mercoledì 24 gennaio 2024

26 Gennaio 1975: Vicenza - Juventus

É il 26 Gennaio 1975 e Vicenza Juventus si sfidano nella quindicesima giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio 'Romeo Menti' di Vicenza.

La Juve é guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall'altra parte c'é il Lanerossi Vicenza che non riuscirá ad evitare la retrocessione in Serie B piazzandosi al terzultimo posto in classifica.

Buona Visione!


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Stagione 1974-1975 - Campionato di Serie A - 15 andata
Vicenza - Stadio Romeo Menti
domenica 26 gennaio 1975 ore 14:30
VICENZA-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Bettega R. 41, Capello F. 53, Savoldi 72

VICENZA: Bardin, Gorin, Longoni, Bernardis, Ferrante, Berni, De Petri, Savoldi, Sormani (Berti 24), Stivanello, Galuppi
Allenatore: Puricelli

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Longobucco, Furino, Morini, Scirea, Damiani, Causio, Anastasi, Capello F., Bettega R.
Allenatore: Carlo Parola

ARBITRO: Menegali



A Vicenza un'esibizione che esalta il centrocampo 
Capolista in gran forma 
(Dal nostro Inviato speciale) Vicenza, 26 gennaio. 

Juventus da esibizione a Vicenza, e scudetto d'inverno con tre lunghezze di vantaggio. Una Juventus tanto sciupona da permettere un risultato che non soltanto non umilia un Lanerossi ridotto a brandelli, ma lascia a chi si ferma ai numeri l'impressione di un successo stentato. Tutto il contrario, invece: nulla da dire se fosse finita con un altro punteggio tennistico tipo Napoli, tanto per chiarire subito la situazione. Demerito degli attaccanti in fase di conclusione, certo, ma anche conseguenza della inevitabile souplesse con la quale si è mossa la squadra una volta trovatasi in vantaggio per due a zero contro un avversario che, dopo una veemente fiammata in apertura di gioco (con palla-gol sciupata da Galuppi a tu per tu con Zoff) ha via via dimostrato I suoi limiti di Inquadratura, anche se non ha mai rinunciato a lottare con uno spirito a volte commovente.  
L'unico a non avere pietà o diciamo almeno comprensione, per questo Vicenza in difficoltà, privo di Macchi, Faloppa e Vitali, praticamente in dieci per l'inconsistente esordio del giovane Stivanello, è stato Morini. Lo stopper — involontariamente, ma con slancio sicuramente eccessivo — ha dato due botte alla schiena in venti minuti al povero Angelo Benedetto Sormani, il quale, considerati i vecchi malanni che avevano fatto persino temere un'ernia del disco, è rientrato presto negli spogliatoi a festeggiare mestamente la sua 350esima partita in serie A, dopo la breve premiazione (è quindi confermato che portano male) effettuata sul campo dal senatore di turno. 
Juve maramaldo e prodiga quindi. Soltanto la scarsa consistenza tecnica del Vicenza impone una doverosa prudenza, perché molti scampoli di gioco offerti dai bianconeri sono stati davvero ad altissimo livello. Le note di merito sottolineano come abbiano giocato alla grande gli uomini del centrocampo con l'appoggio di un Bettega magnifico nella doppia parte di elemento di raccordo e di punta, e quando va bene il  pacchetto che orchestra le manovre è logico che arrivino lo spettacolo e le occasioni da rete.  
In netto miglioramento è parso Anastasi pur senza segnare, mentre In retroguardia contro un attacco che aveva come punte il dribblomane Galuppi ed un terzino, De Petri, i bianconeri non hanno avuto molto da fare, denunciando però a tratti un affanno negli interventi del tutto ingiustificati. Morlnl deve frenare la sua irruenza, specie quando non è necessaria, per non creare alla squadra un ambiente ostile In trasferta; Scirea molto elegante nelle sortite in avanti, ha anche lui denunciato qualche sbandamento come difensore puro, Gentile e Longobucco si sono battuti bene, ma non con la lucidità di altre occasioni. La Juve è stata splendida da Furino in avanti, un Furino di nuovo attento a mantenere I raccordi, a non andare ad intasare la zona in cui manovrano gli attaccanti. Il resto lo hanno fatto un lucidissimo Capello, e Causio che ha giocato fra difesa e attacco facendo correre molto la palla, e concedendosi solo pochissime azioni individuali. Bettega ha completato il quadrilatero, Damiani ha giocato In punta di piedi, ovvero bene ma con la evidente anche se inconscia in- tenzione di non infierire sugli ex compagni. Contro un avversario così in vena, il Lanerossi ha lottato con tutte le energie disponibili, ma la somma dei valori individuali lo ha condannato, e non poteva essere altrimenti. Se si aggiunge che i bianconeri hanno dimostrato di possedere una condizione atletica invidiabile, il quadro è completo.  
Solo per poco la Juventus ha sofferto la disposizione tattica studiata dal trainer Puricelli il quale con gli elementi a disposizione non può certo fare di più. In apertura di gara De Petri sfiancandosi fra Longobucco e Furino, ha cercato di liberare Savoldi, ma presto del « cervello » del Lanerossi si è occupato lo stesso Furia, mentre Stivanello non impensieriva affatto Capello ed il pur bravo Bernardis non riusciva a seguire Causio in tutti i suoi spostamenti. Longoni e Berni pativano chiaramente Damiani e Bettega, il solo Gorin si batteva come un leone su Anastasi [Pietro ha quindi trovato l'avversario più valido) appoggiato da Ferrante. Lo slancio dei vicentini ha reso inizialmente meno sensibile il divario dei valori in campo, concretando al 16' l'azione ficcante che ha portato Galuppi, grazie anche ad un rimpallo favorevole all'ultimo dribbling, solo davanti a Zoff. L'attaccante, però, esausto per lo slalom compiuto, ha tentato maldestramente una botta centrale, regalando il pallone a Zoff. Con l'uscita di Sormani (al 22') e l'ingresso di un altro mediano (Berti) i veneti hanno visto aumentare le loro difficoltà, e la Juventus ha incominciato a dilagare. Damiani al 24' si è visto respingere miracolosamente da Bardin una deviazione su cross di Capello, tre minuti dopo un « sinistro » in cosa di Bettega è finito alto, quindi al 38' Berni ha salvato su un colpo di testa di Capello (centro di Causio) che aveva scavalcato Bardin. Gol maturo, quindi, e nessun stupore al 40' per il perentorio colpo di testa di Bettega su cross di Damiani, cross alzato appena da Berni. Per poco allo scadere del tempo, Damiani raddoppiava, ma il suo tocco in scivolata si perdeva sul fondo.  
Lo show bianconero continuava in apertura di ripresa, prima con un pallonetto di Anastasi (solo, dopo uno scivolone di Gorin), finito tra le mani di Bardin e poi con una stangata rasoterra di Bettega, palla non trattenuta dal portiere e tocco di Anastasi sul montante. Arrivava il due a zero, siglato da Capello il quale al 9' sul filo del fuorigioco riprendeva e girava in rete un tocco preciso di Bettega. Damiani graziava Bardin al 17' con una botta centrale di testa su cross di Anastasi, quindi una deviazione di Anastasi finiva di poco sul fondo. Il Vicenza, ormai k.o., trovava il gol al 27' quando su centro di De Petri dalla sinistra il tocco all'indletro di Scirea rimpallava su Longobucco liberando Savoldi, che di esterno infilava la porta. I veneti (squadra e pubblico) riprendevano slancio, ma era questione di pochi minuti. La Juve reagiva bene, manteneva il controllo della gara, mentre a completare la festa arrivava la notizia del gol dell'Ascoli. E Damiani, al fischio conclusivo di Menegali, poteva restare sul campo ad attendere i risultati finali dello speaker dello stadio ed esultare alla conferma della sconfitta della Lazio. 

Bruno Perucca




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