domenica 18 febbraio 2024

19 Febbraio 1978: Juventus - Lazio

É il 19 Febbraio 1978 e Juventus e Lazio si sfidano nella quarta giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1977-78 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

É una Juventus che domina il calcio italiano. Alla fine di questo campionato i bianconeri infatti conquisteranno il loro diciottesimo Scudetto. Nessuno puo starle dietro tant'è che al secondo posto si afferma la sorpresa Lanerossi Vicenza.

Per quanto riguarda i bianco azzurri, rischiano fino all'ultima giornata una clamorosa retrocessione in Serie B, ma ce la fanno ad evitare una terribile beffa.

Buona Visione! 


juve



Stagione 1977-1978 - Campionato di Serie A - 4 ritorno
Torino - Stadio Comunale
Domenica 19 febbraio 1978 ore 15:00
JUVENTUS-LAZIO 3-0
MARCATORI: Bettega R. 5, Boninsegna 68, Boninsegna rigore 82

JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio (Fanna 65), Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega R.
Allenatore: Giovanni Trapattoni

LAZIO: Garella, Pighin, Ghedin (Boccolini 26), Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani
AllenatoreLuis Vinicio

ARBITRO: D'Elia



La Juventus ha restituito alla Lazio il 3-0 dell'andata ma, a dispetto del punteggio, ha faticato per un'ora a doppiare lo splendido gol realizzato da Bettega in apertura e mettere definitivamente al sicuro il risultato. 
E' stata una partita nervosa, con falli e ripicche che il giovane arbitro salernitano D'Elia (più per inesperienza che per incapacità) ha frenato in ritardo rischiando che la situazione degenerasse. Sul suo cartellino giallo, comunque, sono finiti Gentile, Cordova, Boninsegna e Lopez. Le vecchie ruggini - all'Olimpico la Juventus aveva subito l'unica sconfitta stagionale - sono riaffiorate avvelenando il gioco. La Lazio accusa i juventini di essere dei "picchiatori" e l'arbitro di eccessiva tolleranza: a noi è parso che i biancazzurri non abbiano certo offerto l'altra guancia, a volte hanno colpito per primi. E se c'è una squadra che deve lamentarsi del direttore di gara, questa è la Juventus: D'Elia le ha negato (39') un calcio di rigore per un plateale fallo di Pighin su Bettega in piena area. 
La Lazio può solo recriminare sulle proprie lacune: per tutto il primo tempo i pericoli corsi da Zoff sono stati procurati dalle deviazioni dei compagni (Scirea e Furino) e solo nella ripresa, sul 2-0, Garlaschelli ha colpito una traversa impegnando poi, allo scadere, il portiere bianconero in una difficile deviazione in angolo. La Lazio non ha saputo approfittare del momento critico accusato dalla Juventus che, dal 29' al 36', ha perso il controllo del centrocampo: per il resto dell'incontro ha subito la supremazia territoriale dei campioni d'Italia che avevano sfiorato il raddoppio in quattro occasioni prima che Boninsegna piazzasse la zampata del 2-0 e, un quarto d'ora più tardi, siglasse, su rigore, il terzo punto. Un successo largamente meritato per la squadra di Trapattoni che, pur senza esaltare ma offrendo a tratti scampoli di bel gioco, continua la sua fuga ed allunga il passo sul plotoncino, sempre compatto e allineato, delle immediate inseguitrici, Torino, Milan e Lanerossi Vicenza. Cinque punti di vantaggio sono un buon margine di sicurezza: l'amara lezione di due anni fa (il Torino, che alla diciannovesima giornata accusava lo stesso ritardo, recuperò e vinse il titolo) ha insegnato ai bianconeri che è proibito sedersi sugli allori. La squadra, anche se qualche meccanismo ha bisogno di essere... lubrificato, è viva.
La vittoria di ieri è legata al binomio Bettega-Boninsegna che dal primo turno non sognavano in tandem. Ma è anche legata all'ottima prestazione di Furino, che ha puntellato il centrocampo proponendo anche validissimi temi offensivi (compreso l'assist gol per Bettega e l'azione del rigore), a Morini che ha letteralmente cancellato Giordano dalla partita vendicando (sportivamente, s'intende) nel migliore dei modi la batosta di Roma dove fu il protagonista negativo. 
Sono piaciuti, a parte qualche sbavatura, anche Tardelli, Scirea, Cuccureddu, Gentile e Causio che, ad un quarto d'ora dalla fine, quando l'iniezione antidolorifica (gioca con una piccola infrazione al mignolo del piede destro) stava per perdere il suo effetto, ha ceduto il suo posto a Fanna. Benetti ha sciupato numerosi palloni ma ha dato il suo valido apporto nel 'filtrare' i contrattacchi laziali. Fra gli ospiti merita una citazione Garella: non ha colpe per i tre gol e, con un paio di parate, ha evitato un passivo più pesante. L'avvio era brillante e sembrava promessa di spettacolo. La Juventus passava in vantaggio dopo appena sei minuti. Benetti smistava sulla sinistra per Furino: compiuti pochi passi, il «capitano» scodellava un preciso traversone sotto porta per l'accorrente Bettega che bruciava sul tempo Pighin e in spaccata, al volo di esterno destro, insaccava nell'angolo alto. Un gol da manuale. In scioltezza la Juventus insisteva. 
Al 10' Causio proponeva una piacevole e ficcante manovra con un'apertura sulla destra per Scirea: al volo il «libero» serviva Gentile che di testa allungava su Bettega ma il suo passaggio a Causio era intercettato dalla difesa laziale. Rovesciamento di fronte e primo intervento di Zoff (12') su un innocuo cross di Agostinelli. La Juventus rallentava il ritmo e solo su punizione tornava ad impensierire Garella: prima con un colpo di testa a lato di Boninsegna, poi con una staffilata di Gentile che il portiere deviava in angolo. Intanto, qua e là, affioravano scorrettezze, scontri verbali. Al 27" Ghedin, vittima di una contrattura muscolare alla coscia destra, chiedeva il cambio: Vinicio lo sostituiva con Boccolini che seguiva Tardelli mentre Badiani passava su Causio (ogni tanto i due laziali invertivano marcatura). Era sempre la Juventus a comandare il gioco sebbene la Lazio desse segni di risveglio. 
Al 28' Furino evitava due avversari e serviva un bel pallone a Boninsegna che, pressato da Manfredonia, mancava la deviazione gol. Per un fallo su Badiani, Gentile veniva ammonito (adesso rischia la squalifica). La Juventus sbandava e la Lazio cresceva di tono. Un tiro di Garlaschelli era girato in corner da Scirea che sfiorava l'autogol (29'). Poi Morini rimediava su Lopez che aveva intercettato un errato disimpegno di Scirea ma era Furino a procurare involontariamente un grosso brivido a Zoff che effettuava la prima vera parata su deviazione del compagno. La Lazio collezionava un paio di corners e gli animi si accendevano quando l'arbitro non fischiava, in favore della Juventus, un fallo ai danni di Gentile. Passata la sfuriata (si fa per dire) laziale, la Juventus riorganizzava il gioco e tornava a premere. Al 39' Causio batteva una punizione per la testa di Bettega che, spinto alle spalle da Pighin, mancava l'impatto con il pallone e franava sull'erba.
Rigore netto: per l'arbitro, viceversa, tutto regolare. E poi dicono che le «giacchette nere» favoriscono la Juventus. Come se non bastasse, senza alcun motivo (forse aveva un cronometro difettoso) D'Elia recuperava ben quattro minuti e solo una segnalazione di un guardalinee decretava la fine del primo tempo (49'). La ripresa vedeva la Juventus accelerare. Ispirate da Causio le trame bianconere acquistavano maggior incisività anche perché Wilson, scontratosi con Tardelii, riportava una forte contusione al fianco destro e la menomazione impediva al «capitano» di chiudere con efficacia i varchi. 
Al 56' Tardelii mancava di un soffio il gol: la palla sibilava accanto al montante. La Lazio si rifaceva viva nei pressi di Zoff con Cordova che, a conclusione di un elegante palleggio, calciava a fil di traversa. Cinque minuti dopo era Garella ad effettuare una provvidenziale respinta su un cross di Causio destinato alla testa di Bettega. Al 65' Causio cedeva il posto a Fanna e, poco dopo, la Juventus falliva il raddoppio: Bettega rifiniva un bel pallone per Benetti che cercava spazio per il tiro ma Garella, con un'uscita alla «kamikaze», lo anticipava.
Il gol non tardava. Dopo una mischia sotto la porta di Zoff stroncata da Morini, la Juventus raddoppiava (67'). Gentile produceva l'ennesimo allungo poi toccava a Bettega; la palla perveniva a Tardelii che fiondava a rete, Garella respingeva proprio su Boninsegna che, con calma e di destro, insaccava da pochi passi. E' il secondo punto consecutivo che «Bonimba» mette a segno con il piede meno preciso. La Lazio reagiva e al 70' Garlaschelli si liberava di Cuccureddu: in giravolta, con un gran destro, l'ala sparava a rete ma Zoff deviava contro la traversa. Ci provava anche Pighin, con un fendente centrale che Zoff alzava in corner. Nel frattempo Wilson, dolorante, abbandonava il ruolo di libero e agiva ora sull'ala ora sul centro ma faceva numero. All'81' Furino scattava sulla sinistra, penetrava in area e Lopez lo agganciava: questa volta D'Elia decretava la massima punizione che Boninsegna, con una bella finta, trasformava a fil di palo. Sebbene la partita fosse decisa, continuava la serie di falli. L'arbitro sedava una scaramuccia fra Tardelii e Cordova ammonendo il laziale. Poi ammoniva Boninsegna per un fallaccio su Badiani e Lopez per una durissima entrata su Furino. Era di nuovo calcio giocato al novantesimo quando Zoff neutralizzava con bravura un rasoterra di Garlaschelli. Poi la fine. Bruno Bernardi.
Dopo-gara pesante per la Lazio, come il responso del campo, la situazione societaria. Gli unici che si sforzano di mantenere un briciolo di serenità sono papà Lenzini e Vinicio. Dice Lenzini con voce funerea. Il comportamento dell'uomo vinto: 
« La sconfitta l'avevamo messa in preventivo alla vigilia e subito abbiamo capito come sarebbe andata a finire. Del resto, quando si incassa un gol in partenza, rimane ben poco da fare ». 
Aggiunge: 
« Continuo ad aver fiducia nei ragazzi. Si sono battuti, verranno anche per noi i giorni di sole ». 
Anche Vinicio è cambiato. Chi riconosce in lui il « lione » di Napoli ? Pare comunque che in tempi non lontani, sul morire della scorsa stagione agonistica, l'allenatore abbia ricevuto allettanti proposte per ritornare a fianco di Ferlaino. Adesso che il divorzio con la Lazio è ufficiale, la «voce» potrebbe prendere corpo, basta saper attendere qualche mese.
Le risposte sono nervose. 
« Siamo qui per analizzare la partita con la Juventus, al resto ci penseremo in seguito. La Lazio ha "chiuso" al Comunale con un'esibizione coraggiosa. La rete di Bettega. purtroppo, si è rivelata un handicap notevole. Poi avete visto la nostra infermeria viaggiante ? Contrattura per Ghedin, caviglia malandata di Pighin, ematoma a Badiani, botta a Garlaschelli. infortunio serio a Wilson che interessa il costato. Adesso farà subito le lastre. Un bollettino di guerra. Nonostante tutto la squadra ha mostrato un bello spirito che lascia ben sperare ». 
Contenute le dichiarazioni del trainer, accese quelle dei suoi. Dopo Milano la storia continua. A puntate. La Juventus rimane per chi l'ha affrontata una squadra di picchiatori. Sentite Agostinelli, il bello del collettivo, che accarezza con il phon i biondi capelli e mitraglia a parole gli avversari: 
« Non potevano giocare in maniera più scorretta. Forse, ricordavano troppo la figuraccia che avevano rimediato all'andata. Così ci hanno intimoriti dalle prime battute dell'incontro ed hanno compiuto fallacci anche dopo il 3-0. Un comportamento ingiustificato. Prendete Gentile, il mio dirimpettaio. Ha picchiato fino a quando non è stato ammonito ». 
La Lazio è costretta ad andare via in pullman. Un lungo e faticoso viaggio verso la capitale, visto che la nebbia impedisce il ritorno in aereo. Non si parla al momento di ritiro anticipato, anche se la posizione di classifica forse lo richiederebbe.

Fonte: La Stampa




Giovanni

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