Ricordate la famosa canzone di Gianni Morandi 'Uno su Mille'? Ebbene dal momento in cui uscì nei negozi di musica a metá anni ottanta fu usata senza alcuna soluzione di continuitá per descrivere quella gente che nonostante avesse talento, volontá ed applicazione e metodo non seppe eccellere nel suo campo di lavoro o vita!
Nel caso che trattiamo qua, il talento c'é in abbondanza, peró le altre componenti si inbattano in un carattere fumantino e poco propenso al sacrificio ed alla abnegazione sul lavoro!
Parliamo di Domenico Marocchino, talento piemontese fine anni 70/inizi anni 80, dotato di piedi eccelsi e visione di gioco da fuoriclasse.
Ma come narrava la famosa canzone non riuscì a collegare bene il cervello con il suo talento. (Anche se a lui si direbbe andava bene anche così!)
Domenico Marocchino nasce a Vercelli, in Piemonte, il 5 maggio 1957, sotto il segno zodiacale del Toro. Cresce nelle giovanili della Juventus, indossa le casacche di Juniorcasale e Cremonese. Quindi, esordisce in Serie A tra le fila dell’Atalanta, il 17 dicembre 1978, in occasione della partita contro la Fiorentina.
La stagione seguente rifà capolino a Torino e per quattro anni milita nella Juventus, conquistando due scudetti e una Coppa Italia. Vive di alti e bassi. È molto discontinuo, complice il carattere esuberante. Ma per la Vecchia Signora recita un ruolo da protagonista nel 1981-1982.
Complice il serio infortunio occorso a Roberto Bettega, trova spazio. Le prestazioni di Marocchino sono brillanti: non sfigura affatto in un gruppo che annovera Tardelli, Galderisi, Brady e Virdis.
– Fumava da tre a quindici sigarette al giorno nel pieno della carriera.
– Boniperti, che lo conosceva fin da quando era un ragazzino, lo fece pedinare, appena tornò a Torino. Il presidente pagava militari in pensione per controllare i giocatori, soprattutto di notte.
– Giovanni Trapattoni lo ha definito una grossa delusione: aveva grandi doti e avrebbe potuto garantire un contributo maggiore, per quattro o cinque anni, non solo per uno.
– Ha subito la multa più salata per non essersi svegliato in orario e salito sul pullman della Juve, impegnata a Verona. Lo sbaglio gli costò cinque milioni di lire.– Nella gara di ritorno con il Widzew Łódź uno stuolo di entusiaste ragazzine polacche lo accolse esibendo uno striscione con la scritta in italiano “Marocchino, vieni a ballare con noi in discoteca”. A riprova che lo precedeva una certa fama…
tratto da: Domenico Marocchino
Nessun commento:
Posta un commento