un ruzzolone sospetto di Vialli in area, complice Kombouarè. Nella ripresa, cresce la tensione. Moeller passa a sinistra, Vialli a destra. Non è che i francesi combinino sfracelli, ma con la Juve asserragliata sull'uscio di casa può succedere di tutto. Al 60' Artur Jorge perde la pazienza e ricorre a un'altra punta, Simba. Fuori Fournier. E' De Màrchi a occuparsi del nuovo cliente. Trap risponde con Casiraghi al posto di un pavido Moeller. La partita è aspra, l'arrembaggio dei parigini pecca di fantasia: tutti a testa bassa, e una carrettata di cross. Per far esplodere il Parco ci vuole, al 71', un guizzo di Weah, preso per la maglia da Carrera al limite dell'area. Il liberiano cade dentro, stecchito. L'arbitro, nel dubbio, non fischia nulla, nemmeno la punizione. Vi lasciamo immaginare gli schiamazzi del popolo. Subito dopo Weah, ancora lui, alza di una spanna sopra la tra- versa. Ma il calcio, vecchia storia, non è una scienza. E così, al 77', in pieno assedio, arriva il gol della Juve. L'azione è laboriosa: su «piazzato» di Marocchi, e «torre» di Platt, Vialli si gira e staffila, ma è Baggio, in agguato, a battere sul tempo l'angelo custode e a imprimere la più diabolica delle deviazioni. Il Paris non si dà pace. Germain avvicenda Colleter. 

Botte sugli spalti, fumogeni in campo. Rampulla, con caviglia ko, si oppone a una sventola di quel narciso di Ginola. Le ultime battute portano all'ennesima staffetta: Di Canio per Baggio. La Juve resiste impavida alle accorate incursioni degli avversari. Un grottesco retropassaggio di Germain costringe Lama a un trafelato recupero. I tifosi di Madama cantano l'inno di Mameli. Roberto Baggio, a Parigi, se lo ricorderanno per un pezzo. 

Roberto Beccantini 
tratto da: La Stampa 23 aprile 1993




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