giovedì 25 gennaio 2024

27 Gennaio 1991: Juventus - Parma

É il 27 Gennaio 1991 Juventus e Parma si sfidano nella prima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1990-91 allo Stadio 'delle Alpi' di Torino.

La Juventus tenta di riapproparsi dello scettro di squadra 'piú forte della penisola' con una nuova dirigenza tecnica affidata ad un allenatore del famigerato 'calcio champagne' Luigi Maifredi. Dopo un inizio di campionato incoraggiante i bianconeri naufragano tra caterve di gol presi ed addirittura a fine campionato si trovano fuori dalle Coppe Europee dopo 27anni. Dall'altra parte un Parma che alla prima assoluta presenza nella massima serie disputa un campionato straordinario e finisce il proprio cammino in sesta posizione.

Buona Visione! 


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Stagione 1990-1991 - Campionato di Serie A - 1 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
domenica 27 gennaio 1991 ore 14:30
JUVENTUS-PARMA 5-0
MARCATORI: Julio Cesar 24, Casiraghi 57, Marocchi 73, Baggio R. 85, Baggio R. 87

JUVENTUS: Tacconi, Galia, Luppi, Corini, Julio Cesar, De Agostini, Haessler, Marocchi, Casiraghi, Baggio R., Fortunato D. 
A disposizione: Bonaiuti, De Marchi, Bonetti D., Alessio, Di Canio
Allenatore: Luigi Maifredi

PARMA: Taffarel, Donati C., Gambaro, Minotti, Apolloni, Grun, Rossini (Mannari 43), Zoratto, Osio, Sorce, Brolin
A disposizione: Ferrari M., Catanese, Monza, De Marco
Allenatore: Nevio Scala

ARBITRO: Coppetelli
AMMONIZIONI: Marocchi 66 (Juventus)



Maradona E' un fantasista eppure possiede il fiuto del gol come poche punte al mondo. Resta comunque uno splendido giocatore atipico. Maifredi vuol farne un leader del centrocampo maniera o da Sivori intera carriera. E ritornano gli interrogativi.  
Nella Juventus, finora, Baggio ha segnato 22 reti tra campionato e coppe, una in più di quante (ò solo un esempio, sia chiaro) segnò in tutta la scorsa stagione 'Totò Schillaci: quindi ha già dato un enorme contributo numerico alla causa bianconera, un contributo che lascia pur ora in sospeso ogni giudizio sul suo rendimento generale, spesso slegato dalle sorti della squadra, nel bene come nel male. Ieri Maifredi, che potrà avere mille diletti ma conosce Baggio molto meglio di quanto possa sembrare, ha saputo con un'unica mossa creare le premesse di una Juventus vincente sul Parma (cosa terribile sarebbe stato anche solo pareggiare dopo lo 0-1 casalingo di fronte al Genoa) e di un Baggio nuovamente in gol, perché a digiuno da quasi due mesi il fantasista cominciava ad avere forti crisi di astinenza. E' bastato l'inserimento di Fortunato a centrocampo por restituirò a Baggio la serenità di cui ha bisogno per giocare come sa.  
Conosciamo da troppi anni Baggio, dai tempi in cui esordì nella Fiorentina in serie A, per non capire che, su di lui, ha momentaneamente ragione Platini. Gli manca poco per diventare Maradona e, por fortuna della Juve, non gli manca nulla per poter competere con gli attaccanti puri: ha il senso del gol come poche pùnte al mondo. E', in questo momento, un perfetto numero nove e mezzo. E nonostante mille discorsi, di Maifredi e Vicini oggi, di altri allenatori prima, Robertino resta uno splendido giocatore atipico, di quelli che possono inventare la grande giocata nel momento in cui meno lo aspetti. Da mesi il ct azzurro lo utilizza, mondiale compreso, come seconda punta, dall'estate scorsa Maifredi sta cercando di dargli una dimensione meno ristretta, di farne un vero leader di centrocampo. Ma quando, puntualmente, ci si attende chi; Baggio trovi almeno la sua consacrazione nel ruolo di grande ispiratore di gioco ecco che lui, quasi per dispetto, inventa due reti di autore, da grande centravanti, da Platini prima e lui si è divertito a infilare con reti d'autore la porta del Parma. 
Ora sarebbe facile arrivare alla conclusione: Baggio rende al massimo appena può disporre di spazi a disposizione, appena la squadra trova la giornata giusta. Perché, da grande campione, sa utilizzare al meglio le sue doti, dando il tocco in più, quello che manda in delirio le folle. La Juventus, sostiene Baggio, vive dagli estri dei suoi giocatori e quando si vivo di estri, spunto, è facile che diventi pericoloso il vivere. Una domenica si vince 5-0, l'altra si perde malamente. Dunque, bisogna trovare la continuità. E qui si inserisce il lavoro di Maifredi, difficile, da apprezzare.  
Il tecnico bianconero sta tentando di fare di Baggio un Maradona. Ieri Robertino ha siglato due reti a risultato acquisito, l'allenatore è convinto che sia vicino il momento in cui il fantasista saprà trovare i guizzi giusti per sbloccare il punteggio. Ma intanto, come fare quando fin da domenica prossima, probabilmente, Schillaci avrà l'opportunità di rientrare in squadra? Baggio tornerà a fare la terza punta o primo centrocampista e, al pari di Haessler, avrà compiti di copertura che, ieri, grazie al trio Corini-Fortunato-Marocchi, gli sono stati risparmiati. 
Sarà la stossa cosa? Se Maifredi riuscirà a fargli compiere un altro piccolo passo avanti verso la definitiva consacrazione a leader, tutto sarà possibile, anche vedere un Baggio che sblocca il risultato o serve a Casiraghi e Schillaci i palloni decisivi. Bergamo o l'Atalanta possono costituire la svolta per la Juventus di Maifredi. 

Franco Badolato


 


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