domenica 18 febbraio 2024

19 Febbraio 1995: Juventus - Napoli

É il 19 Febbraio 1995 e Juventus Napoli si sfidano nella Terza Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1994-95  allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

La Juventus dopo anni di magra si appresta a vincere il suo ventitreesimo scudetto con il nuovo allenatore Marcello Lippi. Il Napoli dal canto suo disputa un campionato dignitoso, benché fuori dalla zona europea.

Buona Visione!


 
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Stagione 1994-1995 - Campionato di Serie A - 3 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
Domenica 19 febbraio 1995 ore 15:00
JUVENTUS-NAPOLI 1-0
MARCATORI: Ravanelli 78

JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Orlando Al. (Torricelli 37), Carrera M., Porrini, Paulo Sousa, Marocchi, Conte A. (Deschamps 35), Vialli, Del Piero, Ravanelli
Allenatore: Marcello Lippi

NAPOLI: Taglialatela, Pari, Tarantino, Bordin, Cannavaro F., Cruz A., Buso, Rincon, Agostini, Carbone B., Pecchia
Allenatore: Vujadin Boskov

ARBITRO: Cardona


Quando arriva alla Juventus, in molti lo paragonano a Bettega, per il colore dei capelli; Ravanelli arriva come bomber di scorta, in una squadra che schiera Vialli e Roberto Baggio, Möller e Casiraghi. 
Prospettive di maglia sicura ridotte al minimo, ma uno con la grinta di quest’umbro giramondo non può arrendersi per così poco. 
«Essere arrivato alla Juventus è il massimo, mi sento realizzato sia come uomo, sia come calciatore. La Juventus è il massimo e quelli che ne parlano male, lo fanno solo per invidia. Sin da bambino sono tifoso bianconero; abitavo a Perugia e, tutte le volte che la Juventus giocava dalle parti dell’Umbria, chiedevo a mio padre di accompagnarmi allo stadio, per seguire i miei beniamini».
 
Fabrizio è mancino, ha un buon tiro, sa colpire di testa, ma le movenze appaiono sgraziate e si ha la netta la sensazione che debba migliorare enormemente, anche nei fondamentali. Il Trap è un ottimo maestro e capisce che il ragazzo ha voglia di crescere, di sfondare e comincia a metterlo sotto torchio. Ad autunno inoltrato comincia a giocare qualche spezzone di partita e la sua prima rete in maglia bianconera, il 13 dicembre 1992 a Foggia, passa quasi inosservata: il suo goal, su rigore, infatti, non evita la sconfitta (1-2) a una Juventus in giornata di scarsa vena. Il ghiaccio è rotto, i tifosi ne apprezzano la strenua volontà di lottare e il 13 febbraio del 1993, in un Juventus-Genoa che sembra destinato allo 0-0 la sua zampata è di quelle che lasciano il segno. Ne segna altri, compresi alcuni decisivi per la conquista della Coppa Uefa, che gli valgono la riconferma. La stagione successiva è promosso a prima riserva, dopo la cessione di Casiraghi alla Lazio, e crescono le presenze e le reti.
Penna Bianca è sempre più nel cuore dei tifosi e sempre meno lontano dal modello originario, Bobby-gol Bettega, appunto; non ha certamente la stessa classe, ma in area sa farsi rispettare e vede la porta come pochi altri. «Spero che non sia solamente una somiglianza fisica, ma questo paragone mi riempie di soddisfazione».
La svolta avviene la stagione successiva. Si chiude il ciclo “trapattoniano” e inizia quello di Lippi. Ancora una volta è una sconfitta a Foggia che cambia il destino di Ravanelli. Lippi vara il 4-3-3 e gli attaccanti sono Vialli e Ravanelli, con Roberto Baggio e il giovanissimo Del Piero a supporto. È una formula molto spregiudicata, gli attaccanti devono sacrificarsi; nasce, così, un Ravanelli a tutto campo, capace di colpire e arretrare a coprire. Sta nascendo un campione universale, adatto a tutte le fasi della partita e questo coincide con la nascita di una Juventus entusiasmante, vincente e convincente: «La prima volta che ho incontrato Boniperti ero emozionatissimo, impacciato. Lui ha cercato di mettermi a mio agio e mi ha chiesto: 
“Allora, vieni o no alla Juventus?” Io, ancora più rosso del solito, gli ho risposto: “Non vedo l’ora di entrare nella sua famiglia”».
 
Il ricordo dell’Avvocato: 
«L’avvocato Agnelli era il simbolo della Juventus. È stato il punto di riferimento sia per i giocatori sia per i dirigenti. Dopo aver approfondito la sua conoscenza, ho avuto modo di carpire le sue qualità umane. Sapeva metterti a tuo agio, l’Avvocato. Ricordo anche le sue telefonate mattutine, come ad esempio quella legata al mio addio, o alla prestazione memorabile di Liverpool, quando andai in Inghilterra. Credo proprio che non lo dimenticherò mai. Mi legano a lui troppi ricordi».






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