domenica 24 marzo 2024

27 Marzo 1966: Fiorentina - Juventus

É il 27 Marzo 1966 e Fiorentina e Juventus giocano allo Stadio 'Comunale' di Firenze una gara valevole per la nona giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1965-66.

Quello che sta per concludersi é un campionato nelle retrovie della classifica per entrambe le squadre. Sia i viola che i bianconeri falliscono nel tentattivo di impensierire l' Inter che si 'invola' verso lo Scudetto.

I viola allenati da Giuseppe Chiappella, intanto si aggiudica la Coppa Italia. La Juventus dal canto suo finisce le proprie fatiche in quinta posizione.

Buona Visione!


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Stagione 1965-1966 - Campionato di Serie A - 9 ritorno Firenze - Stadio Comunale Domenica 27 marzo 1966 ore 15.00 FIORENTINA-JUVENTUS 0-1 MARCATORI: Stacchini 44 FIORENTINA: Albertosi, Rogora, Diomedi, Pirovano, Ferrante, Brizi, Hamrin, Merlo, Brugnera, De Sisti, Morrone Allenatore: Giuseppe Chiappella JUVENTUS: Anzolin, Gori A., Leoncini, Sarti B., Castano, Salvadore, Dell'Omodarme, Del Sol, Bercellino S., Cinesinho, Stacchini Allenatore: Heriberto Herrera ARBITRO: Campanati



Stacchini ha realizzato il goal decisivo 
I «due volti» dell'affermazione dei bianconeri sulla Fiorentina 
Entusiasmante primo tempo e ripresa in tono minore 
La Juventus risponde con autorità alle manovre dei giovani avversari, guidati dall'anziano Hamrin 
Salda manovra difensiva nella ripresa 

DAL NOSTRO INVIATO Firenze, lunedi mattina. La Juventus ha vinto a Firenze (1 a 0, con un goal di Stacchini al 44' del primo tempo) rompendo una tradizione che la voleva in seria difficoltà sul campo toscano. Il successo dei bianconeri può essere considerato legittimo anche se è stato molto contrastato. La Fiorentina infatti, reduce da due consecutive vittorie in trasferta, aveva iniziato a giocare con la decisione di quello che si sente sicuro dei suoi mezzi. Una squadra vibrante, piena di giovani sulla via della definitiva affermazione. Prudente in difesa con De Sisti e Merlo piuttosto arretrati, e dinamica all'attacco per l'intraprendenza di Hamrin, per il gran correre di Morrone e per le puntate a rete di Brugnera ed a tratti dello stesso Pirovano. La Juventus, a questa Fiorentina «completissima», ha opposto la formazione più logica del momento; con Sarti cioè al posto dell'indisponibile Bercellino I e con Stacchini validissimo sostituto di Menichelli. Una squadra che ha affrontato l'avversaria sullo stesso piano del gioco e del rendimento. Una Juventus « di lusso», forse troppo leziosa nella ricerca del bello, ma volitiva, generosa, combattiva. A controllare Hamrin, Herrera aveva messo Salvadore, ed il «capitano azzurro » ha dominato l'avversarlo come forse mai prima d'ora; Sarti doveva seguire Brugnera, e la prestazione del biondo difensore è stata addirittura perfetta, tanto che viene da chiedersi se convenga, domenica far rientrare Bercellino I; a Leoncini toccava il compito di guardare Merlo, e la lotta fra i due è risultata interessante, piacevole, densa di vicende alterne. Dietro a tutti un Anzolin attentissimo, ed un Castano tranquillo come nei giorni belli. Ma dove la Juventus ha convinto veramente è sul centro campo: qui si è ammirato il Cinesinho più pratico, più intelligente, più utile da quando gioca in maglia bianconera. E con lui Del Sol caparbio, combattente, franco sia in zona di interdizione che in attività di rilancio. 

Dal confronto fra i due opposti settori (Pirovano, Merlo e De Sisti in viola, Del Sol, Cinesinho e Leoncini in bianconero) è nata la superiorità dei torinesi, che hanno creato alcune bellissime occasioni da goal chiamando in causa più volte il bravo Albertosi. Dominio tecnico e tattico degli ospiti con alcune azioni valide anche per i padroni di casa, che nel breve spazio di tre minuti (25', 26' e 27') creano tre situazioni vantaggiose sotto la porta di Anzolin tutte comunque ben controllate dai difensori torinesi. Però immediatamente gli uomini di Heriberto Herrera riprendevano le redini del gioco. Al 34' Leoncini e Stacchini costringevano Albertosi a due parate consecutive da vero campione, al 40' Campanati fermava per fallo inesistente Del Sol lanciato in piena area viola, ed al 44' veniva il goal. L'onnipresente Cinesinho « rubava » un pallone a De Sisti lanciando Dell'Omodarme, Rogora (spostato provvisoriamente a destra) tentava di frenare la corsa dell'ala bianconera senza peraltro riuscirci, ed il « n. 7 » juventino giunto a fondo campo « crossava » in corsa al centro un pallone che Stacchini — nella posizione di mezzo destro — staffilava di sinistro imparabilmente a rete. 

La Fiorentina ha iniziato la ripresa sotto l'assillo di dover a tutti i costi raggiungere il pareggio, e l'assalto in massa dei viola ha consigliato ai bianconeri una prudente copertura supplementare. E così la bella Juventus vista ed ammirata nel primo tempo è scomparsa. Nasceva molta confusione nell'azione di arginamento di una manovra (quella dei toscani) che aveva il merito d'essere continua, ma non era certo molto pericolosa. Hamrin si dava da fare, buttandosi a terra più volte in piena area per mendicare il rigore, ma Campanati non ha raccolto la sfida. 

Cresceva così nel gioco il giovane Merlo forse anche perché Leoncini gli concedeva troppo spazio e perché Del Sol, ormai esausto per il tanto correre, era obbligato a qualche fallo giustamente punito; tentava una volta il goal improvviso anche Pirovano, ma trovava Anzolin perfettamente piazzato e per nulla distratto. In breve una Fiorentina che attaccava, attaccava molto senza però mai raggiungere la zona utile per il, tiro. Rare le azioni di contropiede della Juventus, rare e purtroppo scarsamente valide. Al 16' un errore di Brizi dava via libera a Bercellino, ma il giovane centroavanti non accettava il regalo e falliva il tiro finale in modo balordo. Con il passare dei minuti la situazione sui due campi si faceva sempre più confusa. La pioggia (cadeva ad intermittenza rendendo il campo allentato e scivoloso) creava difficoltà maggiori ai due contendenti, che non ottenevano altro che qualche calcio d'angolo senza esito. Per la Juventus il traguardo massimo era quello di portare in porto il successo, ed aver raggiunta la meta è già titolo di merito. Però ci sia consentito dire che dopo aver visto i bianconeri nel primo tempo, non ci attendevamo nella ripresa una così completa rinuncia al gioco d'attacco. 

Non ci si venga a dire che in Italia tutti si difendono (anche l'Inter pluricampione) e che è giusto che pure i bianconeri debbano guardare esclusivamente al risultato. L'osservazione è valida solo in parte. Heriberto Herrera dà a questi giocatori il carattere dei combattenti, li allena atleticamente al punto che possono giocare una partita e mezzo senza risentire dello sforzo, insegna loro una tattica che è lanche piacevole con scambi irapidi fra difensori e mediaIni, con l'avanzare improvviso di un uomo dei settori arretrati, con il movimento continuo delle tre «punte» impegnate a far spazio a chi giunge dalle retrovie. Tutto valido. Ma allora perché rinunciare ad un simile bel gioco appena si raggiunge un goal? Questo veramente rimane incomprensibile, anche se Heriberto Herrera intende giustificare tutto con il leggero infortunio lamentato da Leoncini all'inizio della ripresa. La Juventus vista ieri nel primo tempo aveva convinto anche i suoi critici più severi. Nella ripresa sono affiorate le solite discussioni sui meriti e sui demeriti dei bianconeri. La vittoria potrà chiudere la polemica, però il giudizio sulla validità della squadra rimane ancora nel dubbio. 

Giulio Accatino
tratto da: La Stampa 28 marzo 1966




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La Stampa 28 marzo 1966

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La Stampa 28 marzo 1966

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