martedì 26 marzo 2024

28 Marzo 1998: Juventus - Milan

É il 28 Marzo 1998 Juventus e Milan si sfidano nella decima Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1997-98 allo StadioDelle Alpi‘ di Torino.

La Juventus ottimamente guidata in panchina dal maestro Marcello Lippi si appresta a vincere il suo 25esimo Scudetto. 

Sará l'annata di Alessandro Del Piero (autore di 21 gol in campionato) e Zinedine Zidane (che a Luglio vincerá il Mondiale a casa sua).

Dall'altra parte il Milan che delude i suoi tifosi con un campionato mediocre e finisce addirittura in decima posizione.

Buona Visione!

 

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Campionato di Serie A 1997-1998 - 10 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
Sabato 28 marzo 1998 ore 20.30
JUVENTUS-MILAN 4-1
MARCATORI: Del Piero rigore 12, Boban rigore 33, Del Piero 39, Inzaghi 60, Inzaghi 83

JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Iuliano, Montero (Birindelli 67), Pessotto (Dimas 81), Di Livio, Tacchinardi (Pecchia 74), Deschamps, Davids, Inzaghi, Del Piero
Allenatore: Marcello Lippi

MILAN: Rossi S., Daino (Nilsen 46), Desailly, Maldini P., Cardone, Ba (Leonardo 61), Donadoni, Boban, Ziege, Weah, Kluivert (Maini 46)
Allenatore: Fabio Capello

ARBITRO: Braschi
ESPULSIONI: Boban 44 (Milan)



Davids: la mia rivincita 
Moggi: Capello è stressato e presuntuoso 

TORINO. E' un tiro incrociato contro il povero Milan. Inizia Umberto Agnelli alludendo a Davids: 

«Spero che Capello trovi un altro giocatore infortunato da darci».

Prosegue Moggi con sciabolate che lasciano il segno: 

«Capello ha parlato per tutta la settimana, così si è distratto e non ha preparato bene la partita. E' stressato e presuntuoso. Davids l'ha smentito. Quanto alla Juve ha dimostrato ciò che voleva. Anche che non ha un attacco leggero. Leggeri sono quelli che ci criticano». 

Il tecnico milanista non vede e non sente. Si divincola dall'abbraccio del tifoso juventino Idris con modi bruschi, commenta la sconfitta con toni tristi: 

«Prima del secondo gol avevamo giocato alla pari, poi dopo l'espulsione di Boban siamo andati in emergenza. Accetto il verdetto del campo, non la mia espulsione. Mi sono limitato a far osservare all'arbitro un'irregolarità su una rimessa laterale, siccome mi aveva già richiamato mi ha cacciato. Adesso andiamo a casa a meditare: non ci sarà ritiro, lo faremo al momento opportuno». 

Lippi è raggiante. La squadra ha messo in pratica tutto ciò che il tecnico aveva preparato. 

«Era previsto che li aggredissimo subito e l'abbiamo fatto. Abbiamo segnato, abbiamo raddoppiato con uno splendido gol di Del Piero e dopo l'espulsione di Boban è filato tutto liscio. La squadra è in grande condizione psicofisica, senza Zidane abbiamo adottato un atteggiamento diverso ed è stato bravissimo Tacchinardi. I risultati del pomeriggio non ci hanno dato più carica. Ora ci sono le solite tre squadre a braccetto e sarà così fino in fondo. Anche lo scontro con la Lazio non cambierà le cose». 

Ma Umberto Agnelli ha qualcosa da eccepire su ciò che è accaduto a Milano: 

«Il rigore dato all'Inter mi è sembrato a dir poco strano». 

Moderata euforia juventina, desolazione milanista. Davids, strepitoso, ammette: 

«Per me non era una partita come le altre, l'abbiamo giocata alla grande. Netto il rigore di Rossi su di me». 

Pessotto, invece, nega di aver atterrato Weah. Del Piero, capocannoniere con Bierhoff, frena come sempre: 

«Non siamo più vicini a nulla. Abbiamo giocato una partita di grande intensità, i miei due gol sono importanti ma cerco altre soddisfazioni: lo scudetto». 

Inzaghi, vittima dei crampi ammette: 

«Partita straordinaria della squadra ci ha aiutati a segnare. Dovevamo vincere per forza l'abbiamo fatto». 

Milan ai minimi storici e domenica avrà quattro squalificati: Boban, Cardone, Ziege e Desailly. Capitan Maldini è realista: 

«La verità è che meritiamo questa classifica perchè con le grandi non vinciamo mai. E' difficile anche per noi capire cosa succede. Volevamo reagire dopo il derby, invece ci siamo lasciati andare ancora una volta. Ora dobbiamo continuare ad onorare questa maglia». 

E Boban ammette: 

«Ho sbagliato, dovevo essere più attento perchè ero già ammonito». 

Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 29 marzo 1998



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La Stampa 29 marzo 1998

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