giovedì 21 marzo 2024

23 Marzo 1975: Juventus - Inter

É il 23 Marzo 1975 e JuventusInter si sfidano nell'ottava giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

La Juve é guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall'altra parte c'é l'Inter che allenato dalla vecchia gloria Luis Suarez disupterá un campionato al limite del disastro; lontano anni luce dalla vetta, e piú vicino alla zona retrocessione che al vertice.

Buona Visione!


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Campionato di Serie A 1974-1975 - 8 ritorno
Torino - Stadio Comunale
Domenica 23 Marzo 1975
JUVENTUS-INTER 1-0
MARCATORI: Cuccureddu 39

JUVENTUS: Zoff, Spinosi, Cuccureddu, Furino, Morini, Scirea, Viola F., Causio, Bettega, Capello F., Damiani
Allenatore: Carlo Parola

INTER: Vieri L., Fedele (Catellani 46), Giubertoni, Oriali, Facchetti, Bini, Mariani, Bertini, Boninsegna, Scala, Nicoli
Allenatore: Luis Suarez

ARBITRO: Menicucci



Ai bianconeri basta una "punizione bomba,, per vincere 
Juventus stanca, Inter fantasma 
Gara deludente, con pause ed errori 
Senza vere "punte" i torinesi hanno scelto la strada della manovra, faticando molto 
I nerazzurri mai pericolosi: Boninsegna si è sfogato maltrattando Mariani 
Parate di Vieri, Zoff inoperoso

Nella stagione dell'austerità, la Juventus si avvicina, domenica per domenica, al più autarchico scudetto della sua gloriosa storia. Scudetto che andrebbe girato, una volta vinto, al pubblico più affezionato che protesta, singhiozza, rischia l'infarto tanta è la rabbia peri deprimenti spettacoli che gli vengono propinati, ma che ogni domenica è sulle gradinate a gridare, a sostenere i giocatori. Anche ieri alle stadio comunale l'illusione di assistere ad una partita di calcio vera è durata pochi minuti: ancora stanca per la serata di Coppa di Amburgo, priva sia di Anastasi che di Altafini entrambi in castigo dopo le ultime «magre», la capolista è stata costretta dalla sua stessa inquadratura ad impostare il gioco sulla manovra, ed automaticamente le carenze del singoli (non solo fisiche, anche tecniche) sono affiorate con evidenza solare. Ha dato una validissima mano alla Juventus nell'affossare la partita un'Inter a tratti commovente per l'inequità degli sforzi dei pochi uomini validi — Vieri, Pacchetti, Bini ed anche Mariani, che ha corso come un forsennato, beccandosi per compenso i rimbrotti pubblici di un Boninsegna velleitario ma evanescente —, ma più spesso deludente al di là di ogni aspettativa. 

La gara, risolta da Cuccureddu su punizione verso la fine del primo tempo, è andata via via spegnendosi, con pubblico e giocatori impegnati a guardare sempre più spesso al tabellone, luminoso che evidenziava i risultati pro-Juve della domenica calcistica. Ci sono stati persino accenni di melina da parte bianconera, con lunghi passaggi indietro a Zoff. Se è questo che insegna la esperienza internazionale, è meglio restare a casa. Con Cuccureddu, che ha pure sbagliato del palloni giocabili meglio di quanto lui abbia fatto, ma si è prodigato dall'inizio alla fine per scattare nel corridoi liberi e suggerire passaggi ai colleglli più lenti, meritano elogi l'indistruttibile Furino, Capello che si muove sempre con lucidità, Bettega per il senso del gioco sempre vivo anche se non sostenuto da una adeguata potenza, Viola per la rabbia posta in certi « strappi » violenti anche se avulsi dal gioco della squadra, il Damiani della ripresa (dopo un primo tempo troppo fumoso e ricco di incertezze). 

Ancora una volta Parola aveva modificato troppo la squadra perché il gioco non ne risentisse. A differenza di Roma, dove le assenze di Causio e Capello erano forzate, questa volta si è trattato di precise scelte tecniche. Con Anastasi mandato giustamente a ritemprarsi lontano dalle tensioni dell'ambiente, è stato lasciato in panchina Altaflini, ritenuto un po' fiacco alla luce delle ultime prestazioni. Bettega ha cercato di tornare « punta », ma è stato un valido centravanti arretrato, di manovra, più che lo sfondatore di cui la squadra aveva bisogno. Cuccureddu, Furino, Viola e Capello hanno cercato di ovviare alla situazione. Inserendosi con maggiore frequenza in avanti, ma molto sapeva di improvvisato nella manovra bianconera. Per fortuna, l'inesistenza dell'attacco nerazzurro non ha mai messo alle strette la difesa avversaria; abbiamo l'impressione che in caso contrario Zoff sarebbe stato costretto ancora una volta a far appello alle sue notevoli doti. 

La coppia centrale della retroguardia juventina non sembra attraversare un momento felice: Scirea si è portato in attacco in due o tre occasioni con decisione, ma in fase di protezione ha avuto delle incertezze; Morini, ad onta degli entusiasmi suscitati dalla sua prova ad Amburgo, ha mostrato di temere sin troppo il fantasma di Boninsegna, anticipandolo raramente e ballonzolandogli davanti sino a quando-un compagno non arrivava' in soccorso a risolvere la situazione. Spinosi ha compiuto un altro passo avanti sulla strada della migliore forma, e ci arriverà presto, visto che ha avuto la modestia di dichiarare In Germania: 

« Comincia ad andare, ma debbo ancora lavorare molto ». 

L'Inter è apparsa a tratti desolante nella sua pochezza. Povertà di schemi, di classe, ma soprattutto carenza di condizione visto che gli atleti partivano sempre da fermi, tentando dribblings impossibili, e che di movimento collettivo se ne è visto pochissimo. Forse c'è qualcosa da rivedere anche nella preparazione condotta dal prof. Calllgaris e nella dieta consigliata dal prof. Querenghi. Quanto a Suarez, mancatogli l'apporto di Mazzola, non ha saputo evidentemente dare un volto logico alla squadra. Si sono salvate le individualità già ricordate, sopra tutti un Bini magari sin troppo duro in certi frangenti, ma almeno capace di reazioni degne di un giovane che vuole emergere. I nerazzurri hanno tentato un affondo in apertura di gioco, e Boninsegna ha calciato alto da buona posizione. Ha rispósto la Juve con un attacco poco convinto di Furino, ma la palla rimbalzando violentemente contro le gambe del bianconero per poco non ha beffato Vieri. I bianconeri hanno cercato di spingere a fondo, ma si è visto subito che la giornata di tutti non era delle più felici. Facchetti, respingendo davanti alla-porta un pallone piazzato da Damiani di testa: dopo una uscita a vuoto di Vieri, ha evitato il gol che e arrivato quasi allo scadere del primo tempo dopo una fase povera di emozioni. 

Al 40' per un fallo su Cuccureddu, l'incerto arbitro Menicucci ha concesso una punizione ai bianconeri. Capello ha toccato lateralmente per Cuccureddu, il quale da trenta metri ha piazzato una botta secca e bassa che Vieri ha visto solo nel sacco, alla sua sinistra. La Juventus ha legittimato II vantaggio con una sfuriata in apertura di ripresa (parata a terra di Vieri su bella deviazione di Damiani, pallonetto di Bettega a filo di traversa, tocco sul fondo di Damiani che aveva aggirato Vieri stesso), poi l'Inter ha cercato di reagire, ma sempre senza pericolosità. Alla mezz'ora I bianconeri hanno portato altri affondi un po' più convinti: Vieri prima ha respinto con il petto una staffilata di Damiani, quindi ha fermato con l'aiuto della traversa un colpo di testa di Bettega. E' finita con un ulteriore affondo deciso di Cuccureddu: bello uno-due in velocità con Capello e stangata bassa che Vieri ha respinto di piede. Due fra i migliori a confronto diretto, uno dei pochi spunti veramente validi della gara. 

Bruno Perucca
tratto da: La Stampa 24 marzo 1975

 


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La Stampa 24 marzo 1975

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La Stampa 24 marzo 1975

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