domenica 2 giugno 2024

4 Giugno 1995: Juventus - Cagliari

É il 4 Giugno 1995 e Juventus e Cagliari si sfidano nella diciassettesima (ed ultima) giornata del Girone di Ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1994-95 allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

La Juventus dopo anni di magra si appresta a vincere il suo ventitreisimo scudetto con il nuovo allenatore Marcello Lippi. Il Cagliari dal canto suo dopo un campionato tranquillo finisce a metá classifica.

Buona Visione!



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Stagione 1994-1995 - Campionato di Serie A - 17 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
domenica 4 giugno 1995 ore 16.30
JUVENTUS-CAGLIARI 3-1
MARCATORI: Del Piero 20, Allegri 60, Vialli 66, Ravanelli 88

JUVENTUS: Rampulla (Squizzi 89), Ferrara C., Orlando A. (Fusi 68), Tacchinardi, Porrini, Marocchi, Di Livio, Deschamps, Vialli (Tognon 78), Del Piero, Ravanelli
Allenatore: Marcello Lippi

CAGLIARI: Fiori, Pancaro (Berretta 22), Pusceddu, Villa, Napoli, Firicano, Bisoli, Herrera (Sanna 80), Dely Valdes, Allegri, Muzzi
Allenatore: Oscar Washington Tabarez

ARBITRO: Nicchi


L'altoparlante che a fine partita diffonde la voce di Pavarotti mentre intona «Nessun dorma» pare un monito alla Juve per la Coppa Italia, che disputerà mercoledì e domenica contro il Parma. Ma dubitiamo che si sia arrivati a una scelta di così sottile finezza per celebrare il giro di campo dei Lippanti scudettati: è che dai tempi del Mundial italiano l'aria della Turandot è diventata un inno al trionfo, una colta e inspiegabile abitudine. Del resto la Juve che abbiamo visto concludere il campionato con un 3-1 sul Cagliari non ci sembra predisposta al sonno: benché non avessero nient'altro da chiedere che un congedo dignitoso, i bianconeri hanno giocato con la gagliardi,-) di quando 1 punti contavano per costruire il sogno.

Hanno vinto bene e sono piaciuti, lasciando al presidente dei sardi, Cellino, soltanto il gusto per una battuta fuori luogo, come gli capita spesso. La Juve ha giocato con onestà, ha fatto fino in fondo il proprio dovere, non si dice così? Ma non vediamo perché avrebbe dovuto regalare qualcosa in un momento in cui si chiede di moralizzare il calcio. Cellino dovrebbe pensare invece agli errori che hanno compromesso l'approdo del Cagliari all'Uefa: 3 sconfitte in 4 partite, 2 negli ultimi 2 turni, un ribaltone finale al quale pensiamo non sia estranea la confusione che si è creata con il divorzio anticipato da Tabarez. Ieri il Cagliari è sembrato un corpaccione flaccido. Molto diverso dall'edizione che annichilì i Lippanti all'andata, nella sconfitta più bruciante della stagione.

Mancava lo squalificato Oliveira, un tipo che la difesa bianconera pativa con Trapattoni e ha continuato a patire con il nuovo corso: l'attacco senza il brasilbelga ha mostrato la consistenza di un gelato alla crema, squagliato al primo calore. Valdez e Muzzi, per quanto si scambiassero le posizioni, hanno costruito una sola palla gol, quella che il panamense ha calciato al 10' del 2° tempo provocando uno scatto gattesco di Rampulla. Il resto non è stato degno di una squadra che stava lottando per un obiettivo prestigioso. I 20 minuti del 2° tempo, con appena un paio di pericoli (quello sventato da Rampulla e il gol di Allegri), non potevano bastare. La Juve ha iniziato con molta decisione. 

Non c'era Baggio. Anzi c'era nei cori e negli striscioni, una partita contraddittoria giocata tutta dalla curva ma che non ha influito su chi era in campo. Del Piero, ad esempio. Il Talentino si è foderato di amianto, non si è scottato all'eco dei cori che chiedevano un altro numero 10: freddo nell'occasione del gol di fattura baggiana, creativo fino all'impudenza in una deviazione che se fosse entrata in porta avrebbe ricostruito la rete straordinaria segnata sei mesi fa alla Fiorentina. Ha corso, ha tamponato, ha provato a convincere il popolo.

tratto da Archivio La Stampa

 



LE PAGELLE 
Vialli chiude da numero 1 
Di Livio, gran cuore di maratoneta 

RAMPULLA 7. Si azzoppa su una punizione di Allegri nel 2° tempo, una situazione che preoccupa in vista della Coppa Italia. Salva al 10' della ripresa un gol sicuro di Valdes ed è quanto gli vale il voto in una domenica in cui può permettersi di saltellare al richiamo degli ultra. 
(Dal 43' del st Squizzi sv. E' all'esordio in A). 
FERRARA 7. Tra Valdes e Muzzi è una simpatica lotta a farsi anticipare, recuperare e picchiare da questo difensore insostituibile per la Juve. E magari per Sacchi. 
ORLANDO 6. E' un esponente del pensiero debole (non nel senso che gli dà Vattimo), ma gioca meglio di quanto pensa. Gli manca ancora il ritmo della Juve, tuttavia prova qualche affondo e una punizione parata da Fiori. 
(Dal 23' del st Fusi sv). 
TACCHINARDI 6. Un passetto indietro rispetto ad altre esibizioni, soprattutto come velocità nelle chiusure: vedi l'azione di Pusceddu sul gol cagliaritano. 
PORRINI 6,5. Bravo in posizione centrale e nel proporsi come terzino di spinta a destra. L'uscita di Orlando lo porta sulla fascia sinistra e lo esclude un po' dal gioco. 
MAROCCHI 6,5. Chiude da regista anomalo il suo campionato migliore dopo gli anni con Zoff. Avvia bene l'azione senza avere le qualità di Sousa, mette (anche troppo) il piede per artigliare Herrera o Bisoli. 
DI LIVIO 7. Si fa sorprendere una volta sola dalla prepotente discesa di Pusceddu ed è gol. Ma quante corse, quanto sprint, quanto sacrificio per onorare lo scudetto e convincere la Juve a tenerlo. 
DESCHAMPS 6. Da un paio di settimane è meno brillante, si limita a un lavoro di semplice rottura a centrocampo. 
VIALLI 7,5. Condizionata o meno da Firicano l'azione del 2-1 è stata straordinaria come una sua rovesciata al 17' del primo tempo. In più ci mette un paio di assist preziosi. E prima di uscire lo vediamo assestarsi a difendere da mediano puro: chissà come l'ha presa il Trap, in tribuna! 
(Dal 32' del st Tognon sv altro esordiente dalla Primavera). 
DEL PIERO 7. Una conclusione volante al 4' (tipo il gol alla Fiorentina) e la rete al 21' dimostrano che Alex non è soltanto il protagonista di un fumetto per ragazzini. La gente invoca Baggio e lui confeziona una rete baggiana per arguzia e talento, per ideazione e esecuzione: una palla messa in porta come se la guidasse una mano invisibile. Poi si perde un po' come gli è abituale. Fatica a saltare in dribbling l'avversario se non lo prende in velocità. Rispetto al Codino è più disciplinato nei rientri a centrocampo. 
RAVANELLI 7. Si alza la maglia sulla faccia, come un Fantomas bianconero: l'ultimo gol del campionato juventino è suo, quasi un sigillo. Ci aveva provato altre volte, concludendo debolmente in due occasioni e a lato nella terza: a conferma che persino quando non è al massimo il suo istinto lo porta al tiro. 

FIORI 5,5. Fino al gol di Del Piero è bravissimo a salvare la porta. Ma esce in ritardo sul Talentino, che lo buggera: errore gravissimo cui aggiunge uscite fuori tempo. 
PANCARO SV. Parte da terzino destro, esce subito dopo 1' 1 -0. 
(Dal 22' del pt Berretta 6: si arrangia e non si defila come altri). 
PUSCEDDU 6. Protagonista nell'azione del pareggio, il resto non è da lui: eppure lo considerano un elemento prezioso del mercato. 
VILLA 5. Viva Villa: firmato Vialli, che quando lo incrocia fa quel che vuole. 
NAPOLI 5. Litigioso e spesso fuori tempo. Una delle sue peggiori prestazioni. 
FIRICANO 5. Come Napoli, è in grave difficoltà. Ci pare sua la deviazione decisiva e sfortunata sul gol di Vialli. 
BISOLI 6,5. Uno di quelli che tentane di cambiare il match nella ripresa. Bisonte Bisoli però può dare forza, altri dovrebbero metterci la pericolosità. 
HERRERA 5. Ormai l'abbiamo visto più volte e ci chiediamo perché a Cagliari si prendano tanto mal di pancia per naturalizzarlo italiano. Al centro lo saltano spesso, di fascia non spinge mai. 
(Dal 34' del st Soma sv). 
DELY VALDES 4,5. Di lui brilla soltanto l'incisivo d'oro incastonato nella sua dentatura: tra l'altro, l'unica cosa incisiva che gli riconosciamo in una domenica da dimenticare. 
ALLEGRI 6,5. E' un giocatore discusso, però è tra i pochissimi a cercare soluzioni in attacco già nel primo tempo. 
MUZZI 4. Un grande protagonista della stagione e del match di andata. Del tutto sovrastato dalla difesa bianconera. 

L'arbitro NICCHI 7. Potrebbe ammonire un paio di giocatori in più, nell'insieme però il suo è un arbitraggio particolarmente attento e sicuro. 

Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 5 giugno 1995

 



 

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